«...Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo... l'uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.» (Giordano Bruno)
domenica 26 gennaio 2014
Come Siamo Guariti Dal Diabete.
Secondo l’Associazione Americana per il Diabete (A.D.A.): «Il diabete è una malattia cronico degenerativa incurabile».
Una definizione che non lascia alcun spazio a eventuali dubbi.
D’altronde è cosa risaputa da qualsiasi medico al mondo, che il diabete ufficialmente non si può curare, una volta che si è manifestato, si può conviverne più o meno bene, ma si è schiavi e dipendenti dai farmaci per l’intera vita. Ma è proprio così?
Questo il tema del congresso che ha visto la partecipazione di circa 500 persone, organizzato dalle associazioni culturali «Il Soffio del risveglio » e «Qui e Ora », tenutosi a fine marzo all’Auditorium Vivaldi a San Giuseppe di Cassola (VI).
D’altronde è cosa risaputa da qualsiasi medico al mondo, che il diabete ufficialmente non si può curare, una volta che si è manifestato, si può conviverne più o meno bene, ma si è schiavi e dipendenti dai farmaci per l’intera vita. Ma è proprio così?
Questo il tema del congresso che ha visto la partecipazione di circa 500 persone, organizzato dalle associazioni culturali «Il Soffio del risveglio » e «Qui e Ora », tenutosi a fine marzo all’Auditorium Vivaldi a San Giuseppe di Cassola (VI).
Andiamo per ordine.
Dopo la breve proiezione di spezzoni video presi da «Un equilibrio delicato», tratto da «The China Study», lo studio più completo mai realizzato al mondo sull’alimentazione; «Crudo & semplice», l’esperimento unico nel suo genere dove sei persone in 30 giorni di crudismo smettono di usare l’insulina, e infine il «Metodo Gerson».
Il mio intervento è stato quello di fornire alcuni dati e informazioni importanti per comprendere l’evoluzione storica della malattia.
Se infatti secondo il Bollettino dell’Accademi«Il tasso di mortalità del diabete a New York è passato da 2,1 per 100 mila abitanti nel 1866 a 29,2 nel 1932», e oggi, ogni 10 secondi una persona muore per cause legate al diabete e due si ammalano, viene da sé che qualcosa di grave deve essere successo negli ultimi settant’anni.
Cosa?
Se infatti secondo il Bollettino dell’Accademi«Il tasso di mortalità del diabete a New York è passato da 2,1 per 100 mila abitanti nel 1866 a 29,2 nel 1932», e oggi, ogni 10 secondi una persona muore per cause legate al diabete e due si ammalano, viene da sé che qualcosa di grave deve essere successo negli ultimi settant’anni.
Cosa?
Grassi idrogenati.
Nel 1912 vengono commercializzati i cosiddetti «grassi idrogenati».
Questi grassi creati dall’industria, non esistono in natura, quindi non vengono riconosciuti correttamente dall’organismo e creano grossissimi problemi alla salute, provocando disturbi cardiocircolatori, obesità, danni alle membrane cellulari, malattie autoimmuni (diabete); diminuiscono le HDL e aumentano le LDL; aumentano le infiammazioni e interferiscono con l’insulina.
I grassi idrogenati si trovano nelle cosiddette margarine, quindi nella stragrande maggioranza dei prodotti da forno, gelati, cioccolate, dolci, ecc. Pure gli oli vegetali, prodotti a caldo e quelli che vengono fritti, si snaturano completamente diventando tossici per le cellule e quindi per l’organismo umano.Nel 1912 vengono commercializzati i cosiddetti «grassi idrogenati».
Questi grassi creati dall’industria, non esistono in natura, quindi non vengono riconosciuti correttamente dall’organismo e creano grossissimi problemi alla salute, provocando disturbi cardiocircolatori, obesità, danni alle membrane cellulari, malattie autoimmuni (diabete); diminuiscono le HDL e aumentano le LDL; aumentano le infiammazioni e interferiscono con l’insulina.
A Cuba già creati quattro vaccini contro il cancro.
Che Cuba abbia sviluppato già quattro vaccini contro altrettanti differenti tipologie di tumori è senza dubbio una importante notizia per l’umanità., e se teniamo presente che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno muoiono nel mondo, per queste infermità, circa 8 milioni di persone. I grandi mezzi internazionali hanno ignorato il fatto quasi completamente.
Nel 2012 Cuba testava il primo vaccino terapeutico contro il cancro al polmone avanzato a livello mondiale, la CIMAVAX-EGF. E nel gennaio 2013 è stato annunciato il secondo, la cosìdetta Racotumomab. Sperimentazioni cliniche in 86 paesi dimostrano che questi vaccini, sebbene non curino l’infermità, ottengono la riduzione dei tumori e permettono una tappa stabile dell’infermità, aumentando le speranze e la qualità di vita.
