LIVORNO. Greenpeace Russia ha pubblicato una mappa (nell'immagine) che dimostra come gli incendi che devastano la Russia europea si stiano diffondendo in tutte le aree forestali contaminate da radiazioni nucleari. «La mappa - spiegano gli ambientalisti russi - è stata prodotta utilizzando i dati dell'International atomic energy agency e le informazioni fornite dal Fire information for resource management basato sulle immagini satellitari del Modis, il sistema internazionale di monitoraggio degli incendi. La mappa, sulla base dei dati acquisiti il 9 agosto, mostra chiaramente che le aree nucleari contaminate soffrono di più di 20 incendi. Almeno 3 divampano nelle foreste altamente contaminata della regione di Bryansk».
Il ministro russo per le situazioni di emergenza, Sergei Shoigu, il 5 agosto aveva detto che «Ci sono solo due incendi nella regione di Brjansk, ma sono stati estinti precocemente». Poi aveva aggiunto: «Se il fuoco si sviluppa in questa zona può rilasciare nell'aria la contaminazione nucleare del disastro di Chernobyl in aria e comparirà una nuova area contaminata».
E' esattamente quello che si vede nella carta nella zona più scura della Russia che si incunea nei confini tra Ucraina e Bielorussia.
Vladimir Chouprov, campainer energia di Greenpeace Russia, sottolinea che «Il livello di radioattività non può arrivare al livelli causati dal disastro di Chernobyl. Ma non vorremmo che venisse sottovalutato il rischio di esposizione, perché sappiamo poco riguardo agli effetti sulla salute della combinazione di emissioni di CO e le radiazioni a basso dosaggio».
Il governo russo cerca di dare tutta la colpa di questo disastro ad una causa che fino a ieri guardava con malcelato scetticismo: il global warming. Alexander Frolov, a capo del servizio federale di meteorologia, ha detto che spulciando gli archivi ufficiali della Russia zarista-sovietica-eltsiniana-putiniana si è scoperto che l'ondata di caldo di quest'anno è la peggiore in 1.000 anni.
Greenpeace, che ha combattuto contro l'eco-scetticismo climatico dei politici russi, ora non ci sta a dare tutta la colpa al clima: «Vorrei aggiungere a questo che sono il sistema russo di gestione forestale e la terribile legislazione forestale hanno causato il disastro degli incendi peggiori in 1.000 anni - dice il direttore esecutivo di Greenpeace Russia Sergey Tsyplenkov - E l'errore più grande che possiamo fare ora è dare la colpa solo l'ondata di caldo».
Per gli ambientalisti russi quello che il Paese dovrà spendere quest'anno per la lotta contro gli incendi boschivi e per gestire le loro conseguenze, sarebbe stato sufficiente a finanziare per diversi anni il lavoro di un organismo di protezione statale delle foreste con 20.000 dipendenti. Invece la Russia quest'anno ha stanziato per la lotta antincendio 2,2 miliardi di rubli e nel 2009 ha speso 4-10 centesimi di dollaro per ettaro di terreni boschivi destinati ai vigili del fuoco, rispetto a circa 4 dollari negli Usa. Secondo Greenpeace la Russia dovrebbe investire almeno 30 miliardi di rubli per combattere gli incendi a livello nazionale. «Inoltre è essenziale istituire un sistema centralizzato di protezione aerea delle foreste per combattere su larga scala gli incendi boschivi (analogo al precedente "Avialesookhrana"), in particolare per assicurare il trasporto rapido dei vigili del fuoco e delle attrezzature dalle regioni a minore intensità di incendi alle regioni a maggiore intensità di incendi. Un avaro paga due volte. Se in Russia ci fosse un capace ed efficace servizio di Stato di protezione delle foreste, nel 2010 sarebbe stato possibile ridurre i danni della catastrofe del fuoco da 5 a 10 volte ed evitare le perdite umane».
Anche Réseau "Sortir du nucléaire", la federazione di 879 associazioni ambientaliste francesi, è preoccupata per quel che sta succedendo intorno agli impianti nucleari Russi, in particolare a quello di Mayak : «La centrale nucleare russa di Snejinsk è circondata dalle fiamme. La Russia ha anche decretato lo stato d'emergenza intorno al centro nucleare di Mayak, dove sono stoccate enormi quantità di scorie altamente radioattive».
Per "Sortir du nucléaire" il governo russo e quelli degli altri Paesi industrializzati non sembrano comprendere la gravità della situazione. Eppure il Centro nucleare di Mayak è un luogo tristemente noto: nel 1957 un difetto nel raffreddamento di un deposito di scorie altamente radioattive provocò un'esplosione che ha contaminato 23.000 km2 e più di 450.000 persone. Secondo gli antinucleari francesi l'attuale situazione in Russia potrebbe causare un incidente nucleare ancora più grosso: «Gli incendi rischiano di danneggiare i sistemi di raffreddamento delle installazioni nucleari russe (panne degli delle attrezzature di pompaggio o di ricircolo delle acque di raffreddamento, aumento delle temperature dell'aria, ecc.). I assenza di raffreddamento, il cuore di un reattore nucleare entra in fusione in qualche minuto. La fusione del cuore di un reattore russo porterebbe ad un incidente di una gravità paragonabile alla catastrofe di Chernobyl. La situazione drammatica che vive attualmente la Russia dimostra una volta di più che i reattori nucleairi sono molto vulnerabili agli eventi climatici estremi, la cui frequenza aumenta con il cambiamento climatico. E' quindi suicida pretendere utilizzare la tecnologia nucleare come "soluzione" di fronte ai cambiamenti climatici».
"Sortir du nucléaire" ricorda che questo non è una cosa che riguarda solo i russi: «nel 2003, 1/4 del parco nucleare francese ha dovuto essere fermato a causa della canicola estiva, che rendeva ancora più pericolosa lo sfruttamento dei reattori. Nel 1999, la centrale nucleare di Blayais, vicina a Bordeaux, ha sfiorato la catastrofe a causa di una inondazione, e la città stava ere sere evacuata. Le particelle radioattive diffuse nell'ambiente dagli incendi rischiano di contaminare la catena alimentare dove ricadranno. Numerosi radioelementi possono fissarsi nell'organismo per ingestione o inalazione e provocare delle malattie gravi, cancri, ecc. La gravità dei rischi che il nucleare fa pesare sulla salute e la sicurezza delle popolazioni non va più dimostrata. E' urgente che la Russia tragga la lezione da questa situazione di crisi e fermi rapidamente i suoi impianti nucleari. La Francia, che è il Paese più nucleare al mondo, deve anche lei impegnarsi urgentemente in un piano di uscita dal nucleare».
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