sabato 7 agosto 2010

Italia - Scoperto vulcano sottomarino nel Tirreno al largo di Capo Vaticano.


Un gruppo di studiosi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - INGV - (Riccardo De Ritis, Guido Ventura, Iacopo Nicolosi, Massimo Chiappini, Fabio Speranza) e studiosi dell'Universita' della Calabria (Rocco Dominici, Rosanna De Rosa, Paola Donato, Maurizio Sonnino) fra giorni vedra' pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Geophysical Research (JGR) lo studio sulla scoperta di un vulcano sottomarino spento, fino ad oggi sconosciuto.
Il vulcano, che ancora non ha un nome, si trova nel Tirreno Meridionale a largo di Capo Vaticano in Calabria, localizzato a circa 120 metri sotto il livello del mare e si estende per circa 15 km .
La scoperta e' stata possibile grazie all'efficace tecnica aeromagnetica che ha permesso di evidenziare una struttura sommersa con l'ausilio di strumentazione dedicata a bordo di un elicottero. ''Si tratta di un magnetometro trainato da un velivolo su cui e' installato un vero e proprio centro di calcolo'', spiega Massimo Chiappini, firmatario della ricerca.
Nell'articolo in via di pubblicazione il vulcanologo dell'INGV, Guido Ventura, riferisce che il vulcano di nuova scoperta e' stato attivo tra 670 mila anni e 1 milione e 70 mila anni fa, come dimostrano le datazioni radiometriche gia' effettuate su campioni di pomici a terra.
E' noto che in Calabria non esistono vulcani, ma il tutto nasce da un'intuizione maturata osservando la carta magnetica d'Italia e la presenza di alcuni prodotti vulcanici nell'area di Capo Vaticano di cui non si conosceva la sorgente. Lo studioso Riccardo De Ritis scopre che la struttura vulcanica si imposta proprio su una faglia attiva che l'8 settembre del 1905 sconvolse con un terremoto di magnitudo 6.7 la Calabria, facendo 557 morti accertati e migliaia di senzatetto.
''C'e' una diretta sovrapposizione - dice De Ritis - tra il corpo vulcanico individuato, la struttura sismogenetica e quella magnetica misurata con la tecnica aeromagnetica; tuttavia non vi e' relazione diretta tra l'attivita' vulcanica e la sismicita' dell'area di Capo Vaticano''.
Questa importante scoperta mette in discussione gli attuali modelli geodinamici del Tirreno e indica come i vulcani delle Eolie si estendessero verso Est ben oltre quanto fino ad oggi ritenuto. Fino ad ora, gli attuali dati posizionano il vulcanismo delle Eolie fino a poco oltre Panarea e Stromboli, mentre la presente scoperta dimostra che si estende fino alla costa calabra.

Cervello, scoperte le aree che "ricordano" il dolore.


Individuate le aree del cervello che immagazzinano, anche per tutta la vita, le emozioni portate da esperienze dolorose o sgradevoli avute in passate.
Il merito è di una ricerca dell'Istituto Nazionale di Neuroscienze, diretta dai dottori Benedetto Sacchetti e Tiziana Sacco e pubblicata su "Science".
Gli studiosi hanno condotto test su topi da laboratorio, sottoponendoli a stimoli emotivi e sensoriale, analizzando nel frattempo il loro cervello.
I ricercatori si sono così concentrati sulla corteccia secondaria uditiva, visiva e olfattiva: tutte insieme sono chiamate cortecce sensoriali di ordine superiore, in quanto sono le parti del cervello che elaborano gli aspetti più complicati dell'elaborazione sensoriale. Per la squadra di Sacchetti e Sacco, sono queste regioni le "biblioteche" del dolore e delle emozioni non piacevole.
Durante gli esperimenti, gli scienziati hanno osservato come, quando un'esperienza tocca la sfera delle emozioni, gli stimoli sensoriali (immagini, suoni, odori) vengono legati all'emozione provata. Successivamente, in presenza di tali stimoli l'attività della corteccia secondaria si intensifica, in quanto lo stimolo rinfresca le brutte memorie. Se invece lo stimolo è nuovo, la corteccia secondaria rimane inerte.
A conferma di tale regola, gli esperti hanno eliminato dalle cavie singole porzioni di corteccia secondaria. E' allora emerso come tale operazione fosse associata alla perdita del ricordo degli eventi dolorosi avvenuti mesi prima, mentre restano le informazioni sensoriali e il ricordo di quegli stimoli sensoriali non linkati d alcun contenuto emotivo.
Chiude il dottor Sacchetti: "Le cortecce sensoriali 'di ordine superiore' presenti nel topo trovano il loro corrispettivo nel cervello umano, con la differenza che in quest'ultimo hanno una maggiore estensione ed eterogeneità. Quello che ci aspettiamo e' che nell'uomo le variazioni dell'attività sensoriale interessino le stesse aree, ma in più punti localizzati. Con queste basi sperimentali, siamo pronti a procedere con lo studio sull'uomo, che condurremo utilizzando le tecniche di imaging".
Fonte: Tiziana Sacco and Benedetto Sacchetti, "Role of Secondary Sensory Cortices in Emotional Memory Storage and Retrieval in Rats", Science 6 August 2010:Vol. 329. no. 5992, pp. 649 - 656 DOI: 10.1126/science.1183165

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