I nostri denti sono finiti in Parlamento; non tutti, ma solo quelli cariati. L'amalgama, la lega nera con cui sono fatte le otturazioni, è stata infatti oggetto di una interrogazione rivolta al Ministro della Sanità: sotto accusa il mercurio che vi è contenuto e la sua tossicità.
All'autorità responsabile di vigilare sulla nostra salute è stato chiesto di limitare l'uso dell'amalgama, di adottare misure per informare i dentisti e i pazienti dei danni provocati da questa lega dentale e di avviare, come è già avvenuto in altri Paesi europei, una campagna informativa mirata ad evidenziare i rischi derivanti dal suo uso, le possibili alternative, in modo tale che il paziente possa dare un consenso informato all'applicazione di tale composto.
Da parte sua il Consiglio Superiore di Sanità ha trasmesso alla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici un suo “parere”, in cui si chiede che vengano definite raccomandazioni e limitazioni d'uso dell'amalgama in particolari situazioni quali: “pazienti con allergie per l'amalgama, donne in stato di gravidanza, bambini sotto i sei anni e pazienti con gravi nefropatie”.
Altri Paesi europei sono andati più avanti ed hanno adottato da tempo misure: dal 1992 la Germania ha vietato la vendita e la fabbricazione dell'amalgama contenente mercurio, mentre in Svezia lo Stato interviene con un contributo del 50% per le spese di rimozione.
Sintomi
Da anni al centro di discussioni scientifiche, l'amalgama non è altro che quella comunissima “pasta metallica” con cui da 150 anni vengono fatte le otturazioni ai denti.
Si tratta di una lega che, accanto ad altri metalli (come argento, rame, stagno e zinco), contiene il 50% di mercurio, un elemento annoverato tra le sostanze più tossiche esistenti.
Da ciò nascono le maggiori preoccupazioni: infatti la presenza del mercurio nel nostro organismo e la ipersensibilità allo stesso può contribuire, o in certi casi determinare direttamente, una vasta serie di patologie: ipertensione arteriosa, dolori muscolari e articolari, stanchezza cronica, disturbi del sonno, alterazione dei processi cognitivi, ansia, depressione, irritabilità e difficoltà di concentrazione, insufficienza immunitaria, aumento della antibiotico-resistenza dei batteri e molte ancora (ormai è quasi certo, ad esempio, che il mercurio sia la causa quasi esclusiva di una patologia come il lichen orale).
Sono state avanzate ipotesi sulla possibilità che il mercurio favorisca l'insorgere di gravi malattie degenerative quali la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson o l'Alzheimer.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha inoltre raccomandato che l'esposizione di donne in età fertile, e quindi con possibilità alta di gravidanza, ai vapori di mercurio debba essere la più bassa possibile perché il mercurio attraversa facilmente la barriera della placenta e raggiunge il feto.