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sabato 26 settembre 2015

Scoperto in Brasile un cranio decapitato di circa 9000 anni fa, con mani amputate che coprono i suoi occhi.

L'indagine condotta da André Strauss dell'istituto Max Plank in una grotta di Lagoa Santa, cittadina brasiliana  della regione di Minas Gerais, ha rivelato il caso più antico di decapitazione umana documentato in America, e probabilmente nel mondo, dato che i resti datano più di 9000 anni. Il caso è stato pubblicato dalla rivista Plus One. Già nel 2007, gli archeologi scoprirono in un cimitero decine di tombe di cacciatori che abitarono la regione circa 12000 anni fa. Tutti i resti ritrovati erano in linea con la sepoltura del periodo, tranne quest'ultimo, che risulta essere inspiegabile. 


A circa 55 centimetri di profondità è stato rinvenuto il cranio di un uomo con mani amputate che coprivano i suoi occhi. La mandibola e le vertebre presentano chiari simboli di decapitazione. Questo ritrovamento ha sconcertato gli archeologi, soprattutto per la zona della scoperta, visto che la maggior parte di crani decapitati appartenenti alle civilizzazioni inca, nazca, moche o huari, sono stati portati alla luce nei pressi delle Ande. Oltre alla zona, questo magnifico reperto risulta essere molto più antico rispetto agli altri crani con segni di decapitazione. L'investigatore dell'Istituto Max Plank, Domingo Salazar García, è stato il responsabile della datazione usando il collagene delle ossa e sottoponendolo all'esame del carbonio 14. Il soggetto aveva circa 30 anni quando fu assassinato con un'arma, probabilmente una pietra, molto affilata
Gli archeologi stanno formulando varie ipotesi per spiegare questo strano ritrovamento: "in molte occasioni si mutilavano i nemici sconfitti e i loro resti venivano esposti come trofei, usando un palo o una corda", spiega García. Tuttavia, il fatto che questo cranio fosse stato sepolto con mani amputate a coprire i suoi occhi, potrebbe essere un messaggio religioso. 'Che io sappia, non esiste nessun'altra sepoltura simile, scoperta fino ad ora', dichiara l'archeologo. Non esiste per il momento nessuna spiegazione su questo straordinario reperto. Solo dopo uno studio antropologico completo, probabilmente si potranno avere maggiori dettagli.

sabato 25 aprile 2015

India - Il popolo dei Sentinels, ultima popolazione rimasta immutata da 60mila anni.


L'Isola di North Sentinel è  conosciuta di secoli, già Marco Polo che aveva attraversato la zona alla fine del 13 ° secolo, descrisse gli Andamanesi come "una razza più brutale e selvaggia, con teste, occhi e denti come quelli dei cani "sono molto crudeli  e uccidono e mangiano ogni straniero che si possono mettere le mani su ".
Nel 1771 l'isola fu espressamente menzionata su documenti dell' East India Company, furono osservate delle luci di fuochi sulla riva.
Persone Sentinelesi
© Photo Fonte: oxfordjournals.org
L'isola sembra essere stata dimenticata fino al 1867, quando una nave indiana chiamata Ninive naufragò sulla sua spiaggia. I 106 sopravvissuti costruirono un campo temporaneo ma furono attaccati e alcuni giorni più tardi riuscirono a respingere l'assalto, ma, se non fosse stato per un vapore Royal Navy che arrivò poco dopo a salvarli, è improbabile che il gruppo terrorizzato sarebbe sopravvissuto.
Per i successivi 100 anni l'isola ed i suoi abitanti furono lasciati soli, ma le voci sui suoi abitanti bellicosi continuarono.

martedì 6 gennaio 2015

Geroglifici in Sardegna?


Sardegna - Penisola del Sinis - Nel costone roccioso adiacente le rovine di Tharros , sono presenti dei geroglifici Egizi incisi sulla roccia.

sabato 31 maggio 2014

Gornaya Shoria, (Russia) - Scoperti megaliti giganteschi naturali o artificiali?


Un nuovo sorprendente sito megalitico è stato individuato nella Siberia meridionale, sul Monte Shoria, nei pressi di Gornaya Shoria.
Il sito mostra una serie di enormi blocchi apparentemente di granito, che sembrano essere stati appiattiti, sagomati e adattati per essere impilati alla maniera ‘ciclopica’.
Si tratta di blocchi davvero enormi, forse troppo per essere posizionati da normali esseri umani. Proprio per questo alcuni pensano che si tratti di un bizzarro scherzo della natura che ha sagomato i blocchi così da farli apparire artificiali.
Certamente la Russia (e la Siberia) non è estranea ad ospitare antichi siti megalitici, Basta pensare ad Arkaim [Leggi articolo], oppure ai cerchi di pietra della Bashkiria [Leggi articolo], per rendersi conte che, tutto sommato, il sito di Gornaya Shoria non sarebbe fuori posto in questo territorio.
Tuttavia, il problema è dato dalle sue dimensioni mastodontiche. Se fosse artificiale, si tratterebbe di un sito unico nel suo genere, in quanto i blocchi sarebbero certamente i più grandi mai lavorati da mani umane nella storia del pianeta Terra.

