domenica 2 febbraio 2014

Parassiti intestinali e malattie correlate.



Questi piccoli esserini chiamati anche vermi sono spesso la causa di diverse patologie, che vanno da semplici eruzioni cutanee fino al diabete e al tumore.
Diversi lettori ci hanno contattato chiedendoci informazioni su questo argomento e così abbiamo chiesto un parere al nostro Dott. Baldari per capire meglio questo problema e dare consigli pratici a chi ci segue.
Scopriamo di più, allora, sui parassiti intestinali grazie all’esperienza clinica del Dott. Urbano Baldari che da anni analizza i rischi e le malattie correlate alla presenza di questi parassiti nel corpo delle persone.
I parassiti elminti (i vermi) sono spesso sottovalutati dalla clinica ma dal punto di vista della Medicina dell’Informazione sono invece molto importanti.
Nella mia pratica diagnostica quotidiana, li trovo spesso presenti (con le loro frequenze), nel contesto di patologie anche molto importanti, anche gravi e complesse. Se è vero che nel mondo occidentale è raro vedere le grandi infestazioni verminose, tuttavia le contaminazioni minori di questi esserini sono molto comuni, ma poco conosciute nei loro aspetti clinici, e purtroppo poco indagate.
È probabile che le grandi migrazioni di popolazione, sia umana, che animale, di questi ultimi anni, possano “mescolare le carte”, ovvero rendere presenti determinati ceppi di elminti, che in passato non si trovavano nei paesi cosiddetti “evoluti”.
Attualmente, esiste una tendenza, da parte di molti medici, di non considerare come pericolose le parassitosi. Quando va bene, queste forme sono considerate collegate alla Medicina Tropicale, cioè a quella scienza che studia le patologie proprie dei paesi più caldi, e in via di sviluppo (oppure, purtroppo, senza alcuno sviluppo).
Questa colpevole mancanza è accompagnata, spesso, da una totale ignoranza sull’argomento, tanto è vero che, dispiace dirlo, anche nei laboratori più organizzati manca la figura del parassitologo. Di più, io, personalmente, ho l’impressione che per molti medici questo problema semplicemente NON ESISTA e quindi non viene preso in considerazione.
Eppure i vermi sono sempre più frequenti e si accompagnano spesso a disturbi molto severi. Chi sostiene in modo quasi assoluto che i vermi siano tra le principali fonti d’inquinamento del corpo, sia dal punto di vista chimico, che da quello informazionale, è la dottoressa H.R. Clark, la quale ha sviluppato una metodica di ricerca frequenziale concettualmente simile a quella da me eseguita, pur essendo tuttavia operativamente molto diversa.
È molto probabile che uova, larve, cisticerchi e vermi adulti, essendo molto grandi, rispetto agli altri microrganismi, possiedano proporzionalmente un vasto ventaglio di antigeni in grado di attivare e modificare il sistema immunitario e il flusso di informazioni all’interno del corpo; inoltre, sembra che i parassiti, morendo, liberino nell’ambiente virus e batteri che essi portano dentro di sé. Detta in altri termini, la mole d’informazioni anomale che possono incidere sul “software” dei sistemi biologici è vasta, e tale da indurre modifiche profonde e serie soprattutto a livello di risposta immuno-allergica e di tipo nervoso.
Alterazione della flora batterica e sistema immunitario
Un altro danno, molto importante, è la capacità di questi esserini infestanti l’intestino, di provocare alterazioni nel numero e nella qualità della flora batterica che ci aiuta a proteggere le cellule intestinali, ci produce vitamine e sali minerali, ci prepara le proteine per essere assimilate e utilizzate.
A questo va aggiunto il danno diretto del parassita, il quale, secondo la sua specie, ha un ciclo vitale di riproduzione e sviluppo ben preciso, toccando più ospiti, sia stabili, che occasionali e, all’interno di questi, più organi. Esso ritorna sempre, per deporre le uova, nell’intestino o nella colecisti, e questo succede, per lo più, seguendo il ciclo lunare: nei giorni in cui c’è una nuova fase lunare (in pratica, circa quattro volte al mese).
Una caratteristica dei vermi, non di tutti, è quella di risalire dalla valvola di Oddi, posta nella parte alta dell’intestino tenue, lungo le vie biliari e, meno, pancreatiche, stabilendosi in aree “più protette” dalle aggressioni esterne.Un’altra localizzazione privilegiata è l’appendice: non di rado infiammazioni di questo organello linfatico sono causate da una forte infestazione parassitaria.