Il Centro Immunologico Molecolare de la Habana, appartenente allo Stato Cubano, è l’artefice di tutti questi vaccini. Già nel 1985 venne sviluppato il vaccino della meningite B, unica al mondo, e più tardi altre, come quelle contro l’epatite B o il deng. Inoltre opera da molti anni per sviluppare un vaccino contro l’HIV-SIDA. Altro centro statale cubano, il laboratorio Labiofam, sviluppa medicamenti omeopatici anche contro il cancro: è il caso del VIDATOX, elaborato partendo dal veleno dello scorpione azzurro.
Cuba esporta questi farmaci in 26 paesi, e partecipano in imprese miste in Cina, Canadà e Spagna. Tutto questo rompecompletamente uno stereotipo molto diffuso, rafforzato dal silenzio mediatico sui successi di Cuba e di altri paesi del Sud: che la ricerca medico-farmaceutica di avanguardia si produce solo nei paesi cosìdetti “sviluppati”.
Indubbiamente, lo Stato cubano ottiene una rendita economica dalla vendita internazionale di questi prodotti farmaceutici. Senza dubbio, la sua filosofia di ricerca e commercializzazione è agli antipodi della pratica imprenditoriale della grande industria farmaceutica.
Il Premio Nobel della medicina Richard J. Roberts denunciava recentemente che le aziende farmaceutiche orientano le proprie ricerche non verso la cura delle infermità, ma lo sviluppo di farmaci per dolenze croniche, molto più remunerativi. E segnalava che le malattie proprie dei paesi più poveri – per la loro bassa redditività non venivano investigate. Per questo, il 90% dei finanziamenti per le ricerche viene destinato verso le malattie del 10% della popolazione mondiale.
L’industria pubblica medico-farmaceutica di Cuba, sebbene sia una delle principali fonti di entrate per il paese, di regge su principi radicalmente opposti.
In primo luogo, le sue ricerche vanno dirette, in buona parte, a sviluppare vaccini che proteggono dalle malattie e, di conseguenza, abbassano il costo dei medicamenti sulla popolazione.
In un articolo della prestigiosa rivista Science, i ricercatori dell’Università di Stanford (California) Paul Drain e Michele Barry assicuravano che Cuba ottiene migliori indici nella salute che gli Stati Uniti con un costo venti volte inferiore. La ragione: l’assenza – nel modello cubano – di pressioni e stimoli commerciali da parte delle aziende farmaceutiche, e una riuscita strategia di educazione della popolazione nella prevenzione.
Inoltre, le terapie naturali e tradizionali – come la medicina verde, l’agopuntura, l’ipnosi e molte altre, pratiche poco redditizie per i produttori di farmaci, sono integrate da molti anni nel sistema sanitario pubblico gratuito dell’isola.
Dall’altro lato, a Cuba i farmaci vengono distribuiti, in primo luogo, nella rete ospedaliera pubblica nazionale, in modo gratuito o altamente sussidiato.
L’industria farmaceutica cubana, inoltre, destina praticamente nulla in pubblicità, mentre nel caso delle multinazionali, è superiore al costo dell’investimento stesso della ricerca.
Per ultimo, Cuba spinge alla produzione di farmaci generici che mette a disposizione di altri paesi poveri e dell’Organizzazione Mondiale della Salute, a un prezzo molto inferiore a quello della grande industria mondiale.
Per questi accordi, alieni alle regole del mercato, generano forti pressioni dall’industria farmaceutica. Recentemente, il governo dell’Ecuador annunciava l’acquistoda Cuba di un numero importante di farmaci, in reciprocità alle borse di studio fornite a studenti ecuadoriani sull’isola e per l’appoggio di specialisti cubani al programma “Manuela Espejo” per persone diversamente abili.
Le proteste dell’Associazione dei Laboratori Farmaceutici Ecuadoriani si sono commutate immediatamente in campagne mediatiche, diffondendo il messaggio della insinuata cattiva qualità dei farmaci cubani.
Dall’altro lato, numerosi analisti vedono dietro il colpo di Stato in Honduras, nel 2009, la grande industria farmaceutica internazionale, dato che il governo del deposto Manuel Zelaya, nel quadro degli accordi ALBA, pretendeva sostituire l’importazione di medicamenti delle multinazionali con farmaci generici cubani.
Il blocco degli Stati Uniti a Cuba impone importanti ostacoli per la commercializzazione internazionale dei prodotti farmaceutici cubani, però pregiuduca anche direttamente la cittadinanza degli Stati Uniti. Ad esempio, le 80.000 persone diabetiche che soffrono in questo paese ogni anno dell’amputazione delle dita dei piedi, non possono accedere al farmaco cubano Heperprot P., che propriamente le evita.
Il Premio Nobel della Chimica Peter Agre affermava recentemente che “Cuba è un magnifico esempio di come si possa integrare la conoscenza e la ricerca scientifica”. Irina Bokova, direttrice generale dell’UNESCU, dichiarava di sentirsi “molto impressionata” dai successi scientifici di Cuba e mostrava la volontà di questa organizzazione delle Nazioni Unite per promuoverli nel mondo. La domanda è inevitabile: conterà sulla collaborazione imprescindibile dei grandi media internazionali per diffonderli?
