«...Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo... l'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.» (Giordano Bruno)
martedì 7 agosto 2012
Genetica la causa dell'infedeltà femminile?
L'infedeltà maschile è facile da spiegare. Passando di letto in letto, un uomo può fecondare più donne, aumentando la probabilità di una discendenza numerosa rispetto a chi ha una sola partner. Ma anche le donne tradiscono, a dispetto del fatto che non siano in grado di avere approssimativamente più di un figlio all'anno, qualunque sia il numero dei loro partner sessuali.
Una delle principali ipotesi evoluzionistiche per spiegare questa apparente incongruenza è che una femmina che ha molteplici partner sessuali assicura diversità e qualità genetiche alla sua prole, che teoricamente garantirebbero in seguito un maggior numero di nipoti. Ma uno studio durato 17 anni e pubblicato sul numero di giugno della rivista “The American Naturalist” ora smentisce quest'ipotesi.
"Si tratta di uno degli studi più accurati e documentati per verificare se la poliandria sia o meno l'esito di un processo adattativo”, commenta Tommaso Pizzari, biologo dell'Università di Oxford, che non ha partecipato alla ricerca. “La risposta è: non proprio”.
Precedenti studi avevano verificato la l'ipotesi della “qualità” per via indiretta. Nelle specie socialmente monogame, i ricercatori confrontano la discendenza delle femmine infedeli chiedendosi: quale prole è più numerosa? Quale vive più a lungo? Ma un modo migliore per comprendere perché si sia evoluta la promiscuità femminile, spiega Jane Reid, biologa dell'Università di Aberdeen, in Scozia, e autrice della nuova ricerca, è determinare se questa prole illegittima abbia poi effettivamente più figli.
Reid e il suo gruppo hanno studiato una popolazione isolata di passeri cantori che vivono allo stato selvatico sull'Isola di Mandarte, in Canada. Come i loro simili sul continente, gli uccelli sono socialmente monogami. Maschie femmine si accoppiano per l'intera stagione dell'amore e per diverse stagioni; inoltre, collaborano per nutrire i piccoli e difendere il nido. Ma non sono sempre fedeli: gli esami del sangue mostrano che in questa particolare popolazione, il 28 per cento dei piccoli ha una paternità diversa.
ricercatori hanno studiato tre generazioni di passeri (compresi più di 2300 piccoli) per verificare se i figli illegittimi delle femmine infedeli avessero un maggiore successo riproduttivo. È risultato così che gli illegittimi in realtà avevano un successo inferiore dei loro fratelli legittimi, generando, in media, il 50 per cento di prole in meno. “Non è quello che ci si aspetterebbe”, ha commentato Reid.
David Westneat, ecologo del comportamento dell'Università del Kentucky, è d'accordo. “Questo significa che non esistono prove a sostegno di un'ipotesi che finora ha avuto molta fortuna”. Ma la teoria non è ancora stata del tutto confutata, poiché i risultati devono essere confermati in altre popolazioni e in diverse specie. Westneat e Pizzari hanno espresso anche perplessità per il fatto che lo studio è stato condotto su un'isola: simili popolazioni, piccole e isolate, hanno la tendenza a evolvere in modo strano. Nonostante ciò, gli scienziati concordano sul fatto che la promiscuità non sembra avere vantaggi riproduttivi per la maggior parte delle femmine di passero di Mandarte.
Ma se la promiscuità non aiuta ad avere un maggiore successo evolutivo,allora qual è la sua origine? Alcune teorie attribuiscono la colpa ai maschi: la promiscuità femminile può essere una conseguenza ecologica di quella maschile. Se i maschi subiscono una forte pressione selettiva per accoppiarsi con diverse femmine, allora in un ambiente chiuso le femmine potrebbero essere forzate ad accoppiarsi con molteplici partner.
Reid sta studiando anche la possibilità che la promiscuità femminile sia una conseguenza genetica della versione maschile. Se ci sono geni che incoraggiano un maschio a essere promiscuo, egli potrebbe trasmettere questi geni alle figlie, anche se esse non traggono alcun vantaggio dal comportamento. Un recente studio sul pesce Danio rerio ha corroborato questa ipotesi.
Se risultasse che la genetica ha una forte influenza sull'infedeltà femminile, il gruppo di Reid vorrebbe riuscire a individuare quali sono i geni in grado di contribuire ai comportamenti promiscui.