Come spiega l’archeologo John Jensen sul suo blog personale, i super-megaliti sono stati trovati e fotografati per la prima volta da Georgy Sidorov, nel corso di una spedizione sulle montagne della Siberia meridionale.
Non sono indicate le misure dei blocchi di pietra, ma dal confronto con le sagome delle persone, i megaliti sembrano essere molto più grandi (fino a 2-3 volte) rispetto a quelli conosciuti in altri siti archeologi, come quello di Baalbek, per esempio [Leggi articolo]. Alcuni dei megaliti di Gornaya Shoria potrebbero raggiungere tranquillamente il peso di 3-4 mila tonnellate.
Dopo che la scoperta è stata divulgata, alcuni hanno ipotizzato che il sito di Gornaya Shoria possa essere la prova di un’antica civiltà perduta capace di incredibili opere di ingegneria che, nonostante la nostra tecnologia moderna, non saremmo in grado di replicare.

Altri, invece, ritengono che sia necessaria una certa cautela. Sebbene le immagini sono convincenti e all’occhio dell’osservatore sia difficile trovare una spiegazione naturale, i blocchi potrebbero essere semplicemente il risultato di una bizzarra erosione naturale.
In ogni caso, il sito di Shoria necessita ulteriori sopralluoghi e studi da parte di esperti del settore. Al momento abbiamo solo immagini che, sebbene siano abbastanza impressionanti, non sono in grado di fornire nessuna spiegazione conclusiva. Naturalmente, terremo le nostre antenne sintonizzate per eventuali novità.

martedì 18 marzo 2014

Il Teatro anatomico di Padova: il più antico nel suo genere,

Completato nel 1595, è stato il primo esempio al mondo di struttura permanente creata per l’insegnamento dell’anatomia attraverso la dissezione di cadaveri. Il Teatro Anatomico dell’Università di Padova fu realizzato nel 1594 su progetto di Paolo Sarpi, per volere di Girolamo Fabrici d’Acquapendente.
Il Fabrici era un eminente chirurgo e professore dell’ateneo patavino, nonché inventore delle illustrazioni anatomiche a colori. Attraverso un Consigliere della Nazione Germanica, venne a sapere che gli studenti tedeschi di medicina lamentavano la mancanza di un “teatro” per seguire le lezioni di anatomia.
E subito provvide, realizzando il Teatro Anatomico, ritenuto il più antico del mondo. Il Teatro si trova nel Palazzo del Bo, ovvero la sede dell’Università di Padova dal 1493, e può contenere fino a 300 persone. Presenta una forma ovale ad anfiteatro, con 6 ripide gallerie digradanti, illuminate da lampade.
Sul fondo si trova ancora il tavolo che serviva per le lezioni. In origine, l’ambiente era provvisto di un tetto mobile, per consentire la fuoriuscita dei cattivi odori generati dalle dissezioni. Un lucernario a soffitto fu realizzato nel 1844 per poter utilizzare la luce solare. Dal 1861 il teatro ebbe una sala comunicante attigua per le esercitazioni degli allievi.
Per le lezioni di anatomia venivano sezionati i cadaveri dei condannati a morte. Affinché le lezioni potessero svolgersi regolarmente, venivano nominati i cosiddetti “massari” che avevano il compito di procurare i cadaveri necessari. Quando le esecuzioni capitali divennero rare, il Teatro Anatomico cessò di funzionare.
Realizzato secondo i canoni stilistici del Rinascimento, il teatro non subì nel tempo alcuna modificazione.
L’anatomia attraverso l’insegnamento della dissezione dei cadaveri, evolutasi di pari passo con lo sviluppo della scienza medica, diventa ricorrente nel Quattrocento.
I documenti dell’epoca testimoniano come fosse diffusa la costruzione di strutture provvisorie, che venivano montate e smontate all’occorrenza, nelle quali gli anatomisti tenevano le loro lezioni ed eseguivano gli interventi. La loro forma ricordava quella degli anfiteatri romani.
Il Cinquecento è il secolo in cui l’anatomia padovana raggiunge il massimo prestigio: in città insegnano maestri come Andrea Vesalio, che dall’esperienza di Padova trarrà il suo capolavoro De humani corporis fabrica (1543), opera fondamentale nella quale viene citato anche un teatro anatomico in uso a Padova che poteva contenere 500 spettatori.
Altri grandi anatomisti del Cinquecento sono Gabriele Falloppio e Girolamo Fabrici d’Acquapendente, al quale, abbiamo detto, si deve proprio la realizzazione del Teatro stesso. A forma di cono rovesciato, è articolato in 6 ordini, di ampiezza variabile tra 7,56 e 2,97 metri. All’interno del Teatro, la lezione era tenuta da un professore assistito da due studenti detti “massari”.
L’illuminazione era assicurata solo da candele fino a quando, nell’Ottocento, venne aperto un lucernario. Per rendere l’atmosfera meno cupa, per quanto possibile, era frequente accompagnare la lezione con l’esecuzione di musiche dal vivo. Il Teatro Anatomico fu utilizzato fino al 1872, quando venne chiuso alla pratica delle autopsie. Oggi il Teatro Anatomico fa parte del percorso delle visite guidate a Palazzo Bo.


