mercoledì 13 gennaio 2010

USA - Spiegato perché l'emicrania aumenta con la luce


Otto persone su dieci che soffrono di emicrania cercano il buio perché la luce contribuisce ad acuire il dolore. Finalmente oggi sappiamo perché.

Uno studio condotto dal Beth Israel Deaconess Medical Center statunitense ha, scoperto, infatti, che in soggetti con emicrania la luce trasmette degli impulsi proprio ai neuroni che sono già coinvolti nel mal di testa e il risultato è un aumento del dolore.
Quella che fino ad oggi sembrava essere solo una sensazione di maggiore dolore trova invece un fondamento scientifico e neurologico che lascia poco spazio ai fattori psicologici.
I ricercatori coordinati da Rami Burnstein sono partiti dall’osservazione di due gruppi di non vedenti emicranici, il primo completamente non vedente a causa di malattie come ilcancro della retina o il glaucoma non mostrava di essere fotosensibile in concomitanza degli attacchi di emicrania, invece il gruppo di non vedenti a causa di disturbi come laretinite pigmentosa - in grado, quindi, di distinguere il giorno dalla notte e di mantenere un normale ciclo sonno-veglia - risultava essere fotofobico.
Burnstein ha così ipotizzato che ad essere coinvolto nel processo di incremento del dolore fosse proprio il nervo ottico e percezione della luce stessa. Così, ha condotto un esperimento su alcuni topi con emicrania e ha scoperto che la luce si fa strada dal nervo ottico fino a un gruppo di neuroni chiamato fotorecettori della melanopsina che sono quelli già colpiti dall’emicrania.
La notizia è apparsa su Nature Neuroscience.

Asteroide di 10 metri oggi ha sfiorato la Terra. Astrofili friulani coinvolti nella scoperta.


Gli astrofili dell’Afam tra i primi a effettuare misurazioni accurate del corpo celeste che mercoledì sfiorerà il pianeta




. Scoperto da un gruppo di astronomi statunitensi il 10 Gennaio, il piccolo oggetto è stato seguito successivamente anche dagli astrofili dell'Osservatorio di Remanzacco, Giovanni Sosteroed Ernesto Guido, che lo hanno fotografato l'11 ed il 12 Gennaio con dei telescopi automatici controllati via internet, dislocati in Australia e negli Stati Uniti.
L’asteroide battezzato dagli astronomi con la sigla 2010 AL30 sfiorerà il nostro pianeta transitando ad appena 130 mila chilometri (circa un terzo della distanza Terra-Luna), una distanza davvero molto ridotta in termini astronomici.

Tuttavia, date le sue modeste dimensioni, il suo diametro è di appena dieci metri circa, se anche la sua traiettoria si modificasse per qualche motivo imprevisto facendolo entrare in collisione con la terra, il suo impatto con l’atmosfera con ogni probabilità lo disintegrerebbe trasformandolo in uno spettacolare quanto innocuo fuoco d’artificio naturale.

Le misurazioni degli astrofili friulani (tra le prime al mondo) hanno permesso di migliorare la conoscenza della traiettoria seguita dal piccolo corpo celeste. Inizialmente si era sospettato che 2010 AL30 potesse essere un veicolo spaziale di origine terrestre (per esempio lo stadio di qualche vettore Apollo) che ritornava verso la Terra, ma gli ultimi dati ricavati dalle osservazioni, permettono di escludere questa eventualità.




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