venerdì 21 febbraio 2014

Sri Lanka - Meteorite distrugge abitazione a Walapane. (VIDEO)

mercoledì 19 febbraio 2014

Riscaldare casa con solo 20 euro l'anno? Si può con l'E-CAT.

Se tutto va bene, dovreste presto essere in grado di aggiungere al vostro riscaldamento centralizzato esistente un dispositivo rivoluzionario da 400 a 500 dollari / euro con cui potrete riscaldare la vostra casa con una sola cartuccia riciclabile a base di polvere di nichel, per meno di 20 dollari / euro all’anno.
E-CAT
Fino a poco tempo fa, il prezzo del dispositivo è stato stimato a $ 4,000. Grazie alla volontà del suo progettista, l’ingegnere Andrea Rossi (1950), alla partnership industriale con National Instruments negli Stati Uniti, (leggi) e alla produzione altamente automatizzata, il prezzo è stato diviso per dieci, al fine di tagliar le gambe al mercato di copie per il reverse engineering che sicuramente appariranno una volta che il sistema sarà avviato in larga scala. Obiettivo: 1 milione di unità domestiche all’anno dai primi mesi del 2013. (*)
Delle dimensioni di un computer portatile (il processore è della misura di un pacchetto di sigarette), e di una sicurezza proclamata come totale, questo sistema rivoluzionario, detto di reazione nucleare a bassa energia,  non emette, secondo Rossi (ed il Professor Focardi – Università degli Studi di Bologna) alcuna radiazione o emissione di alcun tipo.
Il nichel è abbondante sulla Terra e non è costoso, ma è tossico, soprattutto in polvere, e il trattamento deve essere fatto da professionisti. La quantità di nickel consumato nel processo è estremamente ridotta. Per farsene una idea, secondo Andrea Rossi, un solo grammo può produrre 23.000 megawatt/ora di energia (sì, ventitremila megawatt/ora !).
L’E-cat è un sistema rivoluzionario che utilizza il calore di polvere di nichel, un’infima quantità di idrogeno, uno o più catalizzatori specifici, come pure delle frequenze radio per mettere in moto le forze repulsive (Coulomb) tra le particelle subatomiche in modo vantaggioso, un po’ come ciò che accade nelle arti marziali orientali.
Al momento del lancio, il processo di preriscaldamento del sistema consuma 3000 watt per un’ora. Poi, una volta avviato, il consumo di potenza diventa insignificante, come un computer, producendo una quantità straordinaria di energia termica per riscaldare l’acqua in modo stabile e controllato a 120°C. Il sistema può essere completamente fermato nel giro di 30 a 60 minuti.
L’E-cat è in corso di certificazione negli Stati Uniti da UL (Underwriters Laboratories). Una fabbrica completamente robotizzata sarebbe in costruzione, a quanto sembra in Massachusetts, con National Instruments come partner industriale.
Nel giro di 12 a 24 mesi, il sistema sarà anche in grado di generare elettricità, una volta superate le difficoltà di mantenere la temperatura a 400°C (anziché gli attuali 120°C).
La distribuzione e la vendita saranno effettuate attraverso partner autorizzati, nonché via Internet. Pre-ordini, senza impegno finanziario, possono essere effettuati già da ora tramite il sito Ecat.com.
Visti i rischi inerenti a questo tipo di avanguardistico progetto industriale, Andrea Rossi non vuole in questa fase aprire il capitale a degli investitori privati, accettando il solo sostegno  delle imprese e organizzazioni che intendono investire piccole somme di denaro.
In conclusione, questi pensieri di Brian Josephson, Premio Nobel per la Fisica 1973: “Ad oggi, non vi è alcuna base per dubitare delle affermazioni di Rossi” e “reattori del tipo Rossi sono già in produzione e secondo M. Dennis Bushnell Chief Scientist alla NASA, potrebbero “cambiare completamente la geo-economia, geopolitica e risolvere i problemi del clima e dell’energia“. (link)
Se confermato, sembra che siamo davvero in presenza di un cambiamento di paradigma nel settore dell’energia. Probabilmente paragonabile alla scoperta della ruota o del fuoco.
A titolo di paragone, il progetto di fusione internazionale (molto) calda ITER a Cadarache (Francia), dal quale, si spera, a botte di decine di miliardi di euro di denaro pubblico, poter estrarre i primi kilowatt tra cinquanta anni o più e di cui oggi si conosce meglio il carattere altamente aleatorio ed irragionevole (vedi l’articolo pubblicato il 13/01/12 su Mediapart: “ITER, il naufragio”),… può andarsi a rivestire e, soprattutto, cercare di riorientarsi verso un progetto più utile per la società.
(*) Andrea Rossi lavora da 14 a 16 ore al giorno su questo progetto e l’intervista da cui è scaturito questo articolo è stata realizzata il 15 Gennaio 2012 dopo una giornata cosi, tra le 11 di sera e l’1 del mattino. Complimenti all’artista! E tutti i nostri migliori auguri.
Fonti per questo articolo: Intervista a Andrea Rossi il 15 Gennaio dal giornalista scientifico Allan Sterling (Notizie Pure Energy Systems). Riassunto in inglese qui (link). Trascrizione dell’intervista in inglese qui (link).
Catalyst énegie Focardi e Rossi (Wikipedia, francese)
Per ulteriori informazioni: E-Cat è stato descritto sulla AgoraVox 22/12/11 (link) e 29/10/11 (link), dopo la decisiva semi-pubblica manifestazione a Bologna, di un generatore di E-cat industriale da 1 megawatt.
NDR: Nel link della fonte, qui sotto, trovate altri spunti interessanti
Altri articoli aull’E-Cat :