Written by Cristina Biolcati

FONTE

giovedì 9 gennaio 2014

Topolino è napoletano?



sito della ditta La Sorgente CLICCA QUI
Tratto dal periodico fiorentino Notiziario Gaf (Gruppo Amici del Fumetto) n.23 del luglio 2005

Chi è Quirino CRISTIANI

Quirino Cristiani
Molti ritengono che Walt Disney sia il padre dell’animazione moderna, ma oggi molti non si ricordano di quegli animatori che agli inizi del Novecento hanno fatto compiere i primi passi al magico mondo dei cartoni animati
Questa è la storia di Quirino Cristiani, che dalla provincia di Pavia ha dato un sorriso all’animazione argentina nei primi anni del Novecento.
 Quirino nacque a Santa Giulietta, un piccolo paese in provincia di Pavia, il 2 giugno 1896.
All’età di quattro anni la sua vita subì un cambiamento radicale; infatti suo padre, che lavorava come messo comunale, perse il lavoro e decise di emigrare con la famiglia in Argentina, nella speranza di trovare un futuro che gli avrebbe concesso di mantenere se stesso e i suoi cari.
 Così il piccolo Quirino arrivò a Buenos Aires, che allora era già un centro commerciale e industriale nel pieno del boom economico, pieno di promesse per i molti immigrati italiani di allora.
Forte della sua passione giovanile per il disegno, Cristiani si iscrisse all’accademia delle belle arti, dove sviluppò il suo umorismo sagace e picaresco.
Ben presto iniziò a lavorare per Federico Valle, un regista italiano anche lui immigrato in Argentina, collaboratore dei fratelli Lumière, noto per aver ideato il primo cinegiornale, che stava cercando un disegnatore di vignette satiriche.
Sotto la sua ala protettiva Quirino cominciò la sua luminosa carriera di vignettista e disegnatore di cartoni animati.
Nel 1916 realizzò la sua prima pellicola, La intervencion, che era il resoconto della visita nella capitale argentina del presidente Irigoyen.
Il consenso del pubblico fu enorme,  e grazie a questo Cristiani si mise subito all’opera per creare quello che sarebbe rimasta la sua opera più famosa, El Apostol, considerato il primo lungometraggio animato della storia del cinema.
La vicenda consiste in una pungente satira del presidente Irigoyen, che, novello Giove, scaglia i suoi fulmini sulla corrotta Buenos Aires.

Con la Prima Guerra Mondiale per Cristiani cominciarono i problemi; la sua nuova opera, che era una satira sul conflitto e sulla situazione interna attuale, fu confiscata e distrutta dagli Affari Interni.
Fortunatamente il disegnatore non finì in prigione ma perse quasi tutti i suoi soldi, e per mantenere la moglie e i due figli piccoli cominciò a svolgere i mestieri più umili, come il disegnatore di innocue vignette satiriche e il proiezionista ambulante a pagamento di pellicole come i corti di Chaplin e alcune pubblicità da lui stesso disegnate, trovando il calore e l’affetto del suo pubblico che non lo abbandonò mai.

Nel 1925 realizza Peludopolis, il suo primo lavoro col sonoro, che ancora una volta è una satira spietata del presidente Irigoyen e del suo partito.

Inoltre Cristiani lavorò ad una serie di cortometraggi, tra cui quello relativo alla Mono Relojelo (scimmietta orologiaio) che combina disastri in una elegante gioielleria.
Nel 1941 il disegnatore incontra Disney, impegnato nella promozione in Argentina del suo film Fantasia, che impressionato dal suo lavoro gli offrì di lavorare per i suoi studi, ma Cristiani, pur ammirando il  lavoro del collega americano, rifiutò l’offerta per non lasciare quella che ormai considerava la sua seconda patria.
Purtroppo però due incendi, nel 1957 e nel 1962, distrussero buona parte del lavoro di Cristiani, privandoci così del lavoro di uno dei primi disegnatori di animazione italiani.

Cristiani morì il 2 agosto 1984, e soltanto dopo la sua morte l’Argentina inizierà a rivalutare la sua opera, fino a considerarlo oggi una della personalità più importanti della nazione.

martedì 24 dicembre 2013

Mark Weingard, 47enne inglese, si è salvato dall’attentato dell'11 settembre, dall’attentato di Bali e dallo tsunami del 26 dicembre 2004.


