martedì 21 gennaio 2014

Batterie Aquacell: le pile eco-friendly che si attivano in acqua!


Un’idea innovativa e davvero originale questa che vi stiamo per raccontare: una pila che si immerge in acqua e si attiva! La pila in questione si chiama ‘Aquacell‘ ed è la nuova batteria ideata da Niels Bakker, uno scienziato olandese, in collaborazione con i suoi colleghi Patrice Horowitz, Laurent Arnoux e Olivier Chauffat.
Questa pila contiene pochissimi metalli pesanti e funziona solo dopo cinque minuti di immersione in acqua. Ci sono voluti ben quattro anni di ricerca e sviluppo per progettare ed ottenere un tale prodotto dal design pulito; oggi eccola quì ad incuriosire migliaia di persone. Essa pesa solo 12 grammi. E’ contenuta in una case in plastica riciclata e non nel classico involucro di acciaio intorno.
La fabbrica di produzione di queste spettacolari pile “acquatiche” si trova in Cina nella provincia di Guangdong e produce dai 3 ai 5 milioni di batterie al mese.
Il suo ideatore spiega che questa nuova pila è molto leggera ed è stata progettata sulla base di polveri organiche non inquinanti, a differenza delle tradizionali batterie che invece contengono sostanze inquinanti.
A differenza delle pile alcaline, che devono essere utilizzate entro otto anni dalla loro produzione, le Aquacell non hanno una data di scadenza. Il loro creatore, Niels Bakker, spiega: “al momento di lasciare la fabbrica, le batterie sono scariche, non hanno nessuna tensione o amperaggio. Ciò implica anche meno rifiuti”.
Le batterie normali iniziano a perdere potenza già dal momento in cui sono prodotte: queste pile invece rimangono inattive fino al momento del loro utilizzo. Quando si decide di usarle basta immergerle in acqua ed iniziare ad usarle!
Sono indicate per l’uso quotidiano di dispositivi con basso consumo  e di media potenza.
L’unico svantaggio delle pile Aquacell è che una volta attivate hanno una durata inferiore rispetto alle batterie tradizionali e sono inoltre leggermente meno potenti. Ma un vantaggio davvero positivo è che possono essere riciclate all’85% e a basso costo.
Volete comprarle? In Italia ancora non sono disponibili (purtroppo) ma se andate sul sito svizzero le troverete già in vendita.
Fonte contenuto e immagini: www.aquacellbattery.com ]

Luci sismiche per prevenire i terremoti, i risultati in uno studio canadese.

 "luci sismiche"
I ricercatori le hanno chiamate luci sismiche e sono quelle luci che appaiono poco prima di un terremoto. Il perché il fenomeno fosse correlato al verificarsi di un sisma era sconosciuto fino alle prove presentate dal team di ricerca pubblicate sul Seismological Research Letters.
A condurre gli studi Robert Thériault geologo al Ministero delle Risorse Naturali del Quebec con Friedemann Freund della San Jose State University che hanno analizzato le circostanze geologiche di 65 terremoti a partire dal 1600 analizzando gli avvenimenti avevano in comune. Infatti corso degli ultimi decenni in merito alle luci sismiche sono state esposte diverse ipotesi: alcuni hanno proposto che movimenti tettonici di rocce che includono quarzo potrebbero generare un campo pizoelectrico che produce lampi di luce; altri hanno suggerito che lo stress tettonico permette temporaneamente alle rocce di condurre energia elettromagnetica, innescando cambiamenti nella carica magnetica della ionosfera, il livello più alto dell’atmosfera . Ma è estremamente difficile testare una di queste ipotesi, perché i terremoti sono imprevedibili e le condizioni sono difficile riprodurre in un laboratorio.
Ha detto Thériault:
Abbiamo costruito un ampio database di terremoti con luci sismiche che si sono verificati in tutto il mondo e abbiamo trovato un modello davvero sorprendente.
In tutto il mondo circa il 95% dell’attività sismica avviene ai confini tra due o più placche tettoniche. Ma la stragrande maggioranza delle luci sismiche (85%) si è verificata in associazione con un terremoto all’interno di una placca tettonica nei siti di rifting continentale , una categoria che rappresenta solo il 5% di tutti i terremoti. Inoltre, la maggior parte del restante 15% è verificato con terremoti causati da due placche che scivolanol’una accanto all’altra, piuttosto che da una lastra spinta sotto un altra (zona di subduzione). Gli scienziati hanno scoperto che le luci sismiche appaiono o prima o durante i terremoti, piuttosto che dopo. Non c’è ancora una spiegazione per i modelli di localizzazione insoliti delle luci sismiche ma si pensa di poter spiegare questa tendenza nei tempi.
Spiega Thériault:
Il processo inizia in profondità nella crosta dove le rocce sono sottoposte a elevati livelli di stress. In alcuni tipi di roccia, Freund lo ha dimostrato in esperimenti di laboratorio, questo stress può spezzare le coppie di atomi di ossigeno caricati negativamente che sono insieme in legami di perossido. Quando questo accade ciascuno degli ioni di ossigeno viene rilasciato e questi possono fluire attraverso le fessure della roccia, verso la superficie. A quel punto questi atomi caricati a alta densità ionizzano sacche di aria formando un gas (un plasma) che emette luce.
Sollecitazioni tettoniche per un periodo prolungato di tempo possono poi trasformarsi in un terremoto e il loro modello, che si basa su questo stress potrebbe spiegare perché le luci si verificano spesso minuti, ore o addirittura giorni prima di un terremoto. Per gli scienziati le luci sismiche dunque potrebbero essere più che un intrigante fenomeno un indicatore fondamentale nell’annunciare un sisma.
Conclude Theriault
Se si vedono luci in cielo e si abita in una zona sismica allora si potrebbe pensare a un primo segnale di allarme per un terremoto che si sta avvicinando.

FONTE

Studi del Dott. ADLER sui campi di disturbo indotti dai denti del giudizio.

La persona che per prima richiamò l’attenzione sulla possibilità che i denti del giudizio potessero agire come campi di disturbo fu il dottor Adler. Ho avuto il piacere di conoscerlo nella sua clinica di Lloret de mar circa nel 1984 e fui sorpresa di come una persona, già avanti negli anni, potesse mantenere l’entusiasmo di un bambino al momento di scoprire un focus tonsillare in un paziente con diagnosi di artrite reumatoide. Il lavoro sui campi di disturbo e sui focus fu una delle passioni della sua vita, di pari passo con quella per gli animali e per il mare. Il dottor Adler morì novantenne nel novembre del 1996.
Adlerllibre Adler Il dottor Adler era molto attratto dagli animali, e nella propria casa aveva anche delle scimmie. In esse scoprì che posteriormente al dente del giudizio vi era uno spazio, lo spazio retromolare. Da ciò la sua deduzione che, con l’evoluzione della specie, la mandibola degli esseri umani si sia andata riducendo di grandezza, ed in molti casi il dente del giudizio ha carenza di spazio. Non solo ci sono focalita' per gli ottavi inclusi, spesso solo l’occupazione dello spazio retromolare può essere sufficiente a generare disturbi ed irritazione a carico del trigemino.
Questo è il libro che ha scritto il dottor Adler,  lo si può trovare gratuitamente in www.terapianeural.com
odonton
Sappiamo che l’odontone comprende il dente, la gengiva, il tessuto connettivo, l’osso alveolare, l’arteria, la vena, il nervo, il vaso linfatico, e forma parte del sistema di regolazione di base di Pischinger, e che esso funziona come un tutt’uno tanto che qualsiasi infiammazione o disturbo a carico di un odontone determina una irritazione a carico di tutto il sistema.

BANNER

ADD/THIS

Bookmark and Share
webso OkNotizie