La paura del terremoto, nei giorni scorsi, si è diffusa anche all’Elba in seguito a boati e vibrazioni percepiti in alcune zone dell’isola. Ma alcuni esperti hanno smentito che si sia trattato di scosse di terremoto. Si è parlato piuttosto di “onde sonore”, cioè vibrazioni simili a quelle causate dai terremoti, ma non provenienti dal sottosuolo.
Una delle ipotesi che ci siamo fatti però potrebbe essere quella di onde sonore causate da velivoli supersonici, che viaggiano ad una velocità superiore a quella del suono. Questa ipotesi non ci pare troppo fantasiosa perché episodi di questo tipo sono già accaduti. Un fatto del genere, riportato dalla giornalista Angela Lombardi sul giornale “I fatti del nuovo Molise”, si è verificato nel 2008 in Molise, dove un boato con vibrazioni aveva messo in allarme la popolazione.
Ebbene in quel caso l’origine del boato e delle vibrazioni si era rivelata nell’attività di due caccia che avevano superato la velocità del suono, provocando il cosiddetto «bang supersonico», mentre intercettavano un velivolo sospetto. Il boato si verifica quando un corpo attraversa un fluido, volando più veloce del suono (circa 1.200 chilometri all'ora).
Il 30 maggio scorso anche in Sardegna, a Siniscola (Nuoro) è stato avvertito un boato e vibrazioni, come nel caso dell’Elba. Anche in quella zona sono ancora in corso gli accertamenti per conoscerne le cause. La stessa situazione si era verificata sempre in Sardegna nel novembre scorso.
Ma ora andiamo con ordine per spiegare la sequenza dei fatti elbani. Nei giorni scorsi all’Isola d’Elba sono stati avverti dalla popolazione di alcune zone dei boati, accompagnati da una forte vibrazione degli infissi delle abitazioni. Questi fenomeni si sono verificati il 31 maggio con segnalazioni da Rio Marina a Pomonte, entrambe zone costiere, l’ 1 e il 4 giugno con segnalazioni provenienti, nel primo caso dalle zone di Procchio, Marina di Campo e S. Piero, nel secondo caso, invece, dalle zone costiere di Lacona e Pomonte.
Marco Montauti, giovane laureato in Scienze geologiche, residente a S. Piero, paese in cui si trova il sismografo che controlla i movimenti tellurici dell’Elba, ci ha detto di avere avvertito le vibrazioni la mattina del 4 giugno mentre si trovava a casa. «C’è stato un forte rumore e poi i vetri delle finestre vibravano quasi come se fosse il rumore di un aereo. L’Elba non è assolutamente una zona sismica - ha proseguito Marco - è inserita in classe 4 della zonazione sismica, che vuol dire da basso a bassissimo rischio sismico. Storicamente poi non troviamo notizie relative a terremoti sull’Elba. L’Elba dal punto di vista sismico risulta tettonicamente inattiva cioè stabile e non ci sono tutte quelle condizioni che di solito si verificano quando avviene un terremoto. Quindi i rumori avvertiti devono senz’altro avere una causa di origine antropica».
Dato che l’ultimo evento, verificatosi lunedì 4 giugno, ha destato molta preoccupazione e paure abbiamo chiesto un parere anche a Gian Mario Gentini della Protezione Civile dell’Elba Occidentale. «Sono arrivate numerose segnalazioni e noi ci siamo subito attivati. L’evento di ieri - ci ha detto Gentini - è stato registrato come onde sonore. Noi come Protezione civile abbiamo inviato una relazione al sindaco di Marciana Marina». Ed è stato proprio Andrea Ciumei, sindaco di Marciana Marina a darci alcune informazioni in più.
«La Prefettura - ha detto Ciumei - con l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia insieme alla Protezione civile dell’Elba occidentale cercherammo di capire da cosa derivino questi eventi percepiti dalla popolazione. Secondo i resoconti delle persone, si tratta “come” di esplosioni, con effetti sonori simili ai terremoti e con piccoli effetti di oscillazione dei corpi sospesi, e vibrazione di infissi. Al momento risulta che da Lacona a Pomonte non esistano né attività legate alle cave, con esplosioni, né tantomeno, almeno per quanto ci è dato sapere, operazioni militari. In ogni caso si tratta senz’altro di effetti a livello di superficie, c’è stata anche la percezione che ciò provenisse dal mare».
Per avere qualche informazione più dettagliata però ci siamo anche rivolti direttamente all’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Francesco Mele, sismologo e funzionario di sala sismica presso lo stesso istituto, dopo aver controllato il tracciato del sismografo elbano ci ha detto: «Ho trovato una coincidenza di segnali in due dei casi segnalati. Purtroppo la stazione è rumorosa e quindi i segnali sono difficili da interpretare. Abbiamo vari picchi nelle registrazioni orarie (dalle 9 alle 10 legali, dalle 7 alle 8 UTC) dei giorni 1 e 4 giugno. I picchi più ampi sia del giorno 1 che del giorno 4 corrispondono agli orari indicati (9:34 o 9:35). Quei picchi sui tracciati potrebbero far pensare o a piccoli terremoti, o a crolli sotterranei (tutto con il beneficio di inventario) o anche alla registrazione di un boato di altra causa che induce comunque una vibrazione del terreno. Ma una stazione sola non può dirci molto». Lo stesso sismologo ci ha poi detto che nella zona di Napoli si erano verificati alcuni anni fa degli eventi simili e che erano stato ricondotti ad esplosioni causate dalla pesca di frodo in mare.
Allora, per non lasciare nulla di intentato, ci siamo rivolti anche all’Osservatorio Vesuviano di Napoli e dopo aver descritto ciò che è avvenuto all’Elba, abbiamo chiesto informazioni ad un esperto. «Si, alcuni anni fa abbiamo avuto episodi di pesca di frodo che davano gli stessi effetti sismici dei terremoti sui sismografi,- ci ha spiegato il ricercatore Luca D’Auria - poi, abbiamo individuato le modalità per distinguere le vibrazioni derivate da effettiva attività sismica e questo tipo di tracciati. È anche accaduto che ordigni bellici fatti brillare in mare potevano essere confusi con il terremoto. Le attività di pesca di frodo però a Napoli in genere si sono verificati di notte, ma in alcuni casi, si sono verificati anche durante il giorno. E’ molto raro che questi episodi siano avvertiti dalle persone, ma quando questa attività sono state effettuate di giorno lungo la costa, soprattutto per la pesca dei datteri di mare, sono stati percepiti dalle persone in maniera simile ad un terremoto».
Boati, associati a vibrazioni simili a quelli elbani sono stati percepiti anche in altre zone d’Italia, nel marzo scorso, come ad Avezzano e L’Aquila e a ottobre anche Forlì. Anche in questo ultimo caso si però trattava di due velivoli dell’aeronautica militare, intervenuti per intercettare un aereo da turismo non identificato. Seguiremo con interesse questa vicenda in attesa anche di una conferma o smentita delle due ipotesi che qui abbiamo provare a formulare.