mercoledì 12 febbraio 2014

Tsunami in Norvegia.

casa ala deriva
Non mi sembra che in Italia se ne sia parlato. Ma lo scorso mercoledì intorno alle 4:30 del pomeriggio, il piccolo villaggio norvegese di Nord-Statland che si adagia in un bellissimo fiordo, è stato colpito da uno tsunami vero e proprio.
Stando ai rapporti locali sembra che alcune onde siano state alte anche 15 metri (anche se ciò appare improbabile).
Il villaggio distrutto
Ma non c’è stato alcun terremoto, come è possibile allora? Sembra chiaro che la causa sia da ricercare in una frana sottomarina che si è verificata sul versante opposto del fiordo in cui è localizzato il villaggio. Su quel versante infatti, si nota una frana, ma è troppo piccola per poter aver creato l’onda distruttrice e quindi non può essere che una frana avvenuta al di sotto della superficie marina.
Sembra che la frana sia stata causata dal riporto di materiale di scarto di un altro villaggio in costruzione e di un piccolo porto. Ma qualunque sia stata la causa scatenante sta di fatto che 57 persone si sono trovate senza casa e senza nulla dei propri effetti personali, consolati solo dal fatto che nessuno è stato ucciso dall’evento.
Un monito per tutte le aree costiere che pur non essendo sismiche possono comunque essere colpite da uno tsunami sottomarino. Un monito ancor più importante per la nostra Italia.

martedì 11 febbraio 2014

Professore aquilano scopre il nesso tra masticazione e Alzheimer.



L’AQUILA - Dagli studi di un docente aquilano arrivano importanti novità nel campo della ricerca sulle malattie neurodegenerative.
Recenti studi del professor Vincenzo De Cicco hanno dimostrato infatti che uno squilibrio nel complesso apparato muscolare della mandibola è una delle cause che portano a peggiorare processi cognitivi, fino ad arrivare a patologie come il morbo di Alzheimer.
Si tratta di un passo decisivo nella comprensione e nella cura delle patologie neurodisfunzionali causate da squilibri dei muscoli masticatori, come vengono chiamati in linguaggio scientifico.
De Cicco ha di fatto aperto una finestra fino a oggi impensabile sulle connessioni fra malocclusione dentale e disfunzione dei neuroni del Locus Coeruleus, la sola fonte di produzione della noradrenalina nel sistema nervoso centrale. I suoi lavori scientifici sono già reperibili su Pubmed, circuito medico internazionale.
“È stato dimostrato - spiega - che nell’Alzheimer la neurodegenerazione inizia nel Locus Coeruleus e solo dopo molti anni si estende alla corteccia cognitiva. Sono finalmente riusciuto ad avviare una ricerca per dimostrare l’influenza dell’azione dei muscoli masticatori su questo nucleo”.
Secondo il professore, “lo squilibrio dei muscoli che permettono alla mandibola di serrarsi, valutato mediante esame di elettromiografia di superficie, peggiora i processi cognitivi, attentivi e motori”.
“In parole povere - aggiunge - se la masticazione avviene soltanto da un lato, si iperattiva soltanto l’emisfero corrispondente e si crea uno squilibrio. Per questo è essenziale insegnare ai bambini a masticare in maniera alternata, ovvero un boccone a destra e uno a sinistra, prediligendo cibi di consistenza più dura”.
Per De Cicco, “oltre a favorire uno sviluppo armonico dell’apparato dentale, queste semplici abitudini, che vanno prese in considerazione anche dagli adulti, evitano l’asimmetrica attivazione degli emisferi cerebrali. Questa è una condizione favorente l'insorgere dell’Alzheimer - sottolinea - come ampiamente provato nelle ricerche di laboratorio”.
Il professor De Cicco, impegnato anche su altri fronti, come la terapia anti-invecchiamento cerebrale (anti-aging), vive e lavora da quasi quarant’anni all’Aquila.
Già docente di Neurofisiologia trigeminale clinica presso l’Università di Pisa e di Odondoiatria posturale e neuro-disfunzionale alla “D’Annunzio” di Chieti-Pescara, da tempo è impegnato nello studio tra l’occlusione dentale e le malattie cognitive in età giovanile e adulta.

