«...Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo... l'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.» (Giordano Bruno)
sabato 20 ottobre 2012
Alluvione colpisce Lourdes, la Grotta invasa dalle acque
Tanta pioggia e tanta paura, ma il peggio sembra essere passato. Una violenta perturbazione si è abbattuta dalla scorsa notte sulla Francia, in particolare nella zona di Lourdes, provocando anche l’esondazione del fiume Gave, all’interno del Santuario, proprio davanti alla Grotta di Lourdes. Tanto che, a causa delle inondazioni, le autorità hanno disposto la chiusura del santuario di Lourdes, dove 500 pellegrini vengono evacuati.
Tutti gli hotel della città bassa, situati ai bordi del fiume Gave, si stanno progressivamente svuotando. Gli autobus conducono i pellegrini verso il palazzo dei congressi e il palazzo dello sport. Il fiume Gave, abitualmente calmo, è divenuto ormai un torrente in piena.
Ma Salvatore Pagliuca, presidente nazionale dell’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali) comunque rassicura. «Tanta pioggia e tanta paura per quanti sono in questo momento a Lourdes, ma il peggio è passato, voglio infatti rassicurare che il personale e i soci dell’Unitalsi che in questo momento sono in pellegrinaggio e lavorano Lourdes sono stati messi in sicurezza e non corrono nessun rischio, come le strutture dell’Unitalsi a Lourdes».
«Dalla nostra sede a Lourdes stiamo monitorando costantemente la situazione, in modo da garantire la massima sicurezza per quanti sono a Lourdes» ha precisato Pagliuca.
Dalle previsioni meteo l’allerta maltempo dovrebbe durare fino a domani
Fonte
Dalle previsioni meteo l’allerta maltempo dovrebbe durare fino a domani
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Ubicazione:
Lourdes, Francia
Dossier choc commissione rischi sismici eruzione vulcani flegrei, disastro a Napoli
POZZUOLI -L’eruzione della caldera flegrea potrebbe comportare flussi piroclastici in grado di abbattersi in pieno sulla collina di Posillipo, mentre i venti nella stratosfera indirizzerebbero le ceneri vulcaniche direttamente sulla città di Napoli. Lo scenario – da brividi – è contenuto nella relazione della commissione nazionale rischi sismici e vulcanici istituita due anni e mezzo fa dall’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Un lavoro delicato giunto alle battute finali. Una relazione al momento ancora top-secret, ultimata dai tecnici nelle scorse settimane dopo due anni e mezzo di lavoro e che sarà trasmessa tra alcuni giorni alla commissione nazionale Grandi Rischi per fare da paradigma al nuovo piano di evacuazione nazionale.
La letteratura scientifica è piena di riferimenti alla temuta pericolosità della super-eruzione della caldera flegrea: un’area che ingloba i quartieri flegrei di Napoli, da Soccavo a Fuorigrotta, oltre le zone di Pozzuoli e Bacoli. E i tecnici incaricati dal dipartimento guidato ora da Franco Gabrielli hanno lavorato alla simulazione dello scenario catastrofico temuto, in modo da poter avere chiaro il quadro di dove indirizzare oltre mezzo milione di persone in caso di evento catastrofico quale sarebbe un’eruzione di tipo esplosivo.
Non ci sono certezze: si è ragionato su modelli fisico-matematici e scientifici. E lo scenario mette i brividi anche solo a ipotizzarlo. Confermando posizioni già espresse in alcuni studi di settore pubblicati appena qualche mese fa, la commissione nazionale ha ribadito che «i Campi Flegrei hanno potenzialità di danneggiamento niente affatto minore del Vesuvio».
Nella caldera potrebbero aprirsi bocche eruttive in due punti: una in particolare, quella al limite del territorio napoletano, avrebbe una capacità eruttiva tale da proiettare i flussi piroclastici, cioè i frammenti emessi dall’esplosiva eruzione, direttamente sulla collina di Posillipo incenerendola in pieno.
Nella caldera potrebbero aprirsi bocche eruttive in due punti: una in particolare, quella al limite del territorio napoletano, avrebbe una capacità eruttiva tale da proiettare i flussi piroclastici, cioè i frammenti emessi dall’esplosiva eruzione, direttamente sulla collina di Posillipo incenerendola in pieno.
Lo studio dettagliato di tutti i flussi dei venti nella stratosfera misurati negli ultimi decenni, invece, avrebbe indicato una novità importante: la cenere prenderebbe la direzione di Napoli. Su questo presupposto ipotizzato (e temuto) di impatto andrà ora redatto il nuovo piano di evacuazione dai Campi Flegrei: gli sfollati dovranno seguire vie di fuga in direzione opposta a Napoli, verso l’interno della Campania. Andranno rivisti, in questo modo, i vecchi piani. Quello generale dovrà farlo la Protezione civile, mentre a Regioni e Comuni toccherà lavorare ai piani territoriali particolareggiati.
E si dovrà ragionare anche sullo scenario pre-sismico, come avverrà a Pozzuoli con la partnership tra Comune e università, con il gruppo di lavoro Plinius guidato dal professore Giulio Zuccaro: il nuovo piano comunale dovrà tenere in debito conto la sicurezza statica degli edifici sulle vie di fuga. Ieri 16mila cittadini e studenti campani hanno aderito allo Shakeout: la simulazione di evento sismico con relativo esodo organizzato dalla Us Navy. E il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia, a margine di una esercitazione in una scuola media ha rivolto al capo della Protezione civile Franco Gabrielli un «accorato appello affinché venga al più presto presa in esame la relazione di scenario temuto in caso di eruzione nei Campi Flegrei e venga adottato al più presto il nuovo piano nazionale di esodo». I Verdi, con Francesco Borrelli, polemicamente notano invece che «è stata la marina militare Usa a promuovere la simulazione anziché la protezione civile nazionale», mentre per il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo «siamo oramai in attesa da anni di un piano di evacuazione dall’area flegrea come i fedeli attendono i miracoli».
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