Interessante quanto scritto in questo articolo, da cui ho tratto l'essenziale:
"....uno studio dell’ UCAR (University Corporation for Atmospheric Research), un dipartimento dell’Università di Boulder nel Colorado, ha simulato diversi scenari dimostrando che in un periodo di tempo variabile ma non eccessivo (da 90 a 120 giorni dal disastro iniziale) il flusso di petrolio raggiungerà il Nord Atlantico, distribuendosi su una superficie di oltre 900.000 Km quadrati, più della Francia e della Germania insieme.
In realtà le foto da satellite mostrano una situazione più grave di quella delle simulazioni, a soli 60 giorni dal disastro la quantità di petrolio nella Corrente del Golfo è maggiore di quella prevista dalle simulazioni.
Dobbiamo tener presente che la Corrente del Golfo ha un effetto importante sul clima del Nord Europa, portando acqua calda nel Nord Atlantico fino alle coste dell’Inghilterra, della Scozia e della Scandinavia. Una pellicola di sostanza oleosa su una superficie così grande ridurrà l’evaporazione, quindi nei prossimi mesi avremo minore umidità atmosferica, inoltre l’evaporazione provoca un raffreddamento dell’acqua, quindi l’acqua sarà più calda e leggera ed arriverà più lontano, verso le aree polari. Uno scenario inquietante per gli effetti sul clima globale.
Anche un altro effetto del disastro può diventare globale: circa il 35% della perdita è composto da idrocarburi leggeri, che in parte finiscono direttamente in atmosfera ed in parte vengono bruciati in “incendi controllati” sul posto. Nelle immagini da satellite si vedono con molta chiarezza i pennacchi di fumo ed una valutazione prudente porta alla spaventosa quantità di oltre 220.000 tonnellate di fuliggine ed anidride carbonica, a cui si aggiungono gli idrocarburi leggeri, in particolare metano. Anidride carbonica e metano sono gas serra e portano ad un riscaldamento dell’atmosfera, mentre la fuliggine ha un effetto schermante e la raffredda.
Non è detto che i percorsi atmosferici delle diverse frazioni siano gli stessi, quindi è difficile valutare quali effetti possano avere, e fino ad oggi non sono stati pubblicati studi in proposito.
Perciò preoccupiamoci, perché sembra proprio che nessuno se ne stia occupando....."