-Redazione- 21 settembre 2012- I boati e i successivi tremori segnalati all'Elba in maggio «sono esplosioni, tipo cannonate, non terremoti, e tutto ciò fa pensare a due ipotesi, da verificare. Potrebbe trattarsi di deflagrazioni come quelle delle prodotte dai pescatori di frodo o derivanti da esercitazioni militari. Difficile pensare ad altro».
Così, in un'intervista a ElbaReport.it pubblica oggi un'intervista di Stefano Bramanti a Marco Morelli, geologo responsabile dell'istituto geofisico toscano, che grazie all'interessamento di Gian Mario Gentini, dirigente della Protezione civile a Campo nell'Elba, si è impegnato ad approfondire le segnalazioni dei boati sentiti all'Elba. Sulla vicenda interviene Legambiente che chiede sia fatta chiarezza sugli episodi.
«Da quel che dice il dottor Morelli – afferma Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana – queste esplosioni che provocano forti onde d'urto si verificano all'interno del Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos e a poca distanza dalle are marine a protezione integrale di Montecristo e Pianosa: ricordiamo che in quest'ultima isola ed all'Elba la Nato svolge da anni 'esperimentì e che nel 2005 la nave 'Alliancè della Nato naufragò proprio a Pianosa mentre testava, insieme all'altra nave 'Leonardò, siluri subacquei, progettati dall'Office of Naval Reserche degli Stati Uniti, con una portata molto ampia ed in grado di raggiungere notevoli profondità. Ci chiediamo se queste esplosioni e le conseguenti onde d'urto avvertibili a terra non danneggino le stesse specie di cetacei, molto sensibili a questo tipo di interferenze, che il Santuario 'Pelagos' ed il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano sono chiamate a salvaguardare».