Mark Weingard ricorda vagamente Zelig, il personaggio dell’omonimo film di Woody Allen che aveva la capacità di trovarsi sempre al centro della storia: dietro a Hitler con la Porta di Brandeburgo sullo sfondo, seduto vicino a Pio XII in Vaticano, a fianco di Babe Ruth in un campo da baseball. In un certo senso un antesignano di Forrest Gump che stringeva la mano a Elvis Presley, a John Kennedy, a Richard Nixon e combatteva in Vietnam. “È proprio quello che penso della mia vita”, dice sorridendo Mark Weingard che nell’arco di tre anni è stato testimone delle più grandi tragedie del mondo. Tutto ha avuto inizio l’11 settembre 2001 (…)
LO SALVÒ IL FATTO di essere in ritardo dopo una notte passata in bianco. Quando telefonò per avvertire si sentì rispondere: “non venga proprio, un aereo ha appena colpito il World Tra-de Center”. Pochi minuti dopo il secondo aereo si schiantò esattamente contro gli uffici della Fuji Capital uccidendo i 23 dipendenti presenti. Mark Weingard, 47 anni, da allora si è sempre rifiutato di guardare le immagini agghiaccianti della gente che si getta nel vuoto. L’11/9/2001 Mark aveva da poco compito 35 anni ed era cresciuto con l’idea fissa che, come il padre ucciso a 36 anni in un incidente stradale mentre guidava il suo taxi, sarebbe morto prima di compiere 36 anni. “Mio padre era morto a meno di 36 anni, sua sorella era morta giovanissima e anche sua madre era morta giovane. La mia famiglia era percorsa da questo senso di morte imminente”. Ma il destino aveva altre sorprese in serbo per il giovane di Manchester che aveva deciso di darsi alla finanza perché amava la matematica. Tredici mesi dopo le Torri Gemelle, nell’attentato di Bali morì la fidanzata Annika Linden. Come l’aveva conosciuta? Dopo un doloroso divorzio dalla moglie conosciuta a 15 anni sui banchi di scuola, aveva incontrato Annika grazie alla posta del cuore di un giornale.

giovedì 21 novembre 2013

Ecuador - Scoperta città megalitica. Regno dei giganti?