Ogni elminta ha in genere ospiti preferenziali nel regno animale, con i quali, entro certi limiti, contrae una specie di “modus vivendi”. Molto spesso, ciascun verme infesta due ospiti, appartenenti a due specie diverse del regno animale: uno intermedio e uno definitivo. In determinate circostanze, però, si possono avere infestazioni intermedie e definitive anche in altri appartenenti al regno animale, che fungono da ospiti occasionali. È così che, a volte, assistiamo a patologie da elminti che non propriamente dovrebbero svolgere parte del loro ciclo vitale nell’uomo. In questi casi è possibile che il sistema immunitario non riconosca appieno la specie infestante, e non riesca a operare una buona contrapposizione, ad esempio, quando i vermi, troppo presenti, muoiono e liberano frammenti biochimici, ma soprattutto imputs informatici “nuovi”.
Questo è il motivo, all’opposto, per cui Enterobius vermicularis (Ossiuro), cioè il parassita più conosciuto come “obbligato” per l’uomo, sia come ospite intermedio, che definitivo, provoca sintomi marginali (a meno che, come detto prima, non sia risalito lungo le vie biliari), mentre altri elminti, di cui per noi umani  è più difficile la infestazione, o che hanno un ciclo vitale con più ospiti, sono in effetti più pericolosi e devastanti. Per il vero, esiste anche una maggiore “tolleranza”, prima informatica e poi biochimica, verso taluni parassiti, piuttosto che verso altri, a seconda della razza e del luogo di provenienza dell’individuo umano che viene infestato. Infine, conta molto lo stato dell’intestino, le eventuali disbiosi o patologie del digerente, essendo questa la porta principale di entrata di tali agenti (la seconda è quella inalatoria: uova o cisti di parassita possono essere inalate dalla terra, dove sono state lasciate da animali che lì hanno defecato).
Il sistema difensivo intestinale elabora una risposta generica, formata dalla attivazione di eosinofili, IgA, ed eventualmente IgE, la quale, in condizioni normali, permette di contrastare e limitare in modo efficace tutti parassiti elminti, i quali vengono “contenuti” in un numero di individui non  in grado di nuocere all’organismo in cui si sono introdotti: fintantoché questo controllo funziona come “regolatore” ecologico, non si corrono particolari pericoli, a meno di comportamenti a rischio.
I comportamenti e le abitudini che mettono a rischio di contaminazione da parassiti

1) la convivenza stretta con animali. La Dott.ssa Clark punta il dito, nei suoi libri, sulla convivenza, nello stesso appartamento, tra uomini e animali domestici. Questi ultimi, soprattutto se non vengono continuamente curati, lavati, nutriti in modo conveniente alla specie, e se vivono “part-time” fuori casa, a contatto con altri animali, oppure se sono molto piccoli, o se sono molto vecchi, o se non sono stati adeguatamente deparassitati, possono essere portatori di malattie parassitarie. Gli elminti possono essere all’interno dei mammiferi stessi, per cui anche gli animali domestici possono essere ospiti transitori.  Per ovviare al problema la Dott.ssa Clark consiglia di tenere fuori casa gli animali, di pulire bene le mani e le unghie dopo averli accuditi, oppure di portare guanti protettivi.
2) Le scarse norme igieniche, come utilizzo degli stessi asciugamani per più persone, il non lavare adeguatamente vegetali da consumarsi crudi, il non lavarsi bene le mani spazzolando le unghie dopo aver manipolato terra, sabbia o foglie cadute nel terreno.
3) I giochi dei bambini, o lavoro, o hobbies quando vengano manipolate terra, foglie, erba, vegetali, in cui hanno defecato animali domestici o selvatici (ad esempio ratti) portatori d’infestazione. Questa è una delle più comuni vie d’infestazione, e si combatte o con l’utilizzo di guanti protettivi, o con il lavaggio accurato delle mani, utilizzando uno spazzolino per ripulire bene le unghie.
4) L’assunzione di cibi proteici crudi, come pesce o carne, che possono essere infestate da Anisakis marina, o Tenie, o Trichinella. Shushi, tartare e carpacci non sono proprio esenti da rischi, a meno che le carni non siano state sottoposte a trattamenti preventivi (ad esempio un adeguato periodo di surgelamento –detto “periodo di abbattimento”-). Personalmente, io le vivande proteiche le mangio cotte. Teoricamente, anche salumi e affumicati potrebbero essere a rischio, anche se le procedure di preparazione e i controlli veterinari sul capo macellato assicurano un buon margine di sicurezza.
Le parassitosi, soprattutto quelle importanti, possono realmente essere più frequenti in chi convive, negli stessi ambienti, con animali domestici (mammiferi come il cane e il gatto, oppure uccelli liberi), oppure in chi frequenta assiduamente appartamenti in cui vivono i suddetti animali da compagnia.
Paradossalmente, il rischio sembra più presente in questi casi, che in coloro che operano nel campo dell’allevamento, in quanto costoro sono più portati a seguire norme igieniche protettive.
