lunedì 26 luglio 2010

Terremoti e placche tettoniche - Intervista a Giampaolo Giuliani


Una inquietante sequenza di terremoti in tutto il globo terreste e anche nel nostro paese, si sta susseguendo da più di un anno. Si tratta di terremoti spesso piuttosto forti come entità, in molti casi superano la magnitudo di 6 o 7 gradi su scala Richter. Chiediamo al ricercatore aquilano Giampaolo Giuliani un parere sulle cause di questa intensa attività sismica che sembrerebbe interessare tutto il mondo specie negli ultimi 18-20 mesi. Dell’argomento si era già parlato con Giuliani in una precedente intervista, ma in questo caso vogliamo approfondire gli aspetti più profondi della questione, ossia: andare a ricercare le cause o le presunte cause che stanno scatenando questa sequenza che in molti non riescono a spiegarsi e la quale inizia un po’ ad intimorire le popolazioni.
CL – Giuliani, cosa sta succedendo sul nostro pianeta? Perché si susseguono in maniera così copiosa degli eventi sismici a livello planetario e anche di forte intensità?
Giampaolo Giuliani – Succede che siamo dal 2008 interessati da un’attività sismica inusuale, probabilmente di queste crisi sismiche il pianeta ne ha già subite in tempi diversi. Una fascia del pianeta terra, la zona del Tropico del Cancro dimostra una forte attività sismogenetica che si è già verificata e ha interessato tutta la zona come ad esempio accadde negli anni 60 in cui era interessata la fascia del tropico del capricorno. Oggi con la capacità d’informazione che abbiamo di gran lunga superiore a quella degli anni 60, la situazione fa più effetto di quanto lo fece allora. Proprio ieri si sono avuti 3 eventi molto forti dislocati tutti sulla faglia continentale ossia quella del pacifico. Tutta questa energia che si scatena interessa ovviamente anche l’Italia che ne risente inevitabilmente soprattutto nella dorsale appenninica e specialmente in questi ultimi due anni
CL – Nella precedente intervista dicesti che con il tuo staff di collaboratori stavate studiando le cause di questa sequenza sismica, tenendo particolarmente d’occhio la fascia del Tropico del Cancro. Cosa è venuto fuori fin’ora dai vostri studi?
Giampaolo Giuliani – Quello che possiamo fare in questo momento è solo rilevare i dati che sono così importanti in quanto è la prima volta che si può attuare questo studio visto che la tecnologia ci mette a disposizione ciò che non avevamo negli ultimi 40 – 50 anni. In questo momento stiamo analizzando un grafico con i dati ottenuti dal 1 settembre 2008 al giugno 2010 dai quali si evince una forte attività sismica di eventi che si distribuiscono in particolare nel cratere dell’aquilano definito dell’INGV. Il tutto sta rilevando che l’andamento del grafico fino ad oggi dal 2008 è molto più intensa di quanto non lo sia mai stata a nostra memoria.
CL – Sembra che si stia muovendo la placca continentale del Pacifico, che risvolti ha questo movimento?
Giampaolo Giuliani – E’ da chiarire che tutte le placche continentali si muovono spinte dall’azione dinamica del mantello che è una attività perpetua e le fa migrare nel tempo lungo la superficie del pianeta. Quando l’azione diventa più rilevante ovviamente si rileva una maggiore sismicità sul pianeta. Nel momento in cui c’è una zona ben identificata come nel nostro territorio italiano e nell’oceano, pacifico, indiano ed australe, vediamo che al momento questa azione dinamica presenta un rilevanza rispetto agli anni precedenti. Ciò significa che probabilmente nei tempi passati queste attività si sono già verificate anche se non ne abbiamo memorie scritte. Anche la placca africana muovendosi genera un effetto dinamico rispetto alla placca euro asiatica che comprende anche l’Italia, subisce un carico di energia che in questo momento produce i maggiori effetti
CL – La placca continentale del Pacifico, è quella che riguarda anche la faglia di Sant’Andrea in California?
Giampaolo Giuliani – Sicuramente, perché le faglie sono quella parte di fenditura, di rottura che si trova sotto la crosta terreste ed è lì che si producono i maggiori effetti dinamici. Bisogna dire che tanto più lunga è la faglia e tanto più è maggiore l’energia che può essere rilasciata in un evento che si produce nella faglia stessa. Infatti le faglie che riguardano l’Italia possono produrre degli effetti che non vanno oltre un massimo di 7 gradi Richter. Invece nell’oceano indiano e nel pacifico possono generare terremoto molto più devastanti.
CL – Le origini delle cause di questa interminabile sequenza sismica, si possono ricercare in ragioni interplanetarie? E se sì, quali sono queste cause?
Giampaolo Giuliani – Diciamo che le origini e le cause dei terremoti sono da attribuire a tanti fattori, non ultimo quello della relazione con l’attrazione gravitazionale prodotta dai pianeti del sistema solare con il pianeta terra. Quindi l’effetto mareale che producono il sole e la luna con la terra, fa sì che la terra abbia un suo movimento elastico di espansione e di restringimento. Questo fenomeno è una delle cause che producono la carica di energia nella nostra crosta terrestre. Quindi è molto importante l’effetto planetario dei pianeti rispetto alla terra, perché la terra presenta differentemente agli altri pianeti, una conformazione diversa. La crosta terrestre ha una sua componente elastica che gli permetti di immagazzinare l’energia che viene rilasciata man mano che produce i terremoti. L’effetto mareale è in particolar modo prodotto dalla luna e dal sole quando sono in congiunzione e opposizione fra di loro. Anche se i pianeti sembrano essere lontani tra loro ma sono perfettamente in equilibrio con la forza gravitazionale con il sole, perché tutti compiono un moto rotatorio intorno al sole. Tutto il sistema planetario mantiene un equilibrio ma a volte si creano delle situazioni interplanetarie in cui i pianeti si allineano con il sole. Di conseguenza l’effetto mareale fa sì che in alcuni periodi ciclici ci veniamo a trovare con dei pianeti, come avverrà verso la fine del 2011 in cui trovermo allineati i pianeti come Giove, Saturno, Sole, Venere, Terra e Luna che sarà una specie di ago della bilancia e Marte non sarà particolarmente allineato. L’allineamento di questi pianeti è già in corso e attraverseremo un periodo di un anno in cui saranno completamente allineati. Ciò non vuol dire che si verificheranno grandi sconvolgimenti, in quanto uno degli altri motivi del movimento tettonico è determinato anche dal sole e da altri fattori ancora, per cui l’allineamento dei pianeti non basta a giustificare eventuali scenari catastrofici. Queste situazioni si verificano ciclicamente ogni 3 secoli circa e poi il pianeta terra ha un suo sviluppo a parte e comunque compie delle sue evoluzioni a prescindere.
CL – Una delle peculiarità di questi eventi sismici è che si stanno verificando anche in zone che non sono affatto a rischio sismico. Cosa vuol dire questo?
Giampaolo Giuliani – E’ la dimostrazione che nel mantello terrestre in questo momento dal gennaio 2009 partendo proprio con il forte terremoto di L’Aquila e tutti gli altri che si sono seguentemente verificati in breve tempo con intensità elevate, il mantello è tutto interessato a forte attività dinamica che si sviluppa anche in quelle zone che normalmente non sono considerate a rischio sismico, tutta la crosta terrestre può e deve essere considerata a rischio sismico. Anche in Sardegna che ad esempio non viene definita una zona a rischio sismico, invece avvengono dei terremoti anche se di più lieve intensità. Le zone a rischio sismico sono definite perché nelle zone della terra per così dire più giovani, sono più dinamiche mentre quelle quelle zone in cui la terra è meno giovane, il rischio sismico è molto minore quindi i terremoti sono di minore intensità.
CL – I posizionamenti dei rilevatori di Radon che cosa stanno segnalando in questo periodo?
Giampaolo Giuliani – Le stazioni che abbiamo distribuite nell’arco di 40 km da L’Aquila misurano un andamento del Radon che avviene in quelle zone. Il Radon è un precursore che arriva direttamente dal mantello terrestre. Con i nostri rilevatori che sono completamente differenti da quelli mai realizzati prima, ci indica quanto in superficie c’è una forte attività che può sfociare in un forte evento sismico. In questo periodo rilevano che siamo interessati da una forte attività sismogenetica come ad esempio una sequenza maggiore di terremoti in termini di numeri di eventi e non relativo ad intensità degli eventi. Ma il raggio delle stazioni è costantemente monitorato. I livelli indicano che le intensità saranno nell’arco delle 6- 24 ore di eventi non superiori a 3 gradi Richter. Il Radon comunque non è l’unico precursore sismico ma ci sono altri elementi insieme a questo gas che concorrono alle indicazioni di precursione di un evento sismico. E in tutte le parti del mondo vengono ritenuti precursori affidabili e fra questi c’è il Radon, le variazioni di onde radio naturali che si producono ad un certa frequenza, le variazioni termali, le variazioni elettromagnetiche, variazioni di campo elettrico e termiche, tutti questi fenomeni osservati insieme sono dei validi precursori sismici.
CL – Quali sono le reali interconnessioni fra un sisma che avviene ad esempio in Cina e uno che si verifica in Cile? Sono tutte riconducibili ad un’unica medesima causa?
Giampaolo Giuliani – Certamente, perché le placche continentali percorrono tutto il pianeta come fossero una rete neuronica, quindi quando si produce un terremoto di 7-8 in Indonesia, quella energia attraversa in tempi molto brevi su tutto il percorso di faglia andando a toccare anche zone lontane a centinaia o migliaia di km tra loro.
CL – Quali sono tutt’oggi le zone del globo meno a rischio di terremoti e tzunami?
Giampaolo Giuliani – Nelle zone ad esempio montane non si potranno mai verificare degli tzunami però in ogni punto della crosta terrestre possono verificarsi dei terremoti a seconda della lunghezza della faglia. Il territorio aquilano è uno dei 20 territori più a rischio del pianeta.
CL – Cosa si riesce a prevedere da qui a qualche mese o qualche anno, rispetto a questa interminabile sequenza sismica mondiale?