Josè Manzaneda – Coordinatore CubaInformazione.
Ubicazione:
Cuba
giovedì 23 gennaio 2014
Australia - Scoperto "lombrico gigante" di ...90 cm..
Il grosso lombrico |
La notizia è stata riportata dall’autorevolissima rivista “National Geographic”, ed apprendiamo così che nonostante la mole, il “lombrico gigante di Gippsland” non è avvistato spesso, avendo l’abitudine di scavare lunghe e profonde gallerie nella valle del fiume Bass, nell’estremo sud est dell’Australia.
L’ambiente ideale per questo verme che sembra uscito da un film di fantascienza, sembrerebbe essere stata la caratteristica foresta di eucalipti, scomparsa nel corso del 19° secolo per l’impatto che ebbero gli emigranti europei sull’ecosistema australiano.
Per questo al giorno d’oggi, molti agricoltori allevatori e proprietari terrieri australiani, incoraggiati dal governo federale, stanno cercando di ricostruire le condizioni ambientali presenti prima dell’arrivo degli europei nel “nuovissimo continente”, quando esso era abitato solamente da una fauna caratteristica e da poche migliaia di aborigeni.
Forse sono questi i motivi per cui il “lombrico gigante” sta nuovamente tornando a fare capolino…
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animale misterioso
Ubicazione:
Gippsland, Victoria, Australia
“BENNIE”, IL MOSTRO DEL LAGO DI GARDA, E’ PIU’ LUNGO DI UN ENTROBORDO. IL DETTAGLIO DI UN AVVISTAMENTO RACCONTATO DAI TESTIMONI.
E’ probabilmente sempre vivo il ricordo dell’incontro ravvicinatissimo avvenuto 12 anni fa con la quella creatura che sembrava uscita da un “B-movie” degli anni ’50 (“Il mostro della palude nera”…) negli occhi e nella mente di Antonio Spallanzani, il subacqueo emiliano che allora sparò dritto nel muso del mostro per paura di un’aggressione. Ma I successivi avvistamenti stanno a dimostrare che Bennie, soprannome del mostro del Garda coniato sulla scia del più celebre “Nessie” scozzese, non si sia fatto tanto male, nè tantomeno si sia offeso per un trattamento così poco amichevole; tanto che talvolta continua a farsi vedere con una certa frequenza,,, Fatto sta che, come suggeriva l’esperto di misteri Armando Bellelli, con un po’ di perizia è possibile davvero costruire uno storico degli avvistamenti, e scoprire che bene o male i suoi passaggi e le sue emersioni hanno spesso una logica, legate magari alle necessità del nutrimento, legate alla vicinanza dal posto in cui avrebbe trovato ‘tana’.
Proprio pochi mesi fa giunse presso la Redazione del quotidiano online “Bresciatoday” una nuova ed esclusiva testimonianza, datata estate 2011, risalente allo stesso periodo in cui anche un gruppo di turisti aveva avvistato qualcosa di strano all’altezza di Padenghe sul Garda, e si era precipitato dalle autorità locali a riferire su quanto avevano visto emergere dalle acque.L’ultima testimonianza pervenuta invece è più precisa e dettagliata, e la raccontano ai colleghi lombardi Fabio Rebuschi e Matteo Galbassini, due giovani sulla trentina con residenza a Moniga del Garda. Il periodo a cui fanno riferimento è, come accennato, il giugno 2011, più precisamente un sabato pomeriggio: un soleggiato giorno di riposo, il giorno ideale per uscire fuori in barca.
“Non eravamo lontanissimi dalla riva, e ci eravamo fermati a fare un tuffo nelle acque comprese tra Portese e Manerba – raccontano i due – Dopo il tuffo risalimmo sullo scafo, e con un po’ di stupore ci accorgemmo che qualcosa non andava: proprio a due passi dalla barca notammo una specie di grossa ombra, una macchia scura ma di dimensioni notevoli. Rimanemmo come pietrificati dalla paura, lo spavento fu veramente grande. Dopo aver assorbito la sorpresa ed aver ragionato a mente fredda sull’accaduto, convenimmo che doveva trattarsi proprio di un bel bestione, almeno apparentemente più lungo della nostra stessa barca”
La barca in questione è una RIO 400 che raggiunge e supera i 4,50 metri di lunghezza. Forse Bennie è davvero un curiosone, e si avvicinato allo scafo giusto per dargli un’occhiata, magari per salutare. Oppure semplicemente non si è accorto di nulla. “Non abbiamo ben capito cosa è successo – continuano Fabio e Matteo – e siamo rimasti attoniti. Poco dopo abbiamo ripreso la navigazione, siamo andati verso riva e verso casa, ma prima siamo corsi in paese. Siamo andati al bar, l’abbiamo detto subito agli amici: ci hanno preso un po’ in giro, ci hanno detto di aver bevuto. E così fino ad oggi non abbiamo più detto nulla, non l’abbiamo più detto a nessuno: avevamo paura di essere ancora scherniti”.
