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Vulcanologo: " fenomeni bradisismici dell' area attualmente in fase di intensificazione, bisogna applicare il principio di precauzione. Imprevedibili e potenzialmente pericolosi gli effetti di perforazioni profonde".
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POZZUOLI - "Sull' emergenza vulcanica dei Campi Flegrei - dichiarano il commissario reginale dei Verdi Ecologisti Francesco Emilio Borrelli ed il capogruppo del Sole che Ride a Pozzuoli Paolo Tozzi - si continuano a fornire rassicurazioni avventate alle popolazioni locali con convegni unilaterali, come quello di stamane a Città della Scienza, dove viene ascoltata solo la parte scientifica che negli ultimi decenni ha sostenuto le trivellazioni nella caldera vulacnica e non ha spinto per la realizzazione del piano di evacuazione. Uno vero scandalo a nostro avviso.
Ogni giorno la popolazione dell' area subisce di fatto una violenza non potendo partecipare ai processi decisionali e non essendo correttamente informata dei pericoli che corre ma soprattutto non essendo stata messa al corrente di nessun piano di fuga in caso di emergenza. Insistiamo nel chiedere che si faccia luce sui costi del piano che doveva realizzare la Protezione Civile Nazionale ed essere operativo da anni e per il quale risultano spesi circa 10 milioni di euro in modalità e con consulenze non ben specificate. A dicembre 2012 le trivellazioni sono arrivate a 500 metri di profondità e noi chiediamo con forza che non si vada oltre. E' troppo pericoloso.
Ci domandiamo anche se ci sono correlazioni tra gli ultimi fenomeni di bradisismo, aumento di fumarole, innalzamento della terra e terremoti con questi interventi invasivi nel sottosuolo di Bagnoli. Perchè si continua a parlare della realizzazione di una centrale geotermica quando non è prevista dal progetto delle trivellazioni e dal piano regolatore del comune di Napoli? Insistiamo nel chiedere consigli comunali straordinari delle aree interessate affinchè la Protezione Civile e la Magistratura intervengano facendo il proprio dovere".
Dichiarazione del prof. Giuseppe Mastrolorenzo.
"Il progetto di perforazione nei Campi Flegrei - spiega il prof. Giuseppe Mastrolorenzo primo ricercatore presso l’Osservatorio Vesuviano-INGV, Dottore di ricerca in Geofisica e Vulcanologia impegnato nella ricerca vulcanologica ai campi Flegrei ed al Vesuvio da circa un trentennio - continua a sollevare alcune questioni scientifiche fondamentali relativamente alla possibile generazione di esplosioni e di sequenze sismiche in un'area densamente popolata, ad alto rischio e sede di fenomeni bradisismici attualmente in fase di intensificazione. La caldera dei Campi Flegrei, una delle aree a più alto rischio al mondo, è stata caratterizzata negli ultimi diecimila anni da oltre settanta eventi vulcanici esplosivi e dal fenomeno del bradisismo,processo di lento sollevamento del suolo e di intensa attività sismica. Su tale fenomeno, a fronte di molte ricerche, non è ancora disponibile una teoria che ne definisca le cause e la possibile evoluzione verso fenomeni eruttivi e scarse conoscenze sono disponibili sulla tipologia e la durata dei possibili precursori attesi in caso di una futura eruzione. E' noto che l'unica strategia per porre in salvo la popolazione a rischio in caso di un'eruzione è un efficace piano di evacuazione. Ma al momento tale piano non è disponibile. Questa situazione rende le perforazioni una potenziale causa di rischi non ben valutabili per la popolazione residente proprio nell'area delle perforazioni e nell'area dei Campi Flegrei più in generale. I crescenti valori di temperatura e pressione all'aumentare della profondità nel sottosuolo dei Campi Flegrei e la presenza di liquidi e gas in condizioni critiche, rende intrinsecamente imprevedibili gli effetti di perforazioni profonde. Tra i più comuni in aree di questo tipo conosciamo l'induzione di sequenze sismiche e di esplosioni di pozzo e in precedenti perfozioni nei Campi Flegrei tali eventi sono già stati osservati. Oggi, dopo l'esperienza delle condanne penali in primo grado agli esperti della Commissione Grandi Rischi, a seguito della sottovalutazione della possibilità di un evento distruttivo all'Aquila, emerge con maggior rilevanza la questione etica nella ricerca scientifica e negli interventi dell'uomo sulla natura potenzialmente pericolosi. Il primo diritto della collettività è quello della sicurezza e dell'incolumità che devono essere garantite dalle autorità di Protezione Civile nazionali e locali e nel caso dei rischi naturali o di quelli indotti dall'uomo deve sempre essere adottato il principio di precauzione per il quale in mancanza di assoluta prevedibilità degli effetti, qualsiasi azione potenzialmente pericolosa deve essere evitata".