Giampaolo Giuliani – Il terremoto è un fenomeno e come tutti i fenomeni, si produce, vive e poi muore. Le crisi sismica come questa che stiamo vivendo può durare almeno un paio di anni e mi auguro che abbia termine molto prima. Abbiamo riscontrato che l’energia ha una proporzionalità quando raggiunge un suo punto massimo e poi per finire ha bisogno di un lasso di tempo non precisato. Grazie alla ricerca dal 2009 si ricorderà come l’anno in cui il fenomeno terremoto è un fenomeno come tutti gli altri fenomeni naturali che potrà essere previsto. E in base a questo è necessario che cambi la mentalità dei riceratori, degli scienziati e della gente comune per poter fare un salto di qualità rispetto alla conoscenza del fenomeno terremoto, come ad esempio 600 anni fa quando arrivava un temporale si diceva che fosse una maledizione di Dio. E se non ci fossero i terremoto l’umanità sarebbe a rischio d’estinzione e i terrmoti permettono alla terra di essere viva.
CL – Secondo alcuni sostenitori della teoria catastrofista del 2012, nel mondo per i prossimi anni, dovremo aspettarci dei grandi sconvolgimenti planetari a livello di crosta terrestre e dei mari. Quanto c’è di vero a tuo avviso in queste teorie?
Giampaolo Giuliani – Sulla teoria catastrofista sostengo che non ci sia niente di vero. Ad esempio nei periodi come il 1200 si usavano questi fenomeni si usavano come placebo per far credere alla gente che fossero mandati da Dio. Ma ora siamo nel 21° secolo e possiamo prevederli e possiamo conviverci e riconoscerli quando avvengono. La scienza ci da delle risposte e la ricerca in questo senso sta continuamente andando avanti. La terra è in continua evoluzione e ad esempio i vulcani si vanno spegnendo sempre di più perché la crosta con l’ispessimento va a rendersi più stabile. Nei prossimi anni si verificheranno senz’altro altri terremoti e tzunami perché è parte del moto della terra. Le evoluzioni del globo presentano sempre degli elementi evolutivi che non sempre sono a beneficio dell’umanità ad esempio milioni di anni fa la terra aveva un’atmosfera a base di metano e da allora si sono verificati dei mutamenti che hanno riguardato delle ere geologiche
CL – Secondo te, la popolazione mondiale, sta correndo un vero rischio di disastro planetario?
Giampaolo Giuliani – Una delle situazioni che potrebbero compromettere la vita sulla terra è l’inclinazione dell’asse terrestre che potrebbe avere in maniera infinitesimale una correlazione con la crisi sismica. Ma il processo è talmente lento che almeno per vederne gli effetti di cambiamento ci vogliono almeno 1300 anni. Inclinandosi l’asse terrestre si muta il clima perché muta anche l’incidenza che avrebbe il sole rispetto alla terra. Una minima variazione dell’asse terrestre è in atto ma ci vorranno millenni per constatarne gli effetti e in questo periodo si hanno anche dei cambiamenti di crosta terrestre, di placche continentali e della geometria e geografia del globo terrestre.
CL – Se è vero che si stanno verificando dei sostanziali quanto evidenti cambiamenti climatici unitamente ai mutamenti della crosta terrestre, perché la comunità scientifica non ne parla?
Giampaolo Giuliani – Bisogna vedere se le persone che fanno parte di questa comunità scientifica stanno effettuando degli studi e se si stanno ponendo tali domande in qualità di scienziati e di ricercatori, così come non hanno avuto modo di pensare e studiare il Radon come precursore sismico.
CL – Attualmente ti starai coordinando per le tue ricerche, con altri scienziati di vari paesi. Cosa viene fuori come teoria e come previsioni, nel confrontare le vostre ricerche?
Giampaolo Giuliani – una delle cose più belle e credo storiche dal punto di vista scientifico sarà proprio la possibilità nel campo della sismologia, di poter realizzare un progetto per poter allertare le popolazioni di tutto uno stato di un evento sismico imminente, sia che possa essere preso in considerazione come una previsione simile a quella che viene effettuata per il clima. Questo gruppo di ricerca del quale faccio parte e col quale sto lavorando tende a realizzare un sistema di prevenzione planetario attraverso lo studio e la ricerca di tutte quelle fenomenologia che ci possono avvisare degli avvenimenti che si possono verificare. A questo progetto partecipa scienziati di vari paesi come gli USA, Cina, Russia, Italia, Taiwan, ecc… Fra i ricercatori italiani ce ne sono diversi delle università come quella di Bari e Catania. Fino ad oggi è stato impedito a questi ricercatori di sviluppare la loro ricerca a causa di un’errata scelta politica che ci ha portato dopo 10 anni di avere sul pianeta un gran numero di morti generato dal terremoto che è un evento naturale come il clima, che si sarebbe potuto prevedere finanziando la ricerca. Io mi rivolgo specialmente a quelle persone che hanno fatto scelte politiche e scientifiche errate. Mi auguro dunque che non succeda mai più che ricercatori indipendenti e validi debbano condurre le loro ricerche in segreto per non mettere a repentaglio la loro carriera lavorativa.

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