- Redazione 30 giugno 2012- L’ipotetico scenario che potrebbe venirsi a creare non può passare inosservato, considerata l’area demografica del territorio vesuviano, densamente popolato e devastato dall’abuso edilizio, e dalla devastante attività eruttiva del vulcano che in passato ha causato decine di migliaia di morti.
Dobran è uno studioso del Vesuvio, autore di due libri in proposito, uno scienziato, non una Cassandra “Sarebbe opportuno –ha dichiarato- che le autorità italiane e l’Ingv, prendessero in seria considerazione l’ipotesi concreta di un fenomeno a parer mio probabile, e che potrebbe disegnare scenari spaventosi”.
. "All’improvviso – spiega Dobran- il Vesuvio che sonnecchia dal 1944, esploderà con una potenza mai vista. Una colonna di gas, cenere e lapilli si innalzerà per duemila metri sopra il cratere. Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di 100 metri al secondo e una temperatura di 1000 gradi centigradi, distruggendo l’intero paesaggio in un raggio di sette chilometri, spazzando via strade e case, bruciando alberi, asfissiando animali, uccidendo forse un milione di esseri umani" .
Anche alcuni vulcanologi italiani concordano parzialmente con il ricercatore statunitense.
"È il magma che spinge e vuole salire a far tremare il suolo della Campania" sostiene il professor Giuseppe Luongo mentre il suo collega Paolo Gasparini si esprime così: il vulcano è "un cono edificato dai prodotti eterogenei delle eruzioni, poggiato su un basamento di calcare che inizia a 2-3 chilometri di profondità (…) non si vedono altre sacche magmatiche sopra il bacino, cioè sopra i 10 km".
Giuseppe Luongo insiste: "Il magma, per risalire in superficie, non dovrà vincere la resistenza di rocce rigide che lo sovrastano per uno spessore di 10 km, al contrario potrebbe trovare una facile via di risalita lungo i percorsi già occupati da masse a temperature elevata".
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