sabato 31 ottobre 2009

La pioggia del Sole potrebbe spiegare perchè il calore della corona è più calda dell'interno.

22 Ottobre 2009
di David Shiga

L'atmosfera esterna del sole di milioni di gradi è l'ultimo posto in cui vi aspettereste di trovare la pioggia, ma una forma di questa la troviamo la. Il materiale potrebbe aiutare a spiegare perchè l'atmosfera esterna del sole, o corona, è più calda che l'interno.
La pioggia della corona è composta di nodi densi per migliaia di kilometri e consistono in gas relativamente caldi, a decine o centinaia o migliaia di gradi C, che si riversano verso la superficie visibile del sole dall'atmosfera esterna a velocità che superano i 100 kilometri per secondo. "C'è questa pioggia costante di questi grumi che sembrano venire giù dall'alto", dice Judy Karpen del Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, Maryland.

Ora delle simulazioni sembrano mostrare che la pioggia coronale sia un risultato del processo che rende così calda la corona. Due teorie erano state precedentemente avanzate per spiegare l'anomalia. Una suggerisce che la corona è riscaldata tramite piccole esplosioni chiamate nanoflares in basso nell'atmosfera. Queste spingerebbero il gas nella corona, dove irradia via la sua energia. L'altra suggerisce che l' energia del calore viene depositata tramite onde magnetiche che si muovono attraverso la corona .

Quando Patrick e Kazunari Shibata della Università di Tokyo, in Giappone, hanno simulato i due processi, hanno trovato che del gas riscaldato da sotto tramite nanoflares potrebbe raffreddare e condensare verso l'alto per produrre la pioggia, mentre le onde magnetiche manterrebbero i gas a grande altitudine ad una temperatura troppo alta per condensare.
"E' un poco come gocce di pioggia che condensano", dice Daniel Müller, uno scienziato della Agenzia Spaziale Europea con base al Goddard Space Flight Center della NASA. I gas si elevano "come vapore che si eleva da una pentola di acqua bollente", dice. "Quindi si raffredda e quando diventa davvero denso forma questi caratteristici grumi".

Journal reference:
Fonte:
Tradotto da Richard per Altrogiornale.org
Altrogiornale.org agrees to indemnify RBI and New Scientist against any claim arising from incorrect or misleading translation





venerdì 30 ottobre 2009

Astri e Particelle, interessante Mostra a Roma




Realizzata dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l'Istituto Nazionale di Astrofisica e l'Agenzia Spaziale Italiana, con la direzione scientifica di Roberto Battiston

27 ottobre 2009 - 14 febbraio 2010

Palazzo delle Esposizioni
Via Nazionale, 194
00184 Roma
Call center 06 39967500
per le famiglie
visita e laboratorio per ragazzi dai 7 agli 11 anni domenica dalle ore 16.00 alle ore 18.00 12,00 offerta famiglia: attività 10,00 per ragazzoper le famiglie
visita e laboratorio per ragazzi dai 7 agli 11 anni domenica dalle ore 16.00 alle ore 18.00 12,00 offerta famiglia: attività 10,00 per ragazzo + ingresso mostra ridotto 7,50 per adulto è necessario arrivare 15 minuti prima dell’inizio dell’attività
prenotazione consigliata tel. 06 39967500
per le scuole
visita e laboratorio dal martedì al venerdì scuola primaria dalle ore 11.30 alle ore 13.30 visita in mostra per la scuola secondaria ingresso 4,00 per ragazzo - attività 80,00 per gruppo classe
prenotazione obbligatoria tel. 06 39967200+ ingresso mostra ridotto 7,50 per adulto è necessario arrivare 15 minuti prima dell’inizio dell’attività
prenotazione consigliata tel. 06 39967500
per le scuole
visita e laboratorio dal martedì al venerdì scuola primaria dalle ore 11.30 alle ore 13.30 visita in mostra per la scuola secondaria ingresso 4,00 per ragazzo - attività 80,00 per gruppo classe
prenotazione obbligatoria tel. 06 39967200

Interessanti questi incontri con i nostri astronauti.

INCONTRI CON GLI ASTRONAUTI
Quattro occasioni emozionanti per incontrare gli astronauti italiani dell’Agenzia Spaziale Europea - ESA, che offrono al pubblico il racconto delle loro esperienze uniche ed incredibili, reso ancora più coinvolgente dalla proiezione
in 3D di un viaggio virtuale sulla Stazione Spaziale Internazionale e di eccezionali immagini stereoscopiche prese durante alcune recenti missioni.
sabato 31 ottobre, ore 21.00 e 22.15
INCONTRO CON L’ASTRONAUTA proiezione in 3D di un viaggio virtuale sulla Stazione Spaziale Internazionale
sabato 21 novembre, ore 21.00 e 22.15
INCONTRO CON L’ASTRONAUTA proiezione in 3D di un viaggio virtuale sulla Stazione Spaziale Internazionale
sabato 9 gennaio, ore 21.00 e 22.15
INCONTRO CON L’ASTRONAUTA proiezione in 3D di un viaggio virtuale sulla Stazione Spaziale Internazionale
sabato 23 gennaio, ore 21.00 e 22.15
INCONTRO CON L’ASTRONAUTA proiezione in 3D di un viaggio virtuale sulla Stazione Spaziale Internazionale
Informazioni:
Palazzo delle Esposizioni – Sala Auditorium scalinata di via Milano 9A, Roma ingresso libero fino ad esaurimento posti.

TEMA DELLA MOSTRA



Quattro secoli fa Galileo puntava per la prima volta verso il cielo il suo cannocchiale e cambiava per sempre il nostro modo di osservare l'Universo. Nessuno avrebbe potuto prevedere allora la straordinaria evoluzione della nostra capacità di scrutare le profondità del Cosmo e di interpretarne i messaggi, con strumenti e metodi sempre più sensibili e raffinati. In occasione della celebrazione internazionale di quel rivoluzionario gesto scientifico - il 2009 è Anno Internazionale dell'Astronomia e Galileiano - l'Azienda Speciale Palaexpo, l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l'Istituto Nazionale di Astrofisