giovedì 9 agosto 2012

Mar Tirreno,mappa dei vulcani sottomarini.

Fonte Protezionecivile. gov

Il tirreno risulta essere il mare più giovane del Mediterraneo e quindi anche molto instabile: si formò circa 10 milioni di anni fa. È stato l’ultimo mare a crearsi, lo avevano preceduto l’Adriatico seguito dallo Ionio. 

Tra le fasi delle grandi fratture geologiche che provocarono lo sprofondamento del Tirreno e la crescita dei grandi vulcani (dal più vecchio, il Vavilov, al più giovane, il Marsili) c’è stata una fase di prosciugamento completo del Mediterraneo che si conclude con l’arrivo della grande cascata dello stretto di Gibilterra, 5-6 milioni di anni fa. 
A quell’epoca le isole vulcaniche di Stromboli e Lipari non esistevano ancora, ma si potevano ammirare altri vulcani che svettavano come tanti Kilimangiaro. Nel corso dei millenni la “diga” naturale, che si era formata tra Spagna e Marocco cominciò a lesionarsi, e si ebbe un collasso generale di tutta l’area e le acque oceaniche si riversarono fragorosamente nella depressione del Mediterraneo: era nato lo stretto di Gibilterra . 
Elenco dei vulcani sommersi del Mare Tirreno (smt = seamounts = monti sottomarini)
Alcione smt, Enarete smt, Eolo smt, Lamentini smt, Marsili smt -505m, Palinuro smt -70m, Sisifo smt, Anchise smt.
Sono tutti sottomarini e geologicamente attivi.

Vulcani e zone vulcaniche delle isole Eolie 
Alicudi 3 - Filicudi 13 - Salina 6 - Lipari 21 - Vulcano 19 - Panarea 15 - Stromboli 13.
(Nel numero sono annoverati sia i vulcani attivi che le zone vulcaniche geologicamente atttive)

Tutto il territorio delle Isole Eolie è di origine vulcanica. Le isole altro non erano che vulcani sottomarini emersi dalle acque circa 700.000 anni fa nel seguente ordine: Panarea, Filicudi, Alicudi, Salina, Lipari, Vulcano e per ultimo Stromboli il quale forse ha circa 40.000 anni di età. Da ricordare l’emersione di Vulcanello avvenuta nel 183 a.C., mentre le ultime colate di pomice ed ossidiana sul monte Pelato a Lipari, sono avvenute circa 1500 anni fa. 



Altri vulcani e zone vulcaniche

Ustica 4 - Canale di Sicilia 11 - Pantelleria 24 - Linosa 4.
(Nel numero sono annoverati sia i vulcani attivi che le zone vulcaniche geologicamente atttive)
Fonte

Brisbane (Australia) - 34° congresso internazionale di geologia.

Ci sarà anche il parmigiano Valentino Straser tra i relatori che presenteranno i propri studi nel corso del 34° congresso internazionale di geologia in programma dal 5 al 10 agosto a Brisbane, in Australia. Si tratta probabilmente dell’appuntamento più importante a livello mondiale per quanto riguarda le scienze della terra, dove si danno appuntamento - ogni quattro anni - i maggiori esperti del settore per presentare i loro studi e condividere informazioni e scoperte. In Australia sono attesi oltre 5 mila scienziati, provenienti da 111 diversi Paesi.
Durante il congresso Straser presenterà due relazioni sul tema dei precursori sismici, un argomento di grande attualità. «Si parla molto ultimamente della possibilità di prevedere i terremoti - spiega il geologo parmigiano -. Gli studi che stiamo conducendo ci dicono che, se è vero che non è possibile prevedere il momento esatto di un terremoto o la sua magnitudo, esistono però dei segnali, detti appunto precursori sismici, che si registrano prima di una scossa. Ad esempio delle interferenze elettromagnetiche. Nella prima delle mie relazioni presenterò un’analisi di queste interferenze; nella seconda affronterò il tema della necessità di uno studio sistemico di questi precursori».
Straser, ricercatore indipendente, studia da anni questi fenomeni e recentemente è stato chiamato a far parte del gruppo di lavoro Ievpc, «International earthquake and volcano prediction center», ovvero il centro internazionale per lo studio della previsione di terremoti ed eruzioni vulcaniche, che ha sede ad Orlando, in California: un gruppo di ricercatori a cui fa riferimento anche la Nasa, visto che al suo interno è presente proprio il referente Nasa per la Casa Bianca. L’obiettivo è proprio quello di affrontare in modo multidisciplinare, ciascuno con le proprie competenze, il tema dei precursori sismici. 
«Al momento - chiarisce Straser - stiamo concentrando le nostre osservazioni in una zona della Kamchatka, nell'estremo oriente russo, e la nostra attenzione è rivolta in particolare alla previsione di terremoti di magnitudo superiore a 6, quindi potenzialmente distruttivi. Fino ad ora siamo riusciti a prevedere la zona epicentrale e il periodo di un sisma, ma non la magnitudo. I risultati però sono incoraggianti».
Naturalmente, ci tiene a precisare il geologo, «si tratta di una fase di studio e analisi dei dati e per ora si può solo parlare in termini di “coincidenze” di fenomeni, ma è il primo passo per raccogliere le informazioni necessarie ad avviare una verifica e sperimentazione scientifica. Poter partecipare al congresso è una grande soddisfazione - aggiunge  -: sono pochissimi i ricercatori chiamati a rappresentare ciascuna nazione».

Gli incredibili "vulcani di fango" in Ucraina

Ucraina – (Express-news.it) Il vulcano di fango è un termine usato per riferirsi a formazioni eruttive di liquidi e gas, anche se ci sono molti diversi processi che possono causare tale attività. L’acqua calda si mescola con il fango e depositi superficiali. Vulcani di fango sono associati a zone di subduzione e circa 700 sono stati per ora identificati. Le temperature sono molto meno calde in questi processi di quelle che prodotte dai vulcani ignee. Le più grandi strutture vulcaniche di fango hanno 10 km di diametro e raggiungere i 700 metri  di altezza. Circa l’86% del gas liberato da queste strutture è metano, presente anche biossido di carbonio e molto meno azoto. L’ epulsione del materialè spesso formato da un impasto di solidi fini sospesi in liquidi che possono includere acqua, che è spesso acida o salata, e fluidi idrocarburici. Ci sono pochi vulcani di fango in Europa, ma decine si trovano sulla penisola di Taman Russia e nella penisola di Kerch del sud-est dell’Ucraina.
Fonte
 

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