Piramide parete
Breaking News 19/10/2013 - Siamo lieti di annunciare la recente scoperta di una sconosciuta complesso megalitico situato in una zona remota della giungla amazzonica dell'Ecuador. Questo è un breve riassunto di alcuni di quello che già sappiamo o sospettiamo di essere fatti di questo assolutamente incredibile trovare.
Ritorno maggio 2012 siamo stati parte di una conversazione privata in cui è stato rivelato che un membro della discussione era stato di recente parte di una spedizione nella giungla qui in Ecuador, che era finito in quello che ha preso per essere un antico complesso della piramide, non noto al grande pubblico internazionale, o anche all'interno di Ecuador. A causa di una serie di intense esperienze soprannaturali che accadono in quel momento e l'impegno per un progetto di ricerca già esistente (che ha portato i nostri due libri pubblicati '2012 aumento The Last Tzolkin: avvertimenti della Maya & The Pleiadiani ' & 'Ancient Aliens In Australia: Origini delle Pleiadi di umanità ») non ci hanno seguito fino a questo vantaggio fino avevamo completato il nostro lavoro in corso. Finalmente possiamo dare la questione della dovuta attenzione. Ora abbiamo incontrato due membri del team di spedizione iniziale (ottobre 2013) e ha esaminato il loro materiale - che è mente che soffia nella portata.
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Presso il sito scoperto c'è una struttura molto grande blocco di tipo megalitico di circa 80 metri quadrati di base e 80 metri di altezza, con pareti molto inclinati.Tale struttura è costituita da grandi blocchi di pietra irregolari tagliati a forma, ciascuno è attualmente calcolato essere di circa 2 tonnellate di peso, molte centinaia di tali blocchi costituiscono le pareti dell'edificio.
La parte superiore sembra essere una zona pianeggiante sospettato y nostri contatti per essere stato un piattaforma utilizzata dai sacerdoti in entrambe le cerimonie o forse sacrifici. La ragione per cui sacrificio umano è sospettato riferisce al grado di inclinazione delle pareti piramide, l'ipotesi è che essi sono simili ad altre strutture in America dove la pendenza è stato deliberatamente studiata per consentire una testa umana a rotolare giù per i fianchi. Questo è attualmente solo speculazione.
Sparsi per la zona erano moltissimi manufatti di pietra e della ceramica (apparentemente ora tutti rubati negli ultimi mesi). Molti di questi oggetti sembravano essere gli strumenti di pietra che avrebbero potuto essere utilizzati sia in estrazione o raffinazione di un qualche tipo di minerali metallici. Tra questi strumenti sono alcuni che sarebbe estremamente difficile per un essere umano normale dimensione è quello di utilizzare in qualsiasi modo pratico, questo ha portato ad un forte sospetto che questa è una delle leggendarie città perdute dei giganti, ben noto nelle leggende ecuadoriane locali su l'area amazzonica, questi luoghi generano molta paura tra i membri delle tribù della giungla di oggi in quanto si ritiene di essere protetta da spiriti guardiani o da esseri non di questo mondo. Molti esploratori sono andati nella giungla intorno a questa zona e non è riuscito a tornare - è certamente noto per essere pericoloso entrare per il viaggiatore temerario. Anche gli esploratori più esperti sono scomparsi senza lasciare traccia nella caccia a città perdute e la supposta esistenza di immensi tesori da trovare.
Siamo personalmente a conoscenza di leggende in quella zona che appartengono agli esseri umani giganti e le loro città perdute, di fatto le ossa di persone giganti sono stati trovati nelle grotte della zona - così come in altre parti del Ecuador. Questa regione è stato detto di essere un grande luogo di incontro delle tribù, infatti le tribù da lontani come il Brasile è recato in questa posizione a causa di credenze circa la sua lunga importanza in piedi e forte vibrazione energetica. La scoperta di questo complesso piramide costituisce il fatto dalla presunta finzione, questo è davvero un luogo di antichi giganti e le loro città. Ciò che resta da vedere è quanto è grande la zona è davvero complesso. La deduzione logica è che le strade o sentieri che escono da questa urbanizzazione sarebbero probabilmente ad altre città della stessa civiltà più profondo nella giungla
La squadra ha finora identificato diversi grandi colline vicino alla struttura, ciascuno di dimensioni uguali che possono essere oggetto delle strutture.L'ipotesi di lavoro ragionevole e logica è che ciascuna di queste colline è una piramide ancora da scoprire. In questo modo sarebbe una città di dimensioni molto significativo e complesso della piramide.
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Lo stile degli edifici e degli oggetti trovati tutti suggeriscono un ignoto cultura pre-Inca, indagini ulteriormente dettagliato sarà necessario per stabilire tutti i fatti.
Il governo è in procinto di fare tutti i preparativi necessari per indagare il sito.Sarò in contatto con un team di esperti internazionali in materia di antichi siti megalitici e le tecnologie a piramide. Abbiamo il sospetto che potrebbe essere un 12 mila anni vecchio Ancient Aliens legate struttura - ma al momento tutte le scommesse sono spenti come a chi ha costruito questo sito - nessuno lo sa.
Condividere questa informazione ampiamente prega ma includere link a questa pagina e l'autore.
Vorremmo ringraziare i nostri sorgenti per i rapporti diretti, la ricerca di informazioni e immagini:
Sr. Bolivar Morales
Sr. Manuel Chauvin
Sr. Manuel Viera
Sr. Luis Fernando Villacreses
Sr. Jhon Vinueza

sabato 19 ottobre 2013

"1421: l'anno in cui la Cina ha scoperto l'america?".


Sono stati i Cinesi a scoprire l'America, non Cristoforo Colombo. E' questa l'idea, senza dubbio rivoluzionaria, portata avanti da Gavin Menzies, autore di "1421: l'anno in cui la Cina ha scoperto il mondo".
Le sue affermazioni hanno suscitato un'ondata di sprezzanti critiche all'interno del mondo accademico e da parte di autorevoli storici.Storico amatoriale ed ex marinaio della flotta reale britannica, Menzies ha fatto una brillante carriera proprio grazie alla sua abilità nel ribaltare i luoghi comuni tradizionali: in questo libro, controverso e criticato, sostiene che una flotta cinese guidata dall'ammiraglio Zheng Henavigò verso le Americhe nel 1421 lasciando poi ampie tracce archeologiche del viaggio.
"L'equivalente storico di racconti del tipo...incontri ravvicinati con alieni" così Felipe Fernandez-Armesto, professore di storia all'Università di Londra, ha bruscamente liquidato il libro, secondo quanto riportato dalla rivista Telegraph.
Le polemiche e la disapprovazione degli storici ufficiali non hanno però fermato la penna di Menzies che è uscito con un secondo libro "1434: l'anno in cui una grandiosa flotta cinese navigò verso l'Italia e dette inizio al Rinascimento" (William Morrow, 2008), oggetto delle stesse critiche del precedente. Ne è seguito poi un terzo, al quale non è stata riservata un'accoglienza meno dura "L'impero perduto di Atlante: il più grande mistero della storia svelato" (Harper Collins 2011).
Profondamente convinto delle sue tesi, Menzies le ribadisce ulteriormente nel suo ultimo libro "Chi ha scoperto l'America: la storia non raccontata del popolamento delle Americhe" (William Morrow, 2013). Qui, l'idea che i primi ad arrivare nel Nuovo Mondo siano stati esploratori provenienti dalla Cina viene avvalorata dalla presentazione di una mappa cinese risalente al 1418 dalla quale risulta che il popolo asiatico stava esplorando le Americhe nel 1421, ben 71 anni prima dell'arrivo della flotta guidata da Colombo.
"Il tradizionale racconto secondo cui Colombo ha scoperto il nuovo mondo è assolutamente fantasioso, è una fiaba - ha dichiarato Menzies al Daily Mail, sostenendo invece con forza la tesi secondo cui gli esploratori cinesi raggiunsero le Americhe circa 40mila anni fa - E' come in una vasca in plastica, sono le correnti a trascinare. I Cinesi semplicemente sono arrivati con la corrente".
Ma anche la mappa presentata da Menzies per suffragare la sua tesi ha trovato un grande numero di critici, che l'hanno valutata come una falsificazione. "Gli studenti che conoscono questo campo hanno rifiutato tale affermazione, senza mezzi termini" ha detto sally K. Church dell'Università di Cambridge a LiveScience in una recente intervista.
"La mappa è una copia del diciottesimo secolo di una mappa europea, come evidenziato dai due emisferi raffigurati, dai continenti e dai dettagli delle aree di terraferma che sono rappresentate", gli fa eco Geoff Wade, ricercatore all'Asia Research Institute dell'Università di Singapore.
Dal coro di critiche che si leva praticamente unanime nei confronti di Menzies dal mondo accademico e storico ufficiale, emerge la voce dissonante di Louis Levathes che giunge ad esprimere verso questo scrittore decisamente fuori dalle righe una forma di rispetto ed ammirazione "La sua macchina promozionale è semplicemente straordinaria", ha dichiarato la storica a Salon.
http://nextme.it/rubriche/previousme/6497-cinesi-scoperta-america