In effetti l’emergere di nuove testimonianze prima nascoste è chiaramente legato all’emergere della notizia: il camionista e la signora, il subacqueo e il turista, ora anche i ragazzi della Valtenesi. “Abbiamo preso coraggio negli ultimi tempi, dopo le tante notizie e gli avvistamenti, ora siamo sicuri che sia giusto dirlo: quel giorno abbiamo visto qualcosa, e qualcosa di veramente grosso. Poteva essere un pesce enorme, magari un siluro, noi non siamo degli esperti. Ma di una cosa siamo certi, quella ‘cosa’ era più lunga e più grossa della barca stessa”.
Da Bresciatoday
EAV - Elettroagopuntura di Reinhold VOLL.
Introduzione
Questa apparecchiatura diagnostica si basa sulle ricerche fatte dal medico tedesco Reinhold Voll che, già nel 1940, scoprì che la pelle umana ha una mormale resistenza elettrica che varia dai 2 ai 4 milioni di ohm, mentre sui punti utilizzati dall'Agopuntura la resistenza di una persona sana si aggira intorno ai 100.000 ohm.
Il dott. Voll ideò un'apparecchiatura in grado di misurare tale resistenza e visualizzarne il valore: qualcosa di simile, seppur molto più sensibile, allo strumento utilizzato dagli elettricisti per misurare la corrente domestica. Dopo qualche sperimentazione scoprì che i punti più favorevoli per la misurazione erano localizzati sulla punta delle dita delle mani e dei piedi. Ciò è molto interessante perché la stessa Agopuntura localizza in tali punti l'inizio o la fine dei percorsi energetici definiti meridiani.
Il dott. Voll, in più di trent'anni di studi e sperimentazioni, ci ha fornito una mappa con cui possiamo risalire da alcuni punti esterni che agli organi e tessuti del corpo umano. Con tale mappa, ed alcune misure, possiamo conoscere in breve tempo la situazione energetico-funzionale dei vari organi e come essi interagiscano tra loro.
Le valutazioni diagnostiche
Apparecchiatura per EAV
Praticamente parlando, l'apparecchiatura E.A.V. valuta la resistenza di alcuni punti di Agopuntura: resistenza che in una persona sana si aggira intorno ai 95 milaohm. Per fare questa misurazione il medico pone un elettrodo nelle mani del paziente e con un altro elettrodo a puntale applica circa 0.87 volt ad un punto da esaminare. Dopo di ciò legge la corrente che passa in quel punto determinandone la resistenza elettrica e passa a misurare il punto successivo.
Ricordiamo che, come stabilito da Ohm con la sua legge, in un conduttore (in questo caso il punto di Agopuntura) passa tanta più corrente quanto più è minore la resistenza (A = V x R). I valori misurati vengono visualizzati su un quadrante con una scala da 0 a 100 unità, dette US (unità scala): lo zero indica la massima resistenza (minima conducibilità) ed il 100 la resistenza minima (massima conducibilità).
Se l'organo correlato ad un dato punto è sano, permetterà il passaggio di una corrente di circa 8-10 microAmpere, e la scala dello strumento indicherà un valore di 50 US.
In presenza di un organo non sano, la corrente non riuscirà a scorrere come dovrebbe. Può allora succedere che lo strumento scenda al di sotto delle 50 US (caduta dell'indice), segnalando così una debolezza funzionale o carenza energetica. Questa disfunzione sarà tanto più seria quanto più il valore si avvicina allo zero. Può anche verificarsi che lo strumento salga al di sopra delle 50 US, in questo caso indicherà intossicazioni e/o infiammazione.
La E.A.V, viene utilizzata con successo anche nell'elaborazione delle diete personalizzate. Infatti, qualsiasi alimento, non appena viene messo a contatto con il corpo, produce delle variazioni energetiche in alcuni punti di agopuntura, indicando così se la sua assunzione porterà un beneficio all'organismo, sarà neutra o addirittura negativa.
Il modello più perfezionato dell'Elettroagopuntura secondo Voll (EAV) si chiama Computerized Electrodermal Screening (CEDS).
Attenzione! L'EAV è controindicata in caso di gravidanza e portatori di pace-makers.
Per approfondimento
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mercoledì 22 gennaio 2014
L'Odontoiatria olistica .
Dr. VOLL |
L'Odontoiatria olistica è un approccio globale alle problematiche dei nostri pazienti stomatologici; è cercare di curare il sintomo e le cause che possono concorrere al manifestarsi della patologia e valutare se i disordini della bocca non siano un evento secondario a sofferenze di altri distretti del nostro corpo, perché la salute non è una situazione fissa, ma un continuo equilibrare le diverse situazioni e condizioni interne ed esterne al nostro corpo.
La bocca è il primo laboratorio chimico per i nutrimenti e il primo vallo di difesa per gli agenti nocivi di qualsiasi natura, ma, purtroppo, viene spesso negletta, salvo correre dal dentista in caso di problemi acuti, mentre la visita odontoiatrica, salvo diverso parere del sanitario, va effettuata una volta l'anno.
