martedì 5 novembre 2013

Metodo "stamina" secondo Davide VANNONI , funziona.


Metodo StaminaDavide Vannoni, dopo lo stop alla sperimentazione deciso dal Ministero della Salute, torna a ribadire la validità del suo metodo in una conferenza stampa tenutasi lo scorso 24 ottobre a Roma presso l’Hotel Nazionale di Piazza Montecitorio. Le cartelle cliniche, però, sono ancora top secret e sarebbero state consegnate al Tar del Lazio.
Con il nostro protocollo i pazienti migliorano" ha dichiarato il presidente di Stamina Foundation nel corso della conferenza, trasmessa anche online sulla piattaforma 'Streamit'. I risultati di tali progressi sarebbero stati verificati dagli stessi medici che seguono i malati agli Spedali Civili di Brescia, attraverso indagini cliniche e strumentali.
Lo stop alla sperimentazione era arrivato a seguito della bocciatura del metodo formalizzata dal Comitato Scientifico preposto alla sua valutazione. Gli scienziati, nominati dallo stesso Ministero, hanno espresso parere negativo, ritenendo che il protocollo non poteva garantire alcuna speranza per i pazienti, in quanto privo di consistenza scientifica.
Ma secondo Vannoni i malati curati a Brescia migliorano. Perché, dunque, questa contraddizione? Al di là delle accuse mosse dallo stesso presidente di Stamina al sistema, giudicato corrotto da conflitti di interesse e di potere che vanno ben al di là delle valutazioni scientifiche, il protocollo consegnato alle autorità, così come era stato richiesto, era statostandardizzato così da essere comprensibile anche a biologi non esperti di Stamina. Peccato che nel Comitato non sembra essere stato chiamato alcun biologo.
Lo stesso Vannoni ha sostenuto comunque che i dati raccolti sui pazienti in cura non sono organizzati in modo formale come fossero relativi ad una vera e propria sperimentazione, probabilmente perché riguardanti malattie diverse e registrati in condizioni diverse. Masarebbero inequivocabili.
D'altronde il presidente della fondazione ha sempre considerato la sperimentazione inutile e sprecati i 3 milioni di euro stanziati a tal fine, ritenendo più corretto, nonché molto più economico, che medici nominati dalle autorità valutassero i risultati ottenuti a Brescia. Gli stessi che ora avrebbe consegnato al Tar del Lazio e che ha promesso di rendere pubblici in forma anonima sul web entro qualche giorno.
Restiamo dunque in attesa.

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