(La versione originale di questo articolo è apparsa su scientificamerican.com il 6 giugno. Riproduzione autorizzata; tutti i diritti riservati).
Fonte
Una delle principali ipotesi evoluzionistiche per spiegare questa apparente incongruenza è che una femmina che ha molteplici partner sessuali assicura diversità e qualità genetiche alla sua prole, che teoricamente garantirebbero in seguito un maggior numero di nipoti. Ma uno studio durato 17 anni e pubblicato sul numero di giugno della rivista “The American Naturalist” ora smentisce quest'ipotesi.
"Si tratta di uno degli studi più accurati e documentati per verificare se la poliandria sia o meno l'esito di un processo adattativo”, commenta Tommaso Pizzari, biologo dell'Università di Oxford, che non ha partecipato alla ricerca. “La risposta è: non proprio”.
Precedenti studi avevano verificato la l'ipotesi della “qualità” per via indiretta. Nelle specie socialmente monogame, i ricercatori confrontano la discendenza delle femmine infedeli chiedendosi: quale prole è più numerosa? Quale vive più a lungo? Ma un modo migliore per comprendere perché si sia evoluta la promiscuità femminile, spiega Jane Reid, biologa dell'Università di Aberdeen, in Scozia, e autrice della nuova ricerca, è determinare se questa prole illegittima abbia poi effettivamente più figli.
Reid e il suo gruppo hanno studiato una popolazione isolata di passeri cantori che vivono allo stato selvatico sull'Isola di Mandarte, in Canada. Come i loro simili sul continente, gli uccelli sono socialmente monogami. Maschie femmine si accoppiano per l'intera stagione dell'amore e per diverse stagioni; inoltre, collaborano per nutrire i piccoli e difendere il nido. Ma non sono sempre fedeli: gli esami del sangue mostrano che in questa particolare popolazione, il 28 per cento dei piccoli ha una paternità diversa.
ricercatori hanno studiato tre generazioni di passeri (compresi più di 2300 piccoli) per verificare se i figli illegittimi delle femmine infedeli avessero un maggiore successo riproduttivo. È risultato così che gli illegittimi in realtà avevano un successo inferiore dei loro fratelli legittimi, generando, in media, il 50 per cento di prole in meno. “Non è quello che ci si aspetterebbe”, ha commentato Reid.
David Westneat, ecologo del comportamento dell'Università del Kentucky, è d'accordo. “Questo significa che non esistono prove a sostegno di un'ipotesi che finora ha avuto molta fortuna”. Ma la teoria non è ancora stata del tutto confutata, poiché i risultati devono essere confermati in altre popolazioni e in diverse specie. Westneat e Pizzari hanno espresso anche perplessità per il fatto che lo studio è stato condotto su un'isola: simili popolazioni, piccole e isolate, hanno la tendenza a evolvere in modo strano. Nonostante ciò, gli scienziati concordano sul fatto che la promiscuità non sembra avere vantaggi riproduttivi per la maggior parte delle femmine di passero di Mandarte.
Ma se la promiscuità non aiuta ad avere un maggiore successo evolutivo,allora qual è la sua origine? Alcune teorie attribuiscono la colpa ai maschi: la promiscuità femminile può essere una conseguenza ecologica di quella maschile. Se i maschi subiscono una forte pressione selettiva per accoppiarsi con diverse femmine, allora in un ambiente chiuso le femmine potrebbero essere forzate ad accoppiarsi con molteplici partner.
Reid sta studiando anche la possibilità che la promiscuità femminile sia una conseguenza genetica della versione maschile. Se ci sono geni che incoraggiano un maschio a essere promiscuo, egli potrebbe trasmettere questi geni alle figlie, anche se esse non traggono alcun vantaggio dal comportamento. Un recente studio sul pesce Danio rerio ha corroborato questa ipotesi.
Se risultasse che la genetica ha una forte influenza sull'infedeltà femminile, il gruppo di Reid vorrebbe riuscire a individuare quali sono i geni in grado di contribuire ai comportamenti promiscui.
(La versione originale di questo articolo è apparsa su scientificamerican.com il 6 giugno. Riproduzione autorizzata; tutti i diritti riservati).
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