Durante tale controllo, dopo la detartrasi, si verificano i tessuti molli e duri della bocca, si ispeziona il collo, le stazioni linfonodali e quant'altro attinente. Particolare attenzione deve essere posta ad ogni lesione orale: bianca, rossa o cronica.
Qualunque lesione delle mucose orali che non scompaia entro due settimane, dopo aver eliminato le spine irritative, deve essere considerata sospetta lesione neoplasica; le lesioni rosse non vanno toccate prima di avere emesso una più che sicura diagnosi: sempre meglio un eccesso di scrupolo ed un eventuale controllo istologico negativo, che lasciare degenerare malignamente una lesione.
Da non tralasciare che la bocca può essere una localizzazione secondaria di un tumore sviluppatosi in un altro sito. Massima attenzione deve essere rivolta alla igiene quotidiana dei denti: dentifricio, spazzolino, scovolini, filo interdentale, idropulsore: secondo i consigli del dentista.
L'odontoiatra olistica usa la Chinesiologia (test muscolare) per valutare lo stato di salute della cavità orale e dei muscoli collegati, secondo lo schema di Walther
Denti e muscoli si influenzano a vicenda. Da alcuni anni, prima di confezionare protesi, fare conservativa, avulsioni, etc., si testano i materiali odontoiatrici sul paziente con alcuni apparecchi (EAV*,Mora, Grami). In questo modo risulta possibile verificarne la compatibilità con l'organismo.
Il dentista olistica valuta il paziente in modo olistico, usa preferibilmente rimedi omotossicologici*, omeopatici*, e materiali compatibili con l'organismo in esame.
Per esempio, seguendo i Meridiani della Medicina Cinese, possiamo valutare che l'herpes simplex, quando si manifesta:
- sul labbro inferiore, interessa l'intestino crasso,
- sul labbro superiore, l'intestino tenue,
- agli angoli della bocca, lo stomaco.
Anche la parodontosi (piorrea) ha varie concause: scarsa igiene orale, tartaro, cure incongrue, deglutizione atipica, malocclusione, malassorbimento intestinale, depressione cronica o ricorrente. Perciò, affinché la cura del dentista funzioni, bisogna intervenire globalmente (flora batterica intestinale, riequilibrio dei meridiani crasso-polmoni e rene-vescica, cromoterapia, intolleranze alimentari).
Nella odontoiatria olistica, un concetto importante è quello di "focus", inteso come un processo infiammatorio oro-dentale, con modificazioni a distanza di livello energetico, che provocano lo sviluppo di patologie. L'odontone, invece, è l'insieme di dente e parodonto limitrofo.
La tabella mostra, a titolo di esempio, le connessioni tra gli elementi dentari e l'intero organismo. Questo può aiutarci a comporre la diagnosi, insieme ad altre valutazioni ed analisi, in manifestazioni patologiche spesso di difficile comprensione.
MAPPA DEL DR. VOLL Il dr. VOLL, scopritore dell'EAV*, ha determinato dopo anni di studio la mappa DENTI-ORGANI che qui di seguito viene mostrata:
Arcata superiore destra
16 Terzo molare | 15 Secondo molare | 14 Primo molare | 13 Secondo premolare | 12 Primo premolare | 11 Canino | 10 - 9 Incisivi |
---|---|---|---|---|---|---|
Cuore, Intestino tenue Duodeno, Orecchio intermedio, Spalle, Gomito, ZNS | Pancreas, Stomaco Orofaringe, Seno masc., Laringe | Polmone, Intestino crasso Naso, Seni paranasali, Seno etm., Bronchi | Fegato, Cistifellea Ginocchio, Occhio, Anche, Sinus Sfen., Tonsilla pal. | Reni, Vescica Sistema Urogenitale, Orecchio, Seno frontale. Tonsilla phar. |
Arcata inferiore destra
16 Terzo molare | 15 Secondo molare | 14 Primo molare | 13 Secondo premolare | 12 Primo premolare | 11 Canino | 10 - 9 Incisivi |
---|---|---|---|---|---|---|
Cuore, Intestino tenue Ileum, Gomito, Spalle, Nervi perif., Orecchio intermedio | Polmone, Intestino Crasso Bronchi, Seno etm., Naso, Seni paranasali | Pancreas, Stomaco Laringe, Seno masc., Orofaringe, Ginocchio, Ghiandola mamm., Vasi linfatici | Fegato, Cistifellea Ginocchio, Occhio, Sinus Sfen. Tonsilla pal. Anche | Reni, Vescica Sistema urogenitale, Orecchio, Tonsilla phar, Seno frontale |
Arcata superiore sinistra
8 - 7 Incisivi | 6 Canino | 5 Primo premolare | 4 Secondo premolare | 3 Primo molare | 2 Secondo molare | 1 Terzo molare |
---|---|---|---|---|---|---|
Reni, Vescica Sistema Urogenitale, Orecchio, Seno frontale. Tonsilla phar. | Fegato, Cistifellea Ginocchio, Occhio, Sinus Sfen. Tonsilla pal. Anche | Polmone, Intestino crasso Naso, Seni paranasali, Seno etm., Bronchi | Milza, Stomaco Orofaringe, Seno masc., Laringe | Cuore, Intestino tenue Ileum, Jejunum, Orecchio intermedio, Spalle, Gomito, ZNS |
Arcata inferiore sinistra
8 - 7 Incisivi | 6 Canino | 5 Primo premolare | 4 Secondo premolare | 3 Primo molare | 2 Secondo molare | 1 Terzo molare |
---|---|---|---|---|---|---|
Reni, Vescica Sistema Urogenitale, Orecchio, Seno frontale, Tonsilla phar. | Fegato, Cistifellea Ginocchio, Occhio, Sinus Sfen., Tonsilla pal. Anche. | Milza, Stomaco Vasi linfatici, Laringe, Orofaringe. Naso, Seni paranasali, Seno etm., Bronchi | Polmoni, Intestino crasso Bronchi, Seno etm., Seni paranasali. | Cuore, Intestino tenue Ileum, Orecchio intermedio, Nervi periferici, Spalle, Gomito. |
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martedì 21 gennaio 2014
Batterie Aquacell: le pile eco-friendly che si attivano in acqua!