domenica 2 febbraio 2014

Parassiti intestinali e malattie correlate.



Questi piccoli esserini chiamati anche vermi sono spesso la causa di diverse patologie, che vanno da semplici eruzioni cutanee fino al diabete e al tumore.
Diversi lettori ci hanno contattato chiedendoci informazioni su questo argomento e così abbiamo chiesto un parere al nostro Dott. Baldari per capire meglio questo problema e dare consigli pratici a chi ci segue.
Scopriamo di più, allora, sui parassiti intestinali grazie all’esperienza clinica del Dott. Urbano Baldari che da anni analizza i rischi e le malattie correlate alla presenza di questi parassiti nel corpo delle persone.
I parassiti elminti (i vermi) sono spesso sottovalutati dalla clinica ma dal punto di vista della Medicina dell’Informazione sono invece molto importanti.
Nella mia pratica diagnostica quotidiana, li trovo spesso presenti (con le loro frequenze), nel contesto di patologie anche molto importanti, anche gravi e complesse. Se è vero che nel mondo occidentale è raro vedere le grandi infestazioni verminose, tuttavia le contaminazioni minori di questi esserini sono molto comuni, ma poco conosciute nei loro aspetti clinici, e purtroppo poco indagate.
È probabile che le grandi migrazioni di popolazione, sia umana, che animale, di questi ultimi anni, possano “mescolare le carte”, ovvero rendere presenti determinati ceppi di elminti, che in passato non si trovavano nei paesi cosiddetti “evoluti”.
Attualmente, esiste una tendenza, da parte di molti medici, di non considerare come pericolose le parassitosi. Quando va bene, queste forme sono considerate collegate alla Medicina Tropicale, cioè a quella scienza che studia le patologie proprie dei paesi più caldi, e in via di sviluppo (oppure, purtroppo, senza alcuno sviluppo).
Questa colpevole mancanza è accompagnata, spesso, da una totale ignoranza sull’argomento, tanto è vero che, dispiace dirlo, anche nei laboratori più organizzati manca la figura del parassitologo. Di più, io, personalmente, ho l’impressione che per molti medici questo problema semplicemente NON ESISTA e quindi non viene preso in considerazione.
Eppure i vermi sono sempre più frequenti e si accompagnano spesso a disturbi molto severi. Chi sostiene in modo quasi assoluto che i vermi siano tra le principali fonti d’inquinamento del corpo, sia dal punto di vista chimico, che da quello informazionale, è la dottoressa H.R. Clark, la quale ha sviluppato una metodica di ricerca frequenziale concettualmente simile a quella da me eseguita, pur essendo tuttavia operativamente molto diversa.
È molto probabile che uova, larve, cisticerchi e vermi adulti, essendo molto grandi, rispetto agli altri microrganismi, possiedano proporzionalmente un vasto ventaglio di antigeni in grado di attivare e modificare il sistema immunitario e il flusso di informazioni all’interno del corpo; inoltre, sembra che i parassiti, morendo, liberino nell’ambiente virus e batteri che essi portano dentro di sé. Detta in altri termini, la mole d’informazioni anomale che possono incidere sul “software” dei sistemi biologici è vasta, e tale da indurre modifiche profonde e serie soprattutto a livello di risposta immuno-allergica e di tipo nervoso.
Alterazione della flora batterica e sistema immunitario
Un altro danno, molto importante, è la capacità di questi esserini infestanti l’intestino, di provocare alterazioni nel numero e nella qualità della flora batterica che ci aiuta a proteggere le cellule intestinali, ci produce vitamine e sali minerali, ci prepara le proteine per essere assimilate e utilizzate.
A questo va aggiunto il danno diretto del parassita, il quale, secondo la sua specie, ha un ciclo vitale di riproduzione e sviluppo ben preciso, toccando più ospiti, sia stabili, che occasionali e, all’interno di questi, più organi. Esso ritorna sempre, per deporre le uova, nell’intestino o nella colecisti, e questo succede, per lo più, seguendo il ciclo lunare: nei giorni in cui c’è una nuova fase lunare (in pratica, circa quattro volte al mese).
Una caratteristica dei vermi, non di tutti, è quella di risalire dalla valvola di Oddi, posta nella parte alta dell’intestino tenue, lungo le vie biliari e, meno, pancreatiche, stabilendosi in aree “più protette” dalle aggressioni esterne.Un’altra localizzazione privilegiata è l’appendice: non di rado infiammazioni di questo organello linfatico sono causate da una forte infestazione parassitaria.
Ogni elminta ha in genere ospiti preferenziali nel regno animale, con i quali, entro certi limiti, contrae una specie di “modus vivendi”. Molto spesso, ciascun verme infesta due ospiti, appartenenti a due specie diverse del regno animale: uno intermedio e uno definitivo. In determinate circostanze, però, si possono avere infestazioni intermedie e definitive anche in altri appartenenti al regno animale, che fungono da ospiti occasionali. È così che, a volte, assistiamo a patologie da elminti che non propriamente dovrebbero svolgere parte del loro ciclo vitale nell’uomo. In questi casi è possibile che il sistema immunitario non riconosca appieno la specie infestante, e non riesca a operare una buona contrapposizione, ad esempio, quando i vermi, troppo presenti, muoiono e liberano frammenti biochimici, ma soprattutto imputs informatici “nuovi”.
Questo è il motivo, all’opposto, per cui Enterobius vermicularis (Ossiuro), cioè il parassita più conosciuto come “obbligato” per l’uomo, sia come ospite intermedio, che definitivo, provoca sintomi marginali (a meno che, come detto prima, non sia risalito lungo le vie biliari), mentre altri elminti, di cui per noi umani  è più difficile la infestazione, o che hanno un ciclo vitale con più ospiti, sono in effetti più pericolosi e devastanti. Per il vero, esiste anche una maggiore “tolleranza”, prima informatica e poi biochimica, verso taluni parassiti, piuttosto che verso altri, a seconda della razza e del luogo di provenienza dell’individuo umano che viene infestato. Infine, conta molto lo stato dell’intestino, le eventuali disbiosi o patologie del digerente, essendo questa la porta principale di entrata di tali agenti (la seconda è quella inalatoria: uova o cisti di parassita possono essere inalate dalla terra, dove sono state lasciate da animali che lì hanno defecato).
Il sistema difensivo intestinale elabora una risposta generica, formata dalla attivazione di eosinofili, IgA, ed eventualmente IgE, la quale, in condizioni normali, permette di contrastare e limitare in modo efficace tutti parassiti elminti, i quali vengono “contenuti” in un numero di individui non  in grado di nuocere all’organismo in cui si sono introdotti: fintantoché questo controllo funziona come “regolatore” ecologico, non si corrono particolari pericoli, a meno di comportamenti a rischio.
I comportamenti e le abitudini che mettono a rischio di contaminazione da parassiti

