Si è spezzata una delle componenti principali della corrente del Golfo, dal nome Loop current, stravolgendo così un equilibrio secolare di correnti calde e fredde. La causa? Ancora una volta la terribile macchia nera di petrolio del golfo del Messico.Lo rende noto uno studio italiano che evidenzia come sia impossibile al momento prevedere il futuro della situazione; tuttavia pare che, se il processo proseguirà, potrebbero riscontrarsipesanti conseguenze per la corrente calda che attraversa l’oceano Atlantico fino al Nord d’Europa.Lo studio è stato portato avanti da Gianluigi Zangari, dei Laboratori Nazionali di Frascati dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e pubblicato sul sito internet dell'Associazione Geofisica Italiana, dell'Istituto di Scienze atmosferiche e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isac-Cnr).Il ricercatore è arrivato a questa conclusione attraverso lo studio delle immagini e dei dati forniti dai satelliti americani ed europei, che osservano il pianeta (dai nomi Jason,Topex-Poseidon, Geosat Follow-On, Ere-2 ed Envisat) e utilizzando un sistema di calcolo sviluppato e brevettato proprio da Zangari nei Laboratori di Frascati nel 1999.
Da alcuni giorni, la marea nera ha iniziato a creare un vortice dalle dimensioni sempre più consistenti, staccandosi completamente dal resto della corrente: un danno enorme per gli equilibri delle acque del Golfo – ha fatto sapere Zangari - che rischia di creare conseguenze irreversibili se non si interverrà seriamente e al più presto.
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