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Il «Mostro del lago di Garda» in un'illustrazione di Angelo Busacchini: i testimoni lo ritraggono come un grosso serpente o un dinosauro |
I mostri marini o lacustri sono come gli ufo. Basta un avvistamento per moltiplicare i testimoni, come se il primo a uscire allo scoperto desse il coraggio agli altri di fare altrettanto, cancellando la paura di essere scambiati per visionari, pazzi o abituali consumatori di allucinogeni. La spedizione subacquea tra l'isola Borghese e San Vigilio organizzata dalla trasmissione di Italia 1 «Mistero» per cercare il «Lochness nostrano», ha fatto trapelare segreti inconfessati. Anche perché se è stato mantenuto il riserbo sulle immagini riprese nella grotta che si trova 50 metri sotto l'isola Borghese (dove nel Medioevo c'era un convento di francescani che, è stato tramandato, non osavano immergersi per paura di misteriose creature feroci), qualcosa di inquietante è trapelato. «Quando anche il pubblico vedrà ciò che abbiamo visto noi, l'immagine del Garda non sarà più la stessa», ha assicurato la troupe, che afferma di aver trovate chiare tracce del mostro. Tanto è bastato per scatenare i testimoni, che si sono rivolti al sito di Bresciaoggi per raccontare i loro avvistamenti. A guidarli è Walter che ha rivelato: «Sabato 20 ottobre approfittando del bel tempo sono salpato dal porticciolo di Dusano a Manerba, col gozzo di un amico, per andare a pescare al promontorio di San Fermo. All'improvviso sono stato testimone di una scena che mi ha sconvolto. A venti metri da me l'acqua ha iniziato a ribollire e sono apparsi una testa di mezzo metro e un collo sinuoso di un metro e mezzo, marrone e viscido: hanno compiuto un arco sulla superficie, inabissandosi nuovamente e sollevando una massa d'acqua. Sembrava un gigantesco serpente o il lungo collo di qualche strano essere». Ma non finisce qui. Un camionista di Riva del Garda ha segnalato al giornale che all'altezza di Gargnano, mentre percorreva la 45 bis verso nord, ha visto salire in superficie per un attimo «un grosso indefinibile animale». Fantasie, strani riflessi sull'acqua, bisogno dell'oculista o cosa? Chi può dirlo. L'unico dato certo è l'avvistamento fatto da un subacqueo undici anni fa. Era sceso a 25 metri di profodità davanti a Gargnano, quando all'improvviso ha visto avvicinarsi una grande sagoma scura. Così grande che ha deciso di scappare. Giunto in superficie ha detto che si trattava di un pesce siluro lungo almeno cinque metri. Un pesce di mostruose dimensioni, quindi, non un mostro. Ma i mostri ci sono davvero nel Garda? Lo chiediamo a chi sull'onda -lacustre- dell'amletico dubbio ha girato due video intitolati «Cacciatori di mostri 1» e «Cacciatori di mostri 2», visibili su Youtube, e ha pure scritto un libro «La vera storia dei cacciatori di mostri» sotto lo pseudonimo di Paul Dogerty Flyan. Si tratta di Andrea Torresani, giornalista e direttore del «Corriere della Riviera», che sulla questione mantiene però una posizione tra l'ironico e il possibilista. «Il primo avvistamento nel Garda risale al 1965», racconta. «Alcuni pescatori, a più riprese, segnalarono la presenza di un essere strano, grigio, che aveva una forma “a gobba”, tipo serpente o dinosauro. Spesso trovavano le reti immerse tagliate, senza più pesci. Il fatto venne ripreso dai quotidiani, ebbe una vasta eco. Poi i pescatori smisero di parlarne, non volevano essere presi per visionari e desideravano anche esorcizzare la paura». La cosa finì lì, finché in un casolare diroccato di Garda, Torresani trovò un coltello, una fiocina e una cartolina del lago su cui, a matita, era stato disegnato un piccolo cerchio in prossimità di villa Canossa sotto cui era scritto "segnalazione”. «Da qui», spiega il giornalista, che apparirà nella puntata di «Mistero» in onda i primi di gennaio, «è nata l'idea della ricerca, dei video e del libro». Ma lei crede veramente nell'esistenza del mostro?, gli chiediamo. «Credo che come tra gli uomini esistono persone più alte del normale, possano esserci pesci molto grandi o “qualcosa” di serpentiforme, come un'anguilla gigantesca», risponde. «Ricordiamo anche che sott'acqua, tra Maderno e Punta San Vigilio, ci sono le bombe all'uranio impoverito sganciate dagli aerei americani durante il conflitto del Kossovo per alleggerire gli aerei in difficioltà che rientravano all'aeroporto di Ghedi. Le hanno cercate e mai trovate. Potrebbero aver favorito mutazioni genetiche. Certo il “mostro” non ha mai ucciso nessuno. Se c'è, è un essere che non deve essere temuto».
Chiara Tajoli
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Articolo dell'avvistamento del 17 agosto 1965
AVVISTAMENTO DEL 17 AGOSTO 1965
Il 17 agosto di quell’anno un fatto straordinario e spaventoso suscita profonda impressione a tutta la comunità lacustre e ai turisti in vacanza nella zona del lago.
Armati di cineprese e macchine fotografiche, il giorno dopo, gruppi di persone si accalcano in località Punta San Vigilio per immortalare il "mostro" della Baia delle Sirene, la creatura che, due giorni dopo ferragosto, alcuni turisti di varie nazionalità hanno avvistato in una delle località più suggestive del lago.
Una trentina di persone, inglesi, tedeschi, italiani e la giovane americana Camille Finglet, hanno assistito all'emersione di “una specie di lungo serpente” lungo una decina di metri, con un diametro di una ventina di centimetri e quattro gobbe. Color marrone, la “Nessie” benacense “procedeva con un movimento ondulato su un piano, si direbbe in geometria, perpendicolare alla superficie del lago”.
A differenza del suo alter ego scozzese, però, il «mostro» del Garda si rivela una creatura estremamente timida nei confronti della popolarità: dopo essere balzato alla cronaca sparisce subito dalla riviera veronese, facendosi avvistare verso la sponda bresciana in una località non precisata tra Gardone e Salò, forse addirittura Gargnano.
Ciò non basta a placare nell'immediato la curiosità e la paura. I turisti sono divisi tra coloro che escono in motoscafo solo per andare alla baia e coloro che rifiutano di salire sui natanti se è prevista quella rotta. La gente che vuol parlare del «mostro» con i pescatori affolla le osterie, dove gli affari vanno a gonfie vele e dove è possibile parlare con chi conosce bene le acque profonde del lago.
Luigi Malfer, un pescatore di Garda, mette in correlazione l'avvistamento del «mostro» con un altro fatto insolito occorso in quegli stessi giorni: le reti lasciate dai pescatori locali nella Baia delle Sirene, durante quello stesso mese, sono state strappate e oltre cinque quintali di sardelle sono state divorate da un predatore misterioso. “È difficile credere che il mostro esista, lo so: mio padre e mio nonno non me ne hanno mai parlato, e il mio bisnonno non ha mai detto niente a mio nonno. Ma se ha mangiato le sardelle, cribbio, vuol dire che c'è!”.
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