martedì 18 giugno 2013

Clima pazzo, arrivano i granchi a Mosca.

L’inizio della stagione estiva ha offerto ai moscoviti non poche sorprese legate alla natura. Tra di essi, non solo i capricci del tempo, ma anche gli evidenti mutamenti della flora e della fauna dei parchi cittadini. Forse il riscaldamento globale, di cui gli scienziati parlano già da anni, apporta le sue correzioni all’ambiente molto più in fretta di quello che si pensava.


L’insolitamente breve primavera ha afflitto gli abitanti della capitale con un’invasione di Bibionidae e di Acari della foresta. Ma all’inizio dell’estate sono arrivate anche delle buone notizie: per esempio, nel corso superiore della Jauza sono comparsi granchi e ghiozzi. È un segnale affidabile che il fiume è diventato più pulito. I pescatori più accaniti confermano all’unisono che la scardola locale ha acquisito forme più consistenti ed è diventata simile al suo omologo del sud, che abita nelle acque del Don e del Kuban’. Nelle reti sono apparse anche delle lasche di dimensioni sorprendenti, di cui in passato si poteva solo leggere nei libri del naturalista russo del XIX secolo Leonid Sabaneev. Nei laghetti di Mosca hanno iniziato a gracidare le rane, quasi raddoppiate, in modo assolutamente inaspettato. Sulla riva, invece, camminano delle vocianti casarche comuni di color rosso chiaro, arrivate da chissà dove. E sono solo alcuni dei segni del cambiamento in atto. Piante e animali reagiscono piuttosto in fretta ai mutamenti climatici, spiega il coordinatore del programma per la tutela della biodiversità del Fondo mondiale per la natura (WWF) di Russia, Vladimir Krever:
Cambia la popolazione di molte specie, cambia l’habitat di loro diffusione. La tendenza è chiara: le specie settentrionali vanno ancora più a nord, mentre quelle meridionali le seguono a ruota. Non possiamo dire che tra cinque anni nella oblast’ di Mosca cresceranno le banane o le ananas, ma possiamo dire che lo spostamento e la limitazione dell’habitat dell’orso e dell’orso polare avverranno in un futuro prossimo.
È indispensabile tenere conto dell’influenza del clima, ma in ogni caso concreto occorre anche valutare tutti i nessi di causa-effetto, come dice, nel richiamare alla prudenza nelle conclusioni, il direttore del programma “Klimat i energetika” (Clima ed energetica) Aleksej Kokorin:
Come esempio posso riportare la comparsa dello squalo nella zona di Vladivostok: si sono avuti come risultato anche degli incidenti seri, sono morte delle persone. È un caso che viene studiato da più parti. È stato chiarito che là vi era la contemporanea influenza di alcuni fattori: sia le acque più calde, cosa legata la clima, sia il cosidetto cibo addizionale; avevano cioè buttato pezzi di carne come esca per il pesce, ma ciò aveva attirato gli squali. Bisogna dire che questa è una situazione tipica. Per le stesse rane e zanzare potrebbe essere importante in una certa misura il clima, ma forse vi è anche un’altra causa. È difficile stabilire in quale proporzione.
I ricercatori dell’Università britannica di York hanno studiato i cambiamenti dell’habitati di 2000 diverse specie biologiche, dalle alghe ai mammiferi, negli ultimi 40 anni. Le loro conclusioni sono pienamente accertate: animali e piante si spostano dall’equatore verso i poli. Tra l’altro, la velocità media del loro spostamento è di 17 chilometri al decennio, tre volte più rapidamente di quello che si pensava prima.
Se continuerà così, prossimamente i moscoviti assisteranno all'occupazione volatile, strisciante, saltellante e vegetale della capitale da parte di specie vegetali e animali provenienti dal sud. Quanto sia positivo è argomento per un discorso a parte, ma motivi per stupirsi ce ne saranno ancora molti.

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