Un’idea innovativa e davvero originale questa che vi stiamo per raccontare: una pila che si immerge in acqua e si attiva! La pila in questione si chiama ‘Aquacell‘ ed è la nuova batteria ideata da Niels Bakker, uno scienziato olandese, in collaborazione con i suoi colleghi Patrice Horowitz, Laurent Arnoux e Olivier Chauffat.
Questa pila contiene pochissimi metalli pesanti e funziona solo dopo cinque minuti di immersione in acqua. Ci sono voluti ben quattro anni di ricerca e sviluppo per progettare ed ottenere un tale prodotto dal design pulito; oggi eccola quì ad incuriosire migliaia di persone. Essa pesa solo 12 grammi. E’ contenuta in una case in plastica riciclata e non nel classico involucro di acciaio intorno.
La fabbrica di produzione di queste spettacolari pile “acquatiche” si trova in Cina nella provincia di Guangdong e produce dai 3 ai 5 milioni di batterie al mese.
Il suo ideatore spiega che questa nuova pila è molto leggera ed è stata progettata sulla base di polveri organiche non inquinanti, a differenza delle tradizionali batterie che invece contengono sostanze inquinanti.
A differenza delle pile alcaline, che devono essere utilizzate entro otto anni dalla loro produzione, le Aquacell non hanno una data di scadenza. Il loro creatore, Niels Bakker, spiega: “al momento di lasciare la fabbrica, le batterie sono scariche, non hanno nessuna tensione o amperaggio. Ciò implica anche meno rifiuti”.
Le batterie normali iniziano a perdere potenza già dal momento in cui sono prodotte: queste pile invece rimangono inattive fino al momento del loro utilizzo. Quando si decide di usarle basta immergerle in acqua ed iniziare ad usarle!
Sono indicate per l’uso quotidiano di dispositivi con basso consumo e di media potenza.
L’unico svantaggio delle pile Aquacell è che una volta attivate hanno una durata inferiore rispetto alle batterie tradizionali e sono inoltre leggermente meno potenti. Ma un vantaggio davvero positivo è che possono essere riciclate all’85% e a basso costo.
Volete comprarle? In Italia ancora non sono disponibili (purtroppo) ma se andate sul sito svizzero le troverete già in vendita.
Fonte contenuto e immagini: www.aquacellbattery.com ]
Luci sismiche per prevenire i terremoti, i risultati in uno studio canadese.
"luci sismiche" |
I ricercatori le hanno chiamate luci sismiche e sono quelle luci che appaiono poco prima di un terremoto. Il perché il fenomeno fosse correlato al verificarsi di un sisma era sconosciuto fino alle prove presentate dal team di ricerca pubblicate sul Seismological Research Letters.
A condurre gli studi Robert Thériault geologo al Ministero delle Risorse Naturali del Quebec con Friedemann Freund della San Jose State University che hanno analizzato le circostanze geologiche di 65 terremoti a partire dal 1600 analizzando gli avvenimenti avevano in comune. Infatti corso degli ultimi decenni in merito alle luci sismiche sono state esposte diverse ipotesi: alcuni hanno proposto che movimenti tettonici di rocce che includono quarzo potrebbero generare un campo pizoelectrico che produce lampi di luce; altri hanno suggerito che lo stress tettonico permette temporaneamente alle rocce di condurre energia elettromagnetica, innescando cambiamenti nella carica magnetica della ionosfera, il livello più alto dell’atmosfera . Ma è estremamente difficile testare una di queste ipotesi, perché i terremoti sono imprevedibili e le condizioni sono difficile riprodurre in un laboratorio.