giovedì 25 luglio 2013

Uk, decrittò codice nazista: “perdonato” Turing condannato perché gay.


Prima celebrato come eroe di guerra, poi condannato alla castrazione chimica per “indecenza” e semplicemente per il suo essere omosessuale. Infine costretto al suicidio, così è stato ricostruito dagli storici, due anni dopo la sentenza che, nel dopoguerra, lo fece entrare in forte depressione. Ora, a più di 60 anni dalle vicende, Alan Turing, matematico, logico, conosciuto anche come uno dei padri dell’informatica e dell’intelligenza artificiale, verrà ufficialmente “perdonato” dal governo inglese, che annullerà quella sentenza di condanna e lo riabiliterà finalmente, inserendolo nell’empireo dei grandi uomini che contribuirono alla sconfitta del potere nazista. Lo ha fatto sapere il governo di coalizione fra conservatori e liberaldemocratici guidato da David Cameron. A ottobre verrà ufficialmente discusso in parlamento il disegno di legge per la riabilitazione di Turing. Ma non tutti sono contenti per questa mossa del governo, che è arrivata a pochi giorni dall’approvazione del matrimonio gay e dal sigillo della Regina alle nozze fra persone dello stesso sesso. Ben Summerskill, direttore dell’associazione gay Stonewall – una sorta di Arcigay britannica – ha bollato la mossa del governo come “ipocrita”. E ha aggiunto: “Questo non servirà a rendere giustizia alla figura di Turing. Meglio sarebbe che il suo pensiero venisse insegnato nelle scuole a ogni bambino. Questo gli renderebbe veramente giustizia”.  
A Turing, nei mesi passati, è stata dedicata un’importante mostra del museo londinese della Scienza. Una mostra, tuttavia, che si concentrava più sulle sue scoperte tecniche che sulla sua vita privata. Turing, infatti, riuscì a decodificare le comunicazioni segrete dei nazisti, aiutando così a vincere la Seconda Guerra Mondiale. Secondo molti studiosi, la scoperta di Turing avrebbe evitato la morte di ulteriori centinaia di migliaia di persone. Ora la stampa britannica dice apertamente che Turing fu “torturato” per il suo essere gay. Torture che il governo cerca di cancellare col bianchetto, approvando una legge che, appunto, pulisca la fedina penale di Turing e di altri importanti condannati. Dal 1885, anno dell’editto vittoriano sugli omosessuali, al 1967, ben49mila persone gay, lesbiche, bisessuali e transgender furono condannate nel Regno Unito semplicemente per il loro essere e per il loro stile di vita. Fra queste, uno dei più famosi fu lo scrittore, poeta, dandy e regista teatrale Oscar Wilde. Turing molto probabilmente – non vi è assoluta certezza – si avvelenò, molti altri si tolsero la vita o finirono nei manicomi di Stato.
Ora, appunto, il perdono. Per il quale il partito laburista all’opposizione ha sempre premuto. Sadiq Khan, musulmano, parlamentare del Labour e ministro ombra per gli affari relativi alla capitale, pochi mesi fa esortò l’esecutivo. “C’è un lavoro che non è mai stato completato, il governo deve perdonare Turing. A cento anni dalla sua nascita, è giunto il momento di correggere questo grande errore storico”. Da parte sua, il governo assicura che la legge di perdono passerà, al netto di qualche emendamento che forse ne rallenterà l’approvazione. Ai parlamentari, tuttavia, verrà data libertà di voto secondo la loro coscienza. Turing decodificò le comunicazioni fra nazisti, scritte incodice Enigma, così chiamato dal nome del marchingegno usato per cifrare e decifare messaggi e informazioni. “Ma il vero enigma è il perché nel Regno Unito si sia arrivati così tardi a un passo indietro ufficiale su Turing”, dicono ora gli attivisti gay del Paese. Leggenda vuole che Turing morì mordendo una mela avvelenata e che Steve Jobs si ispirò a lui quando pensò al logo della Apple.

