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La scoperta è frutto delle osservazioni di un astrofilo australiano, Alan Watson, che ha esaminato immagini online ottenute dall'osservatorio solare, SOHO (Solar Heliospheric Observatory), nato dalla collaborazione fra gli enti spaziali europeo (Esa) e americano (Nasa).
La cometina fa parte delle cosiddette "sungrazer" di Kreutz, comete radenti che passano così vicine al sole da finire disintegrate. A scoprire questa famiglia di comete fu l'astronomo tedesco Heinrich Kreutz nel diciannovesimo secolo. La teoria più accreditata vuole che le "sungrazer" siano i resti di una cometa gigante che si sarebbe frammentata oltre 2000 anni fa. Molti di questi frammenti passano radenti al sole ogni giorno e si disintegrano ma molti di essi sono troppo piccoli per essere visti. Solo raramente accade che un grande frammento possa essere osservato e immortalato come è accaduto ora.
(IL MESSAGGERO)
La scoperta è frutto delle osservazioni di un astrofilo australiano, Alan Watson, che ha esaminato immagini online ottenute dall'osservatorio solare, SOHO (Solar Heliospheric Observatory), nato dalla collaborazione fra gli enti spaziali europeo (Esa) e americano (Nasa).
La cometina fa parte delle cosiddette "sungrazer" di Kreutz, comete radenti che passano così vicine al sole da finire disintegrate. A scoprire questa famiglia di comete fu l'astronomo tedesco Heinrich Kreutz nel diciannovesimo secolo. La teoria più accreditata vuole che le "sungrazer" siano i resti di una cometa gigante che si sarebbe frammentata oltre 2000 anni fa. Molti di questi frammenti passano radenti al sole ogni giorno e si disintegrano ma molti di essi sono troppo piccoli per essere visti. Solo raramente accade che un grande frammento possa essere osservato e immortalato come è accaduto ora.
(IL MESSAGGERO)