martedì 2 giugno 2015

In atto migrazioni bibliche a causa di guerre e dei cambiamenti climatici.

Questa tendenza si intensificherà nei prossimi due decenni a causa dei cambiamenti climatici, ha detto ieri  il Capo  dell’ International Rescue Committee (IRC), David Miliband.


“Una delle cause di spostamenti di massa  e di potenziali conseguenti conflitti nei prossimi 10 o 20 anni sarà  la scarsità di risorse provocata dai cambiamenti climatici”, ha detto Miliband, ex ministro degli Esteri del Regno Unito. “Il cambiamento climatico sta per complicare il cocktail  guerra e migrazione di massa”

Miliband ha detto che ci sono stati 16 milioni di rifugiati e 36 milioni di sfollati dai loro paesi, in genere dalla guerra civile. Questo è il più grande numero di persone in fuga dalle persecuzioni dalla seconda guerra mondiale, ha detto nel corso di un evento Reuters Newsmaker a New York.

Il cambiamento climatico è strettamente associato con eventi meteorologici estremi quali siccità, come quelle recenti sperimentate dalla zona occidentale degli Stati Uniti alla Nigeria.  Per di più l’aumento del livello dei mari e dei cicloni tropicali minacciano le popolazioni delle zone costiere.

L’IRC è ben lungi dall’essere il solo ad additare il cambiamento climatico come una preoccupazione. Il presidente Usa Barack Obama la scorsa settimana ha avvertito che le conseguenze dei cambiamenti climatici potrebbero trasformare il modo in cui le forze armate  USA difendono il loro  paese.

Miliband, la cua agenzia di sviluppo aiuta le persone più vulnerabili in 35 paesi, ha esortato gli Stati Uniti ad aumentare il massimale per il reinsediamento dei rifugiati a 80.000 dagli attuali 70.000.

Concentrandosi sulla crisi che sta inghiottendo la Siria, Miliband ha detto gli Stati Uniti avevano accettato 546 rifugiati da lì. Al contrario, ha detto, il Libano aveva accettato 1,8 milioni di rifugiati in quattro anni.

Con l’emergere in Europa di partiti anti-immigrati, i profughi in fuga dalle persecuzioni devono essere considerati in maniera diversa da quelli che lasciano il proprio paese per cercare migliori opportunità economiche, Miliband ha detto.

 Miliband ha elargito qualche lode per l’attuale governo britannico, notando che i leader politici si erano accordati su un obiettivo di destinare lo 0,7 per cento del reddito nazionale lordo in aiuti esteri.

Articolo di BARBARA GOLDBERG su http://www.reuters.com/

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