giovedì 19 novembre 2009

Vaticano - Ha senso che esistano altre forme di vita nell'Universo.

Ha senso cercare forme di vita fuori dalla Terra, anche se per ora non ve n'è alcuna prova: è questa la conclusione alla quale sono giunti gli studiosi, scienziati e filosofi, che hanno partecipato ad una settimana di studi di Astrobiologia promossa dalla Pontificia accademia delle Scienze e dalla Specola vaticana. «Nonostante l'astrobiologia sia un campo nuovo e un argomento in via di sviluppo - ha detto il direttore della Specola vaticana, padre Josè Funes, in una conferenza stampa tenuta al termine dell'evento - le domande sulle origini della vita e sulla presenza di vita fuori dalla Terra, nell'universo, sono legittime e meritano seria considerazione». E il Vaticano, nonostante le molte implicazioni di carattere filosofico e teologico, ha deciso di affrontarle, significativamente, proprio a cominciare dal punto di vista scientifico. All'incontro hanno partecipato fisici, chimici, astronomi biologi e geologi, i quali, mettendo a confronto i risultati delle loro ricerche, oggi in grado di registrare progressi in tempi incredibilmente più rapidi dei tempi di Galileo Galilei, sono giunti a ritenere «plausibile» l'esistenza di centinaia di milioni di luoghi abitabili nella sola Via lattea, che è solo una dei miliardi di galassie dell'universo. «È palpabile la sensazione - ha detto l'astronomo americano Chris Impey - che l'universo ospiti forme di vita e c'è la speranza che solo pochi anni ci separino ormai dalle prime scoperte». Su Europa, satellite di Giove, ad esempio - ha ricordato Athena Coustenis, del Cnr francese - si ritiene che una vasta distesa d'acqua, primo elemento necessario alla vita, giaccia sotto una calotta di ghiaccio. Occorrerà però attendere, per esserne certi, una missione in programma per il 2020. Nel sistema di Saturno, altri due satelliti sono di particolare interesse per gli astrobiologi: Titano ed Enceladus. Il primo è il più simile alla Terra, ha un'atmosfera densa di nitrogeno con il 2% di metano e cicli climatici e meteorologici simili a quelli della Terra. Enceladus, una luna più piccola, sprizza grandi quantità di acqua e materia organica nello spazio. Elementi, questi, che - secondo Coustenis - sembrano rendere possibile la scoperta di condizioni adatte alla sopravvivenza di organismi viventi«, e che dovrebbero indurre a future esplorazioni anche sul sistema di Saturno.

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