sabato 26 gennaio 2013

Alieni nella Giordania preistorica?



Nel 1997, leggendo la rivista “Archeo“, fui attratto dalla fotografia che vedete qui a sinistra. Perché? Innanzitutto vorrei descrivervi la storia di questi reperti fotografati.
“Nel 1997, presso la Arthur M. Sackler Gallery di Washington, fu allestita la mostra “Archeologia sulle rive del Giordano”, curata da Ann Gunter e incentrata su un gruppo di cinque sculture rinvenute nel 1986 nel sito preistorico di Ain Ghazal, nei pressi di Amman (7000-6500 a.C. circa),capitale della Giordania. L’anno successivo al ritrovamento, il Conservation Analytical Laboratory della Smithsonnian Institution intraprese l’opera di studio e conservazione di queste interessanti sculture, prestate all’istituzione americana dal Dipartimento di Antichità della Giordania.
Le statue, mai pubblicate o esposte prima di questa occasione, furono casualmente rinvenute durante lacostruzione di una strada e rimosse, insieme al blocco di terreno che le conteneva, per essere ricostituite e studiate in laboratorio.
Datate tra il 7000 e il 6500 a.C. circa, esse sono tra le più antiche statue antropomorfe rinvenute nel Vicino Oriente, ma non è ancora chiara l’esatta loro funzione e chi in esse sia raffigurato. In particolare un busto con due teste potrebbe essere la rappresentazione di una divinità venerata dalla locale comunità di agricoltori.
Le sculture, modellate a mano in gesso ottenuto da calcare locale  e rifinite con utensili in pietra, legno od osso, sono accompagnate in mostra da tre volti “umani” in gesso modellati sul teschio di defunti. Tale pratica – attestata in siti della Giordania, Israele e Siria – prevedeva, a distanza di qualche tempo dal seppellimento del cadavere, la dissepoltura dei resti ossei e il trattamento dei teschi che venivano decorati a fini rituali; da essi si ottenevano calchi totali o parziali, oggetto di venerazione nell’ambito di credenze religiose incentrate sul culto degli Antenati.” (tratto da ARCHEO del Febbraio 1997, articolo di Filippo Salviati).

Clachi in gesso ottenuti da sovrapposizione con il teschio dei defunit, come praticato 9.000 anni fa
I volti che vedete fotografati qui a sinistra, sono quelli appena descritti da Salviati. A prima vista non dicono alcunché, ma esattamente due anni dopo, dovetti ricredermi.

Il volto di un presunto alieno precipitato a Roswell nel 1947
Fu durante un documentario televisivo sulCaso Roswellche la mia attenzione fu colpita dalla fotografia di uno dei presunti alieniincidentati. Ero convinto di aver già visto un volto simile, e così andai a rovistare nei materiali raccolti alla rinfusa nella mia biblioteca. Ritrovai la rivista archeologica di cui sopra e mi ricordai delle fotografie in essa pubblicate. Ero più che mai convinto che quei volti di origini ed epoche apparentemente differenti si somigliassero, ma non ebbi il desiderio di approfondire. Poi, un collaboratore di Acam con cui ebbi l’occasione di parlarne, mi consigliò di preparare su questo argomento un articolo da inserire tra le pagine del sito.
Tuttavia, le parole stentavano a fluire e il discorso relativo era ben poca cosa. Poi, dovendo selezionare le immagini per l’articolo, volli tentare con Corel Draw 8 una sorta di sovrapposizione delle due immagini. Ebbi persino la fortuna di trovarle perfettamente proporzionate l’una all’altra, sebbene quella in bianco e nero dell’alieno fosse stata scattata con una angolazione focale leggermente differente. Ritagliai in un riquadro il calco centrale e lo affiancai al volto presunto alieno:
 
Effettivamente, non si può negare una qualche somiglianza nei tratti somatici dei due soggetti.
Ma preparatevi a vedere il risultato finale della semplice (senza trucchi) sovrapposizione della primaimmagine alla seconda…
 