Ha detto Thériault:
Abbiamo costruito un ampio database di terremoti con luci sismiche che si sono verificati in tutto il mondo e abbiamo trovato un modello davvero sorprendente.
In tutto il mondo circa il 95% dell’attività sismica avviene ai confini tra due o più placche tettoniche. Ma la stragrande maggioranza delle luci sismiche (85%) si è verificata in associazione con un terremoto all’interno di una placca tettonica nei siti di rifting continentale , una categoria che rappresenta solo il 5% di tutti i terremoti. Inoltre, la maggior parte del restante 15% è verificato con terremoti causati da due placche che scivolanol’una accanto all’altra, piuttosto che da una lastra spinta sotto un altra (zona di subduzione). Gli scienziati hanno scoperto che le luci sismiche appaiono o prima o durante i terremoti, piuttosto che dopo. Non c’è ancora una spiegazione per i modelli di localizzazione insoliti delle luci sismiche ma si pensa di poter spiegare questa tendenza nei tempi.
Spiega Thériault:
Il processo inizia in profondità nella crosta dove le rocce sono sottoposte a elevati livelli di stress. In alcuni tipi di roccia, Freund lo ha dimostrato in esperimenti di laboratorio, questo stress può spezzare le coppie di atomi di ossigeno caricati negativamente che sono insieme in legami di perossido. Quando questo accade ciascuno degli ioni di ossigeno viene rilasciato e questi possono fluire attraverso le fessure della roccia, verso la superficie. A quel punto questi atomi caricati a alta densità ionizzano sacche di aria formando un gas (un plasma) che emette luce.
Sollecitazioni tettoniche per un periodo prolungato di tempo possono poi trasformarsi in un terremoto e il loro modello, che si basa su questo stress potrebbe spiegare perché le luci si verificano spesso minuti, ore o addirittura giorni prima di un terremoto. Per gli scienziati le luci sismiche dunque potrebbero essere più che un intrigante fenomeno un indicatore fondamentale nell’annunciare un sisma.
Conclude Theriault
Se si vedono luci in cielo e si abita in una zona sismica allora si potrebbe pensare a un primo segnale di allarme per un terremoto che si sta avvicinando.
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Studi del Dott. ADLER sui campi di disturbo indotti dai denti del giudizio.
La persona che per prima richiamò l’attenzione sulla possibilità che i denti del giudizio potessero agire come campi di disturbo fu il dottor Adler. Ho avuto il piacere di conoscerlo nella sua clinica di Lloret de mar circa nel 1984 e fui sorpresa di come una persona, già avanti negli anni, potesse mantenere l’entusiasmo di un bambino al momento di scoprire un focus tonsillare in un paziente con diagnosi di artrite reumatoide. Il lavoro sui campi di disturbo e sui focus fu una delle passioni della sua vita, di pari passo con quella per gli animali e per il mare. Il dottor Adler morì novantenne nel novembre del 1996.
Il dottor Adler era molto attratto dagli animali, e nella propria casa aveva anche delle scimmie. In esse scoprì che posteriormente al dente del giudizio vi era uno spazio, lo spazio retromolare. Da ciò la sua deduzione che, con l’evoluzione della specie, la mandibola degli esseri umani si sia andata riducendo di grandezza, ed in molti casi il dente del giudizio ha carenza di spazio. Non solo ci sono focalita' per gli ottavi inclusi, spesso solo l’occupazione dello spazio retromolare può essere sufficiente a generare disturbi ed irritazione a carico del trigemino.
Questo è il libro che ha scritto il dottor Adler, lo si può trovare gratuitamente in www.terapianeural.com
Sappiamo che l’odontone comprende il dente, la gengiva, il tessuto connettivo, l’osso alveolare, l’arteria, la vena, il nervo, il vaso linfatico, e forma parte del sistema di regolazione di base di Pischinger, e che esso funziona come un tutt’uno tanto che qualsiasi infiammazione o disturbo a carico di un odontone determina una irritazione a carico di tutto il sistema.
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Lloret de Mar, Girona, Spagna
domenica 19 gennaio 2014
Amalgama e intossicazione da metalli pesanti
I nostri denti sono finiti in Parlamento; non tutti, ma solo quelli cariati. L'amalgama, la lega nera con cui sono fatte le otturazioni, è stata infatti oggetto di una interrogazione rivolta al Ministro della Sanità: sotto accusa il mercurio che vi è contenuto e la sua tossicità.
All'autorità responsabile di vigilare sulla nostra salute è stato chiesto di limitare l'uso dell'amalgama, di adottare misure per informare i dentisti e i pazienti dei danni provocati da questa lega dentale e di avviare, come è già avvenuto in altri Paesi europei, una campagna informativa mirata ad evidenziare i rischi derivanti dal suo uso, le possibili alternative, in modo tale che il paziente possa dare un consenso informato all'applicazione di tale composto.
