sabato 4 gennaio 2014

Risolto il mistero delle luci sismiche (e degli Ufo) che appaiono prima dei terremoti?

Le Le frecce indicano le luci sismiche, fotografate all'inizio degli anni '70 lungo il lago Tagish, in Alaska (fonte: Jim Conacher)
Le luci sismiche (Eql – earthquake lights), che sono apparse anche a L’Aquila poco prima del terremoto dell’aprile 2009, sono state spesso scambiate per Ufo o liquidate come allucinazioni. Ma ora un team di geologi dice di aver raccolto un elenco quasi definitivo di questo raro ma affascinante fenomeno.
In alcuni casi i terremoti possono innescare “flash” di luci che durano qualche secondo, ma a volte anche giorni, prima del verificarsi del terremoto vero e proprio. Il fenomeno si presenta come piccole “sfere” luminose fluttuanti, colonne bluastre che “escono” dal terreno o “fulmini” che vanno verso il cielo. Secondo alcune testimonianze a L’Aquila le Eql sono comparse pochi secondi prima del terremoto: delle persone dicono infatti di aver visto una luce tremolante alta 10 centimetri sopra il lastricato di via Francesco Crispi, nel centro della città.

Il 15 agosto 2007 a Pisco, in Perù, un ufficiale di marina vide colonne celesti di luce uscire dall’acqua per quattro volte consecutive; dopo arrivò un terremoto di magnitudo 8.0, le e luci furono filmate anche da telecamere di sicurezza. Il 12 novembre 1988 un brillante globo viola-rosa di luce si spostò nel cielo lungo il fiume San Lorenzo nei pressi di Quebec City, 11 giorni prima di un potente terremoto. Il 18 aprile 1906, fiamme blu furono viste tremolare alla base delle colline a ovest di San Francisco poco prima che si verificasse uno dei più disastrosi terremoti della storia umana.
Ora uno studio di un team di ricercatori guidato da Robert Thériault, un geologo canadese del ministero delle Risorse naturali e della fauna del Quebec,  pubblicato su Seismological Research Letters, sembra aver finalmente risolto il mistero delle Eql: queste sembrano infatti collegate ad un rapido accumulo dell’energia intrappolata tra le faglie del sottosuolo. Queste correnti elettriche indotte fluiscono in superficie attraverso fenditure dove, ionizzandosi insieme alle molecole d’aria, generano la luminosità osservata.
A partire dal 1600, i ricercatori hanno esaminato 65 casi di luci legate ai terremoti, l’80% dei quali avevano una magnitudo superiore a 5.0 della scala Richter.
Secondo Thériault, «possiamo considerare queste luci come un fenomeno pre-terremoto e combinando questi dati con altri tipi di parametri che variano poco prima di un sisma potremmo un giorno tentare di prevedere questi eventi che sono così catastrofici per l’uomo».
Uno degli autori dello studio, Friedemann Freund, professore di fisica alla San Jose State university e ricercatore dell’Ames Research Center della Nasa, dice su Usa Today che «il meccanismo che causa il fenomeno si verifica solo in condizioni particolari e rare. Rocce come basalto e il gabbro, createsi in profondità nel mantello della Terra, contengono piccoli difetti nei loro cristalli. Quando queste rocce vengono stressate, quei difetti generano momentaneamente cariche elettriche. Quando un potente onda sismica attraversa il suolo e colpisce uno strato di queste rocce, comprime le rocce con grande pressione e velocità, creando le condizioni in base alle quali si generano grandi quantità di cariche elettriche positive e negative. Queste cariche possono viaggiare insieme, permettendo loro di raggiungere quello che viene chiamato  stato di plasma, che può scoppiare e schizzare in aria».
Un altro componente necessario perché si producano le luci sismiche sono i “deep vertical faults” della crosta terrestre, alcuni dei quali possono raggiungere le 60 miglia e più; il magna che si solidifica e diventa gabbri e basalti risale lungo questi “difetti”, formando “dighe” che spesso raggiungono uno spessore di decine a centinaia di metri. «Ipotizziamo che le dighe agiscano come un imbuto, indirizzando le cariche fino a diventare un plasma ionizzato allo stato solido – spiega Thériault – Quando il plasma salta in aria, produce luce».
Meno dello 0,5% dei terremoti di tutto il mondo si verificano nei luoghi adatti a creare Eql, per questo i ricercatori hanno setacciato documenti storici, molti scritti a mano e alcuni in latino, risalenti a secoli fa e hanno esaminato moderne pubblicazioni scientifiche e registrazioni filmate.
Thériault dice che ormai le Eql non potranno più essere scambiate per Ufo, come fecero nei primi anni ‘70 Jim Conacher e sua moglie che durante una gita in barca sul lago Tagish, nello Yukon, videro 7 globi luminosi gialli sul fianco di una montagna che poi si unirono ad altri più lontane. Le Eql somigliano terribilmente ad altri presunti avvistamenti di Ufo in Canada e nel resto del mondo.
Le aree più interessate da questo fenomeno sembrano essere l’Italia, la Grecia e la valle del Reno tra Francia e Germania, così come diverse zone del Sud America e probabilmente anche diverse aree in Cina.
«Le luci non sono abbastanza comuni nelle zone sismiche da poter essere utilizzate come sistema di allarme – dice Thériault  - Ma talvolta hanno svolto questa funzione. Poco prima del terremoto de L’Aquila, in Italia, un uomo dalla sua cucina vide lampi luminosi all’esterno, intensi come la luce del giorno. La luce era durata per più di un secondo. Dato che precedentemente aveva letto un articolo sulle luci sismiche, decise di portare la sua famiglia in una struttura sicura».
Lo stesso Thériault  nel 1976 era in Cina e il 28 luglio vide le luci sismiche e si precipitò fuori dalla casa dove abitava. Poco dopo ci fu il devastante terremoto che distrusse Tangshan e che ha ucciso centinaia di migliaia di persone. Il geologo è sopravvissuto ed ha così deciso di studiare le Eql per svelarne il mistero. Dopo quasi 40 anni sembra esserci riuscito.




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