Un gruppo di ricercatori internazionali ha messo a punto una nuova e rivoluzionaria tecnologia capace di trasformare, con un bassissimo consumo energetico, l’acqua salata degli oceani in acqua potabile.
Un team di ricercatori dell’Università del Texas e di Marburg, in Germania, coordinato dai professori Richard Crooks e Ulrich Tallarek,
ha sviluppato una tecnologia capace di dissalare l’acqua estratta dagli oceani. Il professore Richard Crooks, all’interno di una conferenza stampa, ha così commentato:”La disponibilità di acqua potabile e per l’irrigazione delle colture è uno dei requisiti di base per mantenere e migliorare la salute umana. La dissalazione dell’acqua di mare è un modo per rispondere a questa esigenza, ma i metodi più aggiornati per desalinizzare l’acqua si basano su membrane costose e facilmente contaminabili. Il metodo privo di membrana che abbiamo sviluppato ha ancora bisogno di essere perfezionato, ma, se riusciremo nel nostro intento, un giorno potrebbe essere possibile fornire acqua potabile su vasta scala utilizzando un sistema semplice e possibilmente anche portatile”.
L’ONU lancia il campanello d’allarme. Stando alle stime fatte dall’ONU entro il 2030 3 miliardi di persone potrebbero morire di sete. Tuttavia, la situazione è già preoccupante oggi dato che la mancanza di acqua potabile provoca sei milioni di vittime all’anno, tra questi moltissimi sono bambini sotto i 5 anni.
La tecnologia è ancora in attesa di brevetto. Il funzionamento di questa rivoluzionaria tecnologia, che potrebbe risolvere non pochi problemi, è piuttosto semplice, almeno a dirsi, infatti questa nuova tecnica si avvale di un “water chip”, ovvero un piccolo chip di plastica capace di generare un campo elettrico e di “dividere” l’acqua salata da quella dolce. Fino a oggi i ricercatori hanno raggiunto il 25% di dissalazione e hanno messo a punto una produzione di 40 nanolitri di acqua al minuto.
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