Viceversa, è più facile che si infettino bambini che vivono in campagna, i quali giocano con la terra, che può essere infestata da uova di elminti, provenienti dalle deiezioni degli animali da cortile, ecc. Da non trascurare i contenitori di sabbia per giocare, presenti, ad esempio, negli asili, i quali, se al mattino ospitano i piccoli, alla sera permettono ad animali randagi (ratti, gatti e cani) di espletare in pace le proprie funzioni fisiologiche; se questi siti non sono adeguatamente protetti, potrebbero diventare fonti di infestazione.
La dottoressa Clark sostiene che le contaminazioni umane casuali con parassiti, i cui principali ospiti sono di norma anche altri animali (mammiferi, uccelli, pesci o molluschi, ma anche pulci che parassitano i mammiferi), stiano aumentando continuamente. Per tali motivi, l’autrice sostiene che sarebbe molto importante riconoscere questi possibili agenti, molto spesso presenti soprattutto in caso di diabete, cefalea, sindrome da fatica cronica, patologie intestinali anche molto impegnative, asma, orticaria cronica, patologie cardiache, patologie muscolari, patologie neurologiche complesse,  sclerosi multipla e perfino tumori.
La lettura dei suoi libri può essere di grande aiuto ad aprirsi a un mondo normalmente poco conosciuto non solo dalle persone “non addette ai lavori”, ma anche dai medici. Qui di seguito sono riportati per patologia i principali vermi in causa; le segnalazioni hanno solo un significato indicativo, e sono frutto della verifica personale, effettuata nella clinica, di quanto la dott. Clark asserisce. Esse non hanno né valore assoluto, né vi sono lavori accademici che confermino, in modo inequivoco, questi dati: tuttavia, a volte, i risultati di una terapia antiparassitaria risultano molto efficaci.
AGITAZIONE E INCAPACITA’ DI STARE FERMIÈ un sintomo spesso trascurato, ma molto importante: tutte le specie di parassiti possono esserne causa. Nei bambini, parassitosi e streptococco provocano dei veri e propri cambiamenti comportamentali: sono bimbi che diventano insopportabili, capricciosi, insonni, piagnucoloni…
DIABETETrematode pancreatico (Eurytrema pancreaticum).Questo verme migra nel pancreas, dove provoca un danno sia diretto che informatico sulla produzione dell’insulina, nel diabete non autoimmune.
CEFALEAStrongylodes stercoralis,Echinococcus granulosus, Opistorchis felineus, piccolo tenie del genere Himenolepis: molte cefalee ed emicranie definite “essenziali” rispondono brillantemente agli antiparassitari. I parassiti in questione si localizzano spesso, come punto di partenza del ciclo vitale, nella sacchetta biliare.
PRURITO AI GENITALI O ALL’ANO; VULVO-VAGINITISono sintomi molto frequenti e comuni, e anche qui, non si sa se per ignoranza o per che altro, la diagnosi di parassitosi viene spesso trascurata.Tutte le specie di elminti, compresi gli OSSIURI. Quante candidosi vaginali, o presunte tali, hanno questa origine!
ORTICARIA CRONICA,ERUZIONI CUTANEE ECZEMATOSE  O POLIMORFEAscaris Lumbricoides, Anchilostoma, Taenia spp., Schistosoma spp., Opistorchis felineus: da soli o in compagnia di bacteri. In genere la localizzazione primaria è nell’intestino o nel complesso fegato-colecisti
BRUXISMO (digrignamento dei denti involontario), PRURITO AL NASO, CONTINUO SBATTIMENTO DELLE PALPEBRESono i sintomi “minori” dei parassiti. Essi rappresentano segnali semeiotici assolutamente da non trascurare, e dovrebbero far riflettere il medico sulla possibilità della presenza di questi “ospiti” poco graditi e informaticamente attivi.Tutte le specie di elminti possono essere in causa, soprattutto quelli che risalgono lungo le vie biliari.
ASMAAscaris lumbricoides, Toxocara canis, Himenolepis nana e diminuta: per inalazione diretta di uova presenti nella terra, o per informazioni che arrivano da fegato o colon seguendo le vie informatiche, cioè i meridiani.
PATOLOGIE MUSCOLARITrichinella spiralis, Trichiuris trichiura (da carne cruda o poco cotta): dolori muscolari, astenia spesso entrambi severi. Anisakis marina (si assume col pesce crudo o poco cotto): provoca patologia toracica con dolori folgoranti e sintomi simili al dolore stenocardico.
SINDROME DA FATICA CRONICA (CFS)Potenzialmente tutti
TUMORIFasciolopsis buski, Fasciola epatica, Filaria (per quest’ultima, solo linfomi o tumori toracici e mediastinici): si ritrovano come frequenze in coloro che hanno già un terreno molto danneggiato. Potenzialmente il sistema difensivo è molto prostrato, sono possibili metastasi epatiche.
