Otto persone su dieci che soffrono di emicrania cercano il buio perché la luce contribuisce ad acuire il dolore. Finalmente oggi sappiamo perché.
Uno studio condotto dal Beth Israel Deaconess Medical Center statunitense ha, scoperto, infatti, che in soggetti con emicrania la luce trasmette degli impulsi proprio ai neuroni che sono già coinvolti nel mal di testa e il risultato è un aumento del dolore.
Quella che fino ad oggi sembrava essere solo una sensazione di maggiore dolore trova invece un fondamento scientifico e neurologico che lascia poco spazio ai fattori psicologici.
I ricercatori coordinati da Rami Burnstein sono partiti dall’osservazione di due gruppi di non vedenti emicranici, il primo completamente non vedente a causa di malattie come ilcancro della retina o il glaucoma non mostrava di essere fotosensibile in concomitanza degli attacchi di emicrania, invece il gruppo di non vedenti a causa di disturbi come laretinite pigmentosa - in grado, quindi, di distinguere il giorno dalla notte e di mantenere un normale ciclo sonno-veglia - risultava essere fotofobico.
Burnstein ha così ipotizzato che ad essere coinvolto nel processo di incremento del dolore fosse proprio il nervo ottico e percezione della luce stessa. Così, ha condotto un esperimento su alcuni topi con emicrania e ha scoperto che la luce si fa strada dal nervo ottico fino a un gruppo di neuroni chiamato fotorecettori della melanopsina che sono quelli già colpiti dall’emicrania.
La notizia è apparsa su Nature Neuroscience.