Indonesia - Vulcano esplode a Sumatra,14 morti,

Notizie terribili giungono dall’Indonesia dove oggi è avvenuta in maniera improvvisa l’eruzione esplosiva del vulcano Sinabung, a nord di Sumatra. Sono almeno 11 le persone che hanno perso la vita in maniera quasi immediata a causa della rapida e rovente colata piroclastica fuoriuscita dal cratere pochi secondi dopo l’esplosione.
Lo riferisce la Bbc online.
Otto persone, tra cui quattro alunni di un liceo in gita per vedere il vulcano, sono state trovate morte nel villaggio di Sukameriah, poco distante dal cratere. Altri tre corpi sono stati recuperati nel villaggio successivamente.
Ecco la foto terribile che giunge da Sumatra.
Aggiornamento ore 16.30 : le vittime salgono a 14. «È probabile che troveremo altre vittime», ha dichiarato Benny Kaban, uno dei volontari che sta partecipando alle operazioni di soccorso nelle zone interessate dalla nuova eruzione del Sinabung, vulcano che ha ripreso l’attività eruttiva lo scorso settembre costringendo circa 30mila persone a lasciare le proprie case. Dopo 400 anni di silenzio, il vulcano, una montagna alta 2460 metri, aveva ricominciato ad eruttare nell’agosto 2010.

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