23 novembre 2009 – I “tipping points” sono le regioni del pianeta e gli ecosistemi dove l’equilibrio climatico è ormai al limite e potrebbe spezzarsi da un momento all’altro con conseguenze inimmaginabili non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale.
Si tratta delle aree della terra che risentono maggiormente dello stress causato dai cambiamenti climatici. Il superamento della soglia climatica limite potrebbe tradursi in una rapida radicalizzazione dei fenomeni climatici con impatti devastanti per le popolazioni che le abitano.
Il cedimento di un tipping point può essere provocato ad esempio da un repentino innalzamento dei mari, o dalla siccità, dal blocco del monsone estivo in India e in Nepal o dalla scomparsa della foresta amazzonica. Non è ancora possibile fare una stima precisa dei danni, ma potrebbero ammontare a centinaia di miliardi di dollari.
Un’analisi del comportamento dei tipping point, inclusi i possibili impatti ambientali ed economici e le implicazioni per il settore delle assicurazioni, è offerta dal rapporto “Major Tipping Points in the Earth’s Climate System and Consequences for the Insurance Sector”, presentato oggi da Wwf e Allianz (disponibile qui.)
Secondo lo studio, le temperature globali sono già cresciute di almeno 0,7 gradi centigradi ed è probabile un riscaldamento di 2-3 gradi nella seconda metà del secolo, a meno che non vengano attuati prima del 2015 sforzi estremamente radicali e determinati per tagliare le emissioni.
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