PATOLOGIE CARDIACHE, DISPNEA e ASMA CARDIACIFilaria, Loa Loa: poco conosciuti, questi parassiti danno forme cardiache molto pericolose, con aritmie, dilatazioni ventricolari.
MALATTIA INFIAMMATORIA CRONICA INTESTINALEPotenzialmente tutti: disbiosi intestinali con malassorbimento di peptidi alimentari non assimilabili, meteorismo, diarrea, stipsi, alvo alterno, muco nelle feci, sangue nelle feci.
PATOLOGIE NEUROLOGICHE COMPLESSE: MENINGISMI/MENINGITI, CEFALEE CON FEBBRE, SINTOMI EPILETTICI VARI, MORBO DI PARKINSON e SINDROMI PARKINSON-LIKECisticercosi: Tenia solium, Tenia saginata, Tenia pisiformis, Diphyllobotrium latum, Hymenolepis nana, Hymenolepis diminuta, Echinococcus spp, Ascaris lumbricoides, Trichinella spiralis, Strongyloides stercoralis, Paragonymus westermani: spesso l’epilessia, il morbo di Parkinson, tanto per citare due malattie neurologiche gravi, sono collegate a parassitosi. I parassiti anche qui partono dalla vescica biliare. 
FENOMENI DI AUTISMO E SINDROMI CORRELATEINCUBI NOTTURNI, AGITAZIONE, “PAVOR NOCTURNUS” DEI BAMBINIPotenzialmente TUTTI I PARASSITI che nel loro ciclo biologico prevedono un passaggio attraverso il SISTEMA NERVOSO CENTRALE: Tenie, Himenolepis nana e diminuta, Opistorchis felineus, Diphyllopbotrium latum, Strongyloides stercoralis,…
Sicuramente, anche senza essere così assolutisti, questo è un grosso problema, sottovalutato, non si sa perché, dalla medicina accademica. La ricerca con ET ed EAV integrati può dare notevole aiuto in queste diagnosi.
DIAGNOSI
La misurazione dei punti di agopuntura indica l’organo di partenza, il percorso informatico e la tipologia di “hacker” coinvolti. Possedendo una banca dati informatica (ad esempio quella del programma “ACUPRO”) si possono stabilire con precisione gli aggressori del sistema informatico nel corpo del paziente.
Chi non possedesse questi strumenti, ma sospettasse dalla descrizione dei sintomi una parassitosi, può procedere a una ricerca parassitologica nelle feci.
Devo dire che purtroppo questo esame si rivela spesso inutile e fuorviante: per una serie di motivi che non sto a descrivere, esso risulta quasi sempre negativo. A me è capitato di sentire genitori che sono andati a far vedere il verme, uscito dall’ano del loro figlio, al medico pediatra di base, per farsi prescrivere l’esame e sapere la specie di appartenenza dell’ospite indesiderato: ebbene, la risposta era risultata negativa!
Per questo motivo e per mia esperienza personale io consiglio un prelievo di sangue: nella formula leucocitaria dell’emocromo, esiste un valore molto importante e semplice da individuare: la conta degli eosinofili. Se questi leucociti (globuli bianchi) sono sopra il quattro per cento e sotto il venti per cento, la probabilità di aver a che fare con una infestazione parassitaria è molto alta.
TERAPIA e segreti in cucina
La prima cosa da osservare è come vi siano popolazioni che hanno introdotto nella loro alimentazione cibi che sono naturalmente antiparassitari. Vi porto alcuni esempi “etnici” di cucina:
  • i macellai di Norcia, da secoli, introducono spicchi di aglio lungo tra carne e osso del prosciutto prima di  salarlo e metterlo appeso;
  • nella dieta mediterranea l’aglio stesso ha un ruolo primario;
  • in India, il curry, miscela di erbe con azione antisettica, antiossidante e antiparassitaria, è la base dell’alimentazione: non so se vi è mai capitato, ma la digestione di cibi preparati “all’indiana” è spesso molto buona, lasciando una sensazione di benessere;
  • il “nocino”, liquore di mallo di noce, bevuto a fine pasto, esercita una azione antiparassitaria.
Una miscela di estratti liquidi di mallo di noce, artemisia assenzio e chiodi di garofano è diventata famosa come Protocollo Antiparassitario della Dr.Clark .
Nelle forme meno aggressive, o più vecchie, dove il danno è soprattutto sull’informazione, basta il secondo prodotto da solo. Naturalmente è meglio associare anche una specifica terapia omeopatica, infatti ogni parassita ha il suo rimedio che lo contrasta.

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