La maschera in gesso si adatta alla perfezione al volto dell’alieno di Roswell! Cosa può voler significare una simile coincidenza? Avevo forse scoperto qualcosa? Nemmeno ora oso pronunciarmi per una qualche forma di onestà intellettuale.
Ma vediamo di analizzare i dettagli della sovrapposizione.
L’unico aspetto discordante, riguarda la parte superiore della maschera in gesso, che presenta una sorta di capigliatura o copricapo. Ma se osserviamo attentamente l’arcata sopraccigliare destra dell’alieno ( di coloregrigio più scuro ), ci accorgiamo che seguendo la linea inferiore del “copricapo” e proseguendola fino al lato opposto mancante, essa viene per così dire completata.
Tutto il resto sembra combaciare alla perfezione: le linee del volto, gli occhi, il naso, la bocca e il mento. Inoltre, la parte di maschera danneggiata a destra nella foto, viene riempita dalla guancia del volto alieno, mantenendo così inalterate le proporzioni generali del volto.
Provai a fare il negativo della sovrapposizione:
 
Dopo di che, volli eliminare i difetti visivi derivanti dal colore, ed equalizzai le due immagini sul bianco e nero, eseguendone poi di nuovo il negativo. Se nella prima sovrapposizione le due immagini combaciavano, ora mi sentivo di affermare che da quel che vedevo le due immagini rappresentavano la stessa tipologia morfologica.
 
Ma allora, cosa significa tutto ciò? E’ una scoperta o una riscoperta? Secondo alcuni miti, tra cui quelli della tribù africana dei Dogon, intorno al 7000 a.C. una razza aliena venne sulla Terra e portò agli uomini ancora primitivi i concetti della scienza cosmica. Si fermarono sulla Terra per alcuni secoli. Prima di ripartire giurarono che un giorno essi sarebbero ritornati e si sarebbero stabiliti in mezzo a noi. Gli Egiziani credevano che anticamente furono gli dei a regnare sulla terra del Nilo per millenni, prima di consegnare nelle mani deifaraoni il potere politico e ai sacerdoti quello delle facoltà scientifiche. Secondo Robert Temple, autore de “Ilmistero di Sirio”, essi torneranno quando noi avremo saputo cogliere il significato delle innumerevoli tracce che hanno disseminato sul nostro pianeta, segni che l’archeologia ufficiale continua a disseppellire, ma che non sa interpretare.
Che gli alieni di Roswell siano i nostri Antenati? Qualcuno si chiederà se non sia possibile che qualcuno abbia contraffatto la fotografia di Roswell per somigliare ai calchi. Rispondo subito. Non è assolutamente possibile alcuna forma di contaminazione dei reperti, per il semplice fatto che la fotografia dell’alieno circola dagli anni cinquanta, e che le statue e i calchi in gesso risalenti al 7000-6500 a.C. sono state rinvenute soltanto negli anni ottanta.
Io non do nessuna risposta al polverone che credo verrà sollevato da questo articolo, perché la funzione di Acam è quella di aprire degli interrogativi. La filosofia nostra è: “essere scettici, ma cercare ogni prova per essere costretti a credere”.
Beh, forse siamo dinnanzi ad una nuova prova.


giovedì 27 settembre 2012

Turchia - Scoperta una Bibbia dove Gesù predice l'avvento di Maometto.



Turchia – (Express-news.it) Le autorità turche affermano di essere in possesso di una Bibbia vecchia di almeno 1500 anni, nella quale Gesù Cristo avrebbe predetto l’avvento del profeta Maometto.
Papa Benedetto XVI ha immediatamente chiesto di poter esaminare il testo. Il libro era nascosto in Turchia da almeno 12 anni ed è stato annunciato il ritrovamento questa settimana.
Il libro, del valore di circa 28 milioni di dollari, si dice contenga la predizione di Gesù ‘della venuta del Profeta Maometto, e sarebbe stato soppresso dalla Chiesa cristiana per anni, a causa della sua forte somiglianza con la visione islamica di Gesù.
Il ministro del Turismo e della cultura turca Ertugrul Gunay, lo ha confermato in un comunicato.
Secondo i giornali del Golfo e dell’Arabia Saudita, i musulmani credono che il testo, sia il Vangelo di Barnaba, che si aggiungerebbe ai vangeli originali di Marco, Matteo, Luca e Giovanni. San Barnaba è tradizionalmente identificato come il fondatore della Chiesa cipriota, uno dei primi cristiani poi chiamato apostolo.
Gunay ha detto che il Vaticano ha ufficialmente chiesto di vedere il libro, che la Turchia aveva scoperto durante un’operazione di polizia anti-contrabbando nel 2000.
La banda fu condannata per contrabbando di oggetti vari sequestrati durante l’operazione, compresa la Bibbia, e tutti i manufatti sono stati conservati in una cassetta di sicurezza in un tribunale di Ankara. È rimasto gelosamente custodito dalle autorità prima di essere consegnato al Museo Etnografico di Ankara, dove sarà presto messo in mostra.

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