lunedì 8 luglio 2013

Nanopatologie, fonti inquinanti da polveri ultrafini e malattie. (VIDEO)

Intervista del Dott. Stefano MONTANARI

Stefano Montanari, bolognese di nascita (1949), modenese di adozione, laureato in Farmacia nel 1972 con una tesi in Microchimica, ha cominciato fin dai tempi dell’università ad occuparsi di ricerca applicata al campo della medicina. Autore di diversi brevetti nel campo della cardiochirurgia, della chirurgia vascolare, della pneumologia e progettista di sistemi ed apparecchiature per l’elettrofisiologia, ha eseguito consulenze scientifiche per varie aziende, dirigendo, tra l’altro, un progetto per la realizzazione di una valvola cardiaca biologica.
Dal 1979 collabora con la moglie Antonietta Gatti in numerose ricerche sui biomateriali.
Dal 2004 ha la direzione scientifica del laboratorio Nanodiagnostics di Modena in cui si svolgono ricerche e si offrono consulenze di altissimo livello sulle nanopatologie.
Docente in diversi master nazionali ed internazionali, è autore di numerose pubblicazioni scientifiche.
Da anni svolge un’intensa opera di divulgazione scientifica nel campo delle nanopatologie, soprattutto per quanto riguarda le fonti inquinanti da polveri ultrafini.

per approfondire

Per "nanopatologie" s'intendono le malattie provocate da micro- e nanoparticelle inorganiche che sono riuscite, per inalazione od ingestione, ad insinuarsi nell’organismo e si sono stabilite in un organo o in un tessuto.

Le particelle sono liberate naturalmente in atmosfera dai vulcani attivi, dagl’incendi, dall’erosione delle rocce, dalla sabbia sollevata dal vento, ecc. In genere, le particelle di queste provenienze sono piuttosto grossolane. Spesso più sottili e normalmente assai più numerose, sono le particelle originate dalle attività umane, soprattutto quelle che prevedono l’impiego di processi ad alta temperatura. Tra questi processi, il funzionamento dei motori a scoppio, dei cementifici, delle fonderie e degl’inceneritori.


Etna imbiancato dalla neve di luglio.


Foto scattate da Antonio di Caudo, gentilmente concesse da METEOWEB. 
Nel primo pomeriggio di ieri si è abbattuto un intenso temporale sull'Etna e tutta la provincia di Catania, portando accumuli localmente superiori ai 30 mm, ma la vera protagonista è stata la neve, caduta sull'Etna a quote superiori ai 2600 metri.

Viene segnalato un accumulo vicino ai 5 cm sulla cima che resiste ancora in queste ore, malgrado siano trascorse più di 18 ore dal nubifragio-lampo. Al termine dei rovesci, sulla cima dell'Etna è stato rilevato l'incredibile valore di -5°C.

A Piano Provenzana ieri la temperatura è crollata fino a+7°C, l'accumulo è stato di ben 34 mm. A Gravina di Catania sono caduti 15 mm, a Mascalucia ne sono caduti 13.

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