Da parte sua il Consiglio Superiore di Sanità ha trasmesso alla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici un suo “parere”, in cui si chiede che vengano definite raccomandazioni e limitazioni d'uso dell'amalgama in particolari situazioni quali: “pazienti con allergie per l'amalgama, donne in stato di gravidanza, bambini sotto i sei anni e pazienti con gravi nefropatie”.
Altri Paesi europei sono andati più avanti ed hanno adottato da tempo misure: dal 1992 la Germania ha vietato la vendita e la fabbricazione dell'amalgama contenente mercurio, mentre in Svezia lo Stato interviene con un contributo del 50% per le spese di rimozione.
Sintomi
Da anni al centro di discussioni scientifiche, l'amalgama non è altro che quella comunissima “pasta metallica” con cui da 150 anni vengono fatte le otturazioni ai denti.
Si tratta di una lega che, accanto ad altri metalli (come argento, rame, stagno e zinco), contiene il 50% di mercurio, un elemento annoverato tra le sostanze più tossiche esistenti.
Da ciò nascono le maggiori preoccupazioni: infatti la presenza del mercurio nel nostro organismo e la ipersensibilità allo stesso può contribuire, o in certi casi determinare direttamente, una vasta serie di patologie: ipertensione arteriosa, dolori muscolari e articolari, stanchezza cronica, disturbi del sonno, alterazione dei processi cognitivi, ansia, depressione, irritabilità e difficoltà di concentrazione, insufficienza immunitaria, aumento della antibiotico-resistenza dei batteri e molte ancora (ormai è quasi certo, ad esempio, che il mercurio sia la causa quasi esclusiva di una patologia come il lichen orale).
Sono state avanzate ipotesi sulla possibilità che il mercurio favorisca l'insorgere di gravi malattie degenerative quali la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson o l'Alzheimer.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha inoltre raccomandato che l'esposizione di donne in età fertile, e quindi con possibilità alta di gravidanza, ai vapori di mercurio debba essere la più bassa possibile perché il mercurio attraversa facilmente la barriera della placenta e raggiunge il feto.
Cause
Nanoparticelle adesive anti-cancro riescono a distruggere le cellule tumorali nel sangue e possono impedire al tumore di invadere il corpo.
Nanoparticelle adesive anti-cancro riescono a distruggere le cellule tumorali nel sangue e possono impedire al tumore di invadere il corpo.
La fase tumorale più pericolosa e mortale è quando il cancro si sparge nell’organismo. Gli scienziati alla Cornell University, negli Stati Uniti, hanno progettato delle nanoparticelle che, iniettate nel flusso sanguigno, uccidono al contatto le cellule cancerogene migranti; l’impatto di questa strategia è stata incredibile anche se, riferiscono i ricercatori, c’è ancora molto lavoro da fare.
Uno dei maggiori fattori nel delineare le aspettative di vita dopo aver diagnosticato un cancro è capire se dal tumore si siano diffuse metastasi.
“Più del 90% delle morti per tumore sono legati alla metastasi” dice il ricercatore leader nella ricerca, il professor Michael King.
La squadra alla Cornell ha ideato un nuovo metodo per risolvere il problema “agganciando” ad alcune piccole sfere (nanoparticelle) una proteina anti-tumorale chiamata “Trail” (già usata studi clinici sul cancro) e alcune proteine con proprietà appiccicose.
Una volta iniettate nel sangue, queste nanoparticelle si sono agganciate ai globuli bianchi.
I test hanno visto che nel marasma del flusso sanguigno i globuli bianchi si imbattono nelle cellule tumorali staccatesi dal tumore principale per cercare di diffondersi nel resto del corpo, ed il report [1] evidenzia che il contatto con la proteina “Trail” ha poi innescato la loro morte.
Il prof Michael King ha affermato alla BBC che i dati hanno mostrato un effetto incredibile: non c’è stato solo un leggero cambiamento nel numero delle cellule tumorali.
“In realtà i risultati, per adesso in vitro nel sangue umano e nei topi, sono abbastanza notevoli, . Dopo due ore dall’aggiunta delle nanoparticelle all’interno del flusso sanguigno le cellule tumorali si sono letteralmente disintegrate”.
Il professore ritiene questa pratica potrebbe essere usata prima di un intervento o della chemioterapia, e in generale in quei casi dove le cellulare tumorali si spargono dalla massa principale ed inizia la metastasi, per prevenirne la diffusione nei pazienti affetti da tumore particolarmente aggressivo.
Saranno tuttavia necessari ulteriori test di sicurezza in topi ed in animali più grandi prima di un qualsiasi tentativo di sperimentazione umana; fiino ad adesso però, le evidenze ci suggeriscono che questo sistema non ha nessun effetto a catena per il sistema immunitario e non danneggia altre cellulre del sangue, nè il rivestimento dei vasi sanguigni.
Ma il prof King è cauto: “C’è un sacco di lavoro da fare. Sono necessari diversi passi avanti prima che questa tecnica possa diventare vantaggiosa per i pazienti”
[1] http://www.pnas.org/content/early/2014/01/03/1316312111
Daniel Iversen
19 gennaio 2013
19 gennaio 2013
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