venerdì 26 marzo 2010

Giampaolo Giuliani intervistato sulla sequenza di sismi in tutto il Mondo: Questione planetaria o normale attività tellurica?




SEQUENZA DI SISMI IN TUTTO IL MONDO: QUESTIONE PLANETARIA O NORMALE ATTIVITA’ TELLURICA?. GIAMPAOLO GIULIANI RISPONDE

Giampaolo Giuliani, ricercatore aquilano che attraverso gli studi di precursori sismici (gas sotterranei) come il Radon, è stato in grado di prevedere attraverso le sue stazioni di rilevamento, il terremoto che colpì L’Aquila lo scorso 6 aprile 2009. Boicottato dalla comunità scientifica nazionale, ha trovato immediatamente credito presso gli studiosi sismologi e geologi esteri, i quali non solo lo hanno accreditato ma si sono anche complimentati con lui per la ricerca che sta conducendo. Giuliani inoltre nello scorso dicembre 2009, è stato relatore a S. Francisco presso il convegno internazionale di sismologia dell’AGU FALL, occasione in cui ha potuto presentare i suoi studi davanti ad una platea di eminenti studiosi mondiali che lo hanno acclamato.
In una recente intervista Giampaolo Giuliani dichiarò che i terremoti che stanno avvenendo da un anno a questa parte in tutto il globo terrestre, a seconda dei suoi studi, hanno tutti una stretta correlazione. Dichiarò inoltre che la fascia planetaria interessata è quella legata al Tropico del Cancro. Nelle seguente intervista gli abbiamo rivolto domande su questo specifico argomento.
INTERVISTA A CURA DI: Carla Liberatore e Marco Francesco Fabbri per MondoRaro Magazine
CL. MF. – Giuliani, lei ritiene che gli eventi sismici che si stanno susseguendo a livello globale siano tutti interdipendenti?
Giampaolo GIULIANI –  La sequenza sismica mondiale che perdura ormai da più di un anno, non può essere considerata nella norma. L’alto numero di eventi settimanali, con grado sismico rilevante rispetto alle medie annuali precedenti, mostra per certo un incremento sul pianeta, raffrontabile solo alla crisi sismica, più vicina a noi, verificatasi tra gli anni del 1960 ed il 1962
CL. MF. – State conducendo col suo staff delle ricerche i merito? Cosa ne risulta fino ad oggi?
Giampaolo GIULIANI – Le nostre ricerche sono orientate principalmente al monitoraggio del territorio dove effettuano misure e controlli le nostre stazioni. I dati ottenuti e le analisi mirano alla realizzazione di un sistema che potrà permettere, a livello planetario, di disporre di un allarme preventivo sui terremoti, in una finestra temporale utile, indicazione della zona epicentrale dell’evento e relativo grado sismico
CL. MF. – Quali potrebbero essere i motivi di questa sequenza sismica mondiale? E’ solo la fascia del Tropico del Cancro ad esserne interessata?
Giampaolo GIULIANI–  I motivi di questa crisi planetaria, vanno ricercati nelle cause che producono i terremoti. Le analisi relative ai nostri dati, lasciano pensare che attualmente il mantello, quella parte del pianeta dove galleggia la crosta terrestre, sviluppi una energia maggiore rispetto ai periodi in cui la sismogeneticità planetaria, risulta più attenuata
CL. MF. – Il sisma avvenuto a L’Aquila il 6 aprile 2009, denota caratteristiche inconsuete, potrebbe dirci quali sono queste peculiarità che lo rendono così anomalo?
Giampaolo GIULIANI –  Sono diverse le concause che hanno reso l’evento del 6 aprile diverso da eventi che normalmente si sviluppano sul nostro pianeta. La superficialità degli ipocentri degli eventi sul nostro territorio, il fatto che l’evento delle 03:32 del 6 aprile 2009, in realtà siano stati 2 eventi che si sono prodotti a 5 secondi di distanza l’uno dall’altro e ad una distanza di 2000 metri l’uno dall’altro. La natura caratteristica del territorio del bacino aquilano, che presenta zone in cui l’onda sismica viene amplificata, anziché attenuata, (vedi terre di riporto, terreni costituiti da sedimenti alluvionali, sabbie, ciottoli) cavità a ridosso di zone argillose e rocciose, non ultima la particolare rete di faglie distribuita intorno ai monti che circondano tutto il bacino e sotto il bacino stesso. Tutto ciò ha confluito a rendere inconsueto lo sviluppo dell’evento sviluppatosi sotto la crosta terrestre su cui noi viviamo
CL. MF. – I terremoti che si stanno verificando sul nostro pianeta potrebbero avere delle cause interplanetarie? E quali potrebbero essere queste cause?
Giampaolo GIULIANI – Come già detto anche in precedenza, dall’ osservazione decennale dei dati ottenuti dalla nostra ricerca sperimentale, emerge una stretta correlazione tra l’azione planetaria indotta sul nostro pianeta, dalla Luna e dal Sole. Tra queste ne citiamo qualcuna tra le più evidenti: l’effetto mareale prodotto dal ciclo anomalistico astronomico della Luna, variazioni gravitazionali indotte dalla nostra stella e dal satellite nell’orbita di rivoluzione che il pianeta compie intorno al Sole
CL. MF. –  Secondo lei, a cosa è dovuto l’intensificarsi dell’attività sismica planetaria?
Giampaolo GIULIANI –  All’evoluzione cui la Terra naturalmente è sottoposta, come qualsiasi elemento appartenente al nostro sistema universale. Ciò che si sta verificando in questo momento è già accaduto in passato e si ripeterà ancora in futuro. Questi episodi  appartengono a cicli molto più lunghi di quelli umani. I nostri antenati ci hanno lasciato memoria storica degli stessi avvenimenti, così come noi la lasceremo per i nostri posteri
CL. MF. –  La teoria dello slittamento crostale di C. Hapegood è coerente con quello che sta accadendo?
Giampaolo GIULIANI – Certo! Appartiene a quell’evoluzione di cui parlavamo prima. Le Placche continentali sono in continuo movimento. Migrano. Sono destinate a continui urti e modificazioni, che poi rappresentano una delle risposte alle cause che producono i terremoti
CL. MF. –  E’ possibile che ci sia una correlazione tra l’irregolarità del ciclo delle macchie solari e l’intensificarsi dell’attività sismica sul pianeta?
Giampaolo GIULIANI – E’ possibile. Tutte le attività della nostra Stella, regolano meticolosamente anche l’equilibrio endogeno del nostro pianeta
CL. MF. – Lo spostamento dell’asse terrestre avvenuto con i recenti terremoti ( dal terremoto in Indonesia a quello del Cile) , può incidere nel movimento di rotazione del pianeta, tenendo conto che non è una sfera perfetta ma un geoide?
Giampaolo GIULIANI –  A questa domanda non posso dare una risposta onesta, dato che non rientra nell’ambito delle mie conoscenze
CL. MF. – Per tornare più vicino a noi, quanto potrebbe costare una rete di monitoraggio e allarme sismico in Italia?
Giampaolo GIULIANI –  Sicuramente molto meno del costo di una vita umana. Di certo ancora meno di scelte scientifiche e politiche sbagliate
CL. MF. – In base a quanto lei ha dichiarato rispetto alla portata del fenomeno che stiamo vivendo, che cosa ci dobbiamo aspettare per i prossimi mesi ed anni?
Giampaolo GIULIANI –  Tutti i fenomeni naturali, tutto ciò che ci circonda dell’universo che conosciamo, mostra di avere un inizio, una vita ed una fine, per poi ricominciare

giovedì 18 marzo 2010

Stromboli: ancora frane, esplosioni e scosse sismiche


Prosegue l’attività dello Stromboli, con nuove esplosioni, frane e tante piccole scosse sismiche. L’Osservatorio vesuviano ha registrato quattro segnali sismici associabili a eventi franosi di piccola entità, lungo la Sciara del fuoco. Gli eventi seguono una serie di esplosioni e sono quindi legati al rotolamento di materiale emesso dal vulcano. L’ampiezza del tremore è mediamente su valori medio-bassi, con alcune oscillazioni su valori medio-alti.
Inoltre tre scosse di terremoto sono state registrate, tra le 12.01 e le 12.15 di ieri, mercoledì 17 marzo, dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Catania proprio nelle isole Eolie, in una zona compresa fra le isole di Filicudi e di Salina. Gli eventi sismici - di magnitudo 3.1, 2.7 e 2.4 - sono stati localizzati a una profondità di circa nove chilometri. Le scosse non sono state avvertite dalla popolazione.
Peppe Caridi

mercoledì 17 marzo 2010

Ultime da Titano


Titano si è evoluto in maniera differente dai pianeti rocciosi come la Terra. E molto diversamente anche dai satelliti ghiacciati come Ganimede (il satellite di Giove), i cui nuclei sono costituiti da strati ben distinti. Lo hanno scoperto ricercatori italiani e statunitensi in uno studio appena pubblicato su Science e coordinato da Luciano Iess dell’Università di Roma La Sapienza (insieme a Paolo Racioppa, sempre della “Sapienza” e Paolo Tortora dell’Università di Bologna). Grazie ai dati inviati dalla sonda Cassini, i ricercatori hanno svelato la composizione e la struttura interna di Titano, conoscenze cruciali per ricostruire l’origine e l’evoluzione del Sistema Solare.

Misurando le deboli spinte della gravità sulla sonda Cassini (missione NASA-ESA-ASI) durante quattro passaggi ravvicinati di Titano è stato scoperto che la temperatura all’interno del satellite era troppo bassa per rendere possibile la separazione di ghiaccio e roccia. Probabilmente Titano, che appare in gran parte come una miscela di acqua e rocce, non si è mai riscaldato oltre una temperatura di 1.000 gradi. La temperatura all’interno del satellite è sempre stata quindi troppo bassa per rendere possibile la separazione di ghiaccio e roccia. Soltanto i 500 chilometri più esterni sono privi di roccia, mentre nei rimanenti 2.100 chilometri ghiaccio e roccia sono mescolati in diverse percentuali a seconda della profondità. La ricerca, pubblicata sulla rivista statunitense Science, indica che Titano si è aggregato piuttosto lentamente, forse in un milione di anni o più, in un processo iniziato poco dopo la formazione del Sistema Solare.

I risultati ottenuti finora non indicano chiaramente se Titano abbia un oceano sotto la superficie ghiacciata, ma questa rimane un’ipotesi plausibile. Per poterlo determinare in maniera chiara, i ricercatori stanno lavorando alla misura delle maree indotte da Saturno, un obiettivo che potrà essere raggiunto nel corso della missione, che terminerà nel 2017 con un tuffo nell’atmosfera di Saturno.

Ora si aspettano i prossimi passaggi ravvicinati di Cassini per svelare lo spessore della crosta ghiacciata che potrà aiutare anche a capire se e come metano liquido possa giungere dall’interno nell’atmosfera. Il metano, spiegano i ricercatori, è responsabile dell’orografia di questa luna e la comprensione del suo ciclo è importante quanto lo è quello dell’acqua per la Terra. Infatti i fiumi, i laghi e le vallate di Titano sono state create da metano liquido che piove dalle nubi presenti nell’atmosfera: ma la sua presenza richiede una sorgente. Il metano potrebbe essere immagazzinato a grande profondità ed essere trasportato in superficie dalla convezione nel ghiaccio. 

lunedì 8 marzo 2010

Meteorite solca i cieli di Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria


Domenica scorsa un meteorite ha solcato i cieli di Ungheria e Slovacchia. L'oggetto sarebbe stato osservato maggiormente sui cieli a 30 Km sopra Košíce. Fonti del luogo indicano la probabile presenza di un cratere nei pressi di Bretka.


domenica 7 marzo 2010

Antartide - 400mila anni un meteorite vi esplose sopra.

ROMA - Quattrocentottantunomila anni fa un enorme metorite esplose sopra l'Antartide, spargendo "microsferule" che tutt'ora testimoniano l'evento. La scoperta, riferisce la Bbc, è stata annunciata alla Lunar and Planetary Science Conference a Woodlands, nel Texas.

Gli autori dello studio, fra i quali Luigi Folco e Matthias van Ginneken dell'università di Siena e Phil Bland dell'Imperial College di Londra, hanno trovato micrometeoriti e microsferule, che sono caratteristiche di un'esplosione nell'atmosfera e non dell'impatto di un meteorite con la Terra, nella zona detta Miller Butte nella catena montuosa Transantarctica, non lontano dal polo Sud. Inoltre uno strato di polvere di origine extraterrestre è stato trovato sotto due banchi di ghiaccio perenne lontani fra di loro 2.900 chilometri, il Dome C e il Dome Fuji.

Le dimensioni dell'oggetto esploso dovevano essere enormi, al punto che la massa è stata stimata in 100.000 tonnellate: l'unica possibilità per spiegare la disseminazione dei detriti è che il meteorite sia esploso nell'atmosfera "C'è materiale simile sparso su un'area molto grande - ha dichiarato Bland - é difficile pensare che questo possa essere avvenuto con qualunque altro meccanismo". Nel corso della conferenza si è inevitabilmente parlato di un parallelo con il meteorite di Tunguska, esploso nel 1908 al di sopra della Siberia, e che era molto più piccolo di quello dell'Antartide.


Secondo le simulazioni al computer del dottor Bland e dei suoi colleghi, eventi come quello di Tunguska avvengono sulla Terra ogni 500-1.000 anni. "Questi eventi sono difficili da provare dopo che sono avvenuti - ha dichiarato Bland - Andando oggi a Tunguska, bisogna davvero darsi da fare per trovare degli indizi, ed era accaduto nel 1908. Quello che rende questo lavoro così interessante è che ci consente di cercare tracce di questi episodi nella storia geologica del pianeta. Se le microsferule sono la "firma", da ora sappiamo cosa cercare".

venerdì 5 marzo 2010

MARTE - ROVER NASA FOTOGRAFA UNA STRANA FIGURA


La notizia esclusiva è stata riportata poche ore fa dal The Sun. Un curiosa foto scattata - e tra le altre migliaia - da un rover della Nasa; la scoperta è stata pubblicata on-line da Nigel Cooper un esperto che ha studiato migliaia di foto scattate dai robot Nasa sul suolo lunare. Una creatura questa che molti paragonano ad un gorilla. Il signor Cooper ha affermato "E' sicuramente un qualche tipo di creatura, sono convinto che c'è vita là fuori."

Alluvioni nel mondo

UGANDA FRANE E INONDAZIONI A EST 92 MORTI e 20.000 SFOLLATI
Kampala, 4 mar.(Ap) - Le piogge torrenziali che da lunedì cadono senza sosta sull'Uganda orientale hanno provocato 20,000 sfollati e ostacolato le ricerche di eventuali superstiti della frana che lunedì è costata la vita ad almeno 92 persone. Joel Aguma, comandante della polizia dell'Uganda orientale, ha precisato che dall'inizio della settimana le piogge hanno sommerso più di 30 villaggi, provocando l'esodo di oltre 20,000 persone. Lunedì queste stesse piogge avevano provocato l'enorme frana che ha investito tre villaggi nella regione di Bududa, seppellendo centinaia di persone. Kevin Nabutuwa della Croce rossa ugandese ha reso noto che fino a questo momento sono stati recuperati 92 corpi ma che le ricerche sono state sospese a causa del maltempo.
FONTE

HAITI DOPO IL TERREMOTO, LE INONDAZIONI PROVOCANO 13 MORTI E 3.000 SFOLLATI.
(ANSA) - PORT-AU-PRINCE, 1 MAR - Morte 13 persone ad Haiti il 27 febbraio, a causa delle inondazioni dovute alle forti piogge. Lo riferisce la Protezione civile. Almeno tre persone sono disperse mentre gli sfollati sono tremila e hanno bisogno di cibo e acqua potabile. Le inondazioni hanno ulteriormente peggiorato la situazione di un paese poverissimo e devastato dal terremoto del 12 gennaio scorso, che ha fatto 222.500 morti e piu' di un milione di senza tetto.
FONTE

ROMANIA - ALLERTA ALLUVIONI SUL DANUBIO
(ANSA) - BUCAREST, 2 MAR - Allerta alluvioni in quattro province del sud della Romania in conseguenza della crescita della portata del Danubio negli ultimi giorni. Delle quattro province bagnate dal fiume che segna il confine con la Bulgaria, la piu' colpita e' quella di Olt, dove sono stati inondati piu' di 300 ettari di pascoli. Nella provincia di Buzau, 31 localita' sono state colpite dalle frane. Il premier Emil Boc ha promesso risarcimenti alla popolazione e aiuto finanziario dal fondo per l'ambiente.
FONTE

martedì 2 marzo 2010

Terremoto _ Scossa in provincia di latina di 2,2° Richter.



Event-ID2211257140
Magnitudo(Ml)2.2
Data-Ora02/03/2010 alle 16:14:53 (italiane)
02/03/2010 alle 15:14:53 (UTC)
Coordinate41.491°N, 13.063°E
Profondità7.3 km
Distretto sismicoPianura_pontina
Comuni entro i 10Km

BASSIANO (LT)
PONTINIA (LT)
ROCCAGORGA (LT)
SERMONETA (LT)
SEZZE (LT)
Comuni tra 10 e 20km

CARPINETO ROMANO (RM)
GORGA (RM)
MONTELANICO (RM)
LATINA (LT)
MAENZA (LT)
NORMA (LT)
PRIVERNO (LT)
ROCCASECCA DEI VOLSCI (LT)
SABAUDIA (LT)
SONNINO (LT)
(Dati INGV)

ROMA (2 marzo) - Una leggera scossa di terremoto, di magnitudo 2,2, è stata avvertita alle 16,14 dalla popolazione in provincia di Latina, come segnala l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. L'epicentro è stato localizzato tra i comuni di Sezze, Bassiano e Roccagorga, a una profondità di 7,3 chilometri. Dalle verifiche effettuate dalla Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile non risultano danni a persone o cose.

BANNER

ADD/THIS

Bookmark and Share
webso OkNotizie