domenica 8 settembre 2013

Fiumicino (RM) - Il "vulcano di fango"comparso vicino l'aeroporto continua ad allargarsi. (VIDEO)



I VULCANI DI FANGO _ COSA SONO.

Con il termine vulcani di fango si indicano delle manifestazioni pseudovulcaniche, originate dall'esistenza nel sottosuolo di gas naturali sotto pressione che tendono a sfuggire attraverso rocce permeabili e/o discontinuità litologiche e/o strutturali, trascinando nel loro movimento acqua, fango, frammenti litici e idrocarburi. La genesi dei fanghi è da attribuire al passaggio di acqua attraverso formazioni argillose, con conseguente stemperatura delle argille. A seconda della densità del fango, possono formarsi edifici a tronco di cono dalle pendici più o meno inclinate e con depressione craterica alla sommità, colate di fango o depressioni subcircolari; le acque contengono spesso soluzioni saline, che, precipitando, formano incrostazioni, da cui il nome di salinelle o salse che in certe località viene utilizzato. Si tratta di morfologie effimere, instabili, che in brevi periodi subiscono profonde trasformazioni, sia in seguito a nuove emissioni, sia a causa degli agenti atmosferici: trattandosi infatti di edifici costituiti prevalentemente da fango, l'insolazione ne provoca la disidratazione, con conseguente formazione di fratture di disseccamento, all'interno delle quali penetrano le acque piovane dando luogo a spinti fenomeni erosivi. In Sicilia esistono diversi vulcani di fango, talvolta conosciuti col termine di origine araba maccalube o macalube. In alcune zone l'attività è costante, come nelle Salinelle di Paternò e di Belpasso (oggetto del presente articolo), nelle Maccalube di Terra Pilata (presso Caltanissetta) e nelle Maccalube di Aragona (Agrigento); in altre l'attività è sporadica, come alle Macalube di Monte Bissana presso Cattolica Eraclea (Agrigento) e al Fuoco di Censo presso Bivona (Agrigento); altri vulcani di fango sono estinti, come la Salsa di Fondachello, che sorgeva al limite nord-orientale dell'Etna, a piccola distanza dalla costa ionica.
http://www.geositi.net/public/index.php?mod=01_Articoli/01_Geositi_e_Geomorfositi/01_Etna/03_Vulcani_di_fango

Bennie, il "mostro del lago di Garda" fa paura anche ai tedeschi.


Mai avvistato un mostro acquatico nelle acqua del lago di Garda? Qualcuno, anzi più di uno sì. Come riporta il quotidiano locale Bresciaoggi gli avvistamenti sembrano succedersi ormai da anni. Ora anche la tv tedesca Zdf, impegnata da 72 ore nelle riprese del lago per scovare il misterioso mostro (soprannominato Bennie), ha deciso di occuparsi di lui e sta preparando uno speciale al quale hanno preso parte anche due giovani residenti a Moniga, tra i tanti ad aver avvistato Bennie.
“Era l´estate del 2011 - raccontano i due alle telecamere tedesche - non lontani dalla riva tra Manerba e Portese. Siamo risaliti in barca, dopo un tuffo e a due passi dallo scafo abbiamo visto scivolare una grossa ombra, una specie di macchia scura, enorme. Siamo rimasti pietrificati. Un pesce siluro? Troppo grande. Quella cosa era più lunga e grossa della nostra barca, un Rio 400 lungo 4 metri e mezzo. Questo è quanto”. Per effettuare le riprese subacquee, la toupe teutonica ha deciso di affidarsi all'esperienza di Angelo Modina e dei suoi Deep Explorers, gruppo di Toscolano specializzato nell´immersione tecnica.
Gli stessi esploratori lacustri, muniti di sonar hanno avuto la “fortuna” di captare figure decisamente anomale. “Che sia un mostro è tutto da dimostrare – aveva raccontato Angelo Modina - ma quella cosa è un mistero”. Non resta che aspettare di vedere cosa troveranno i tedeschi visto che i bresciani fin'ora di Bennie conoscono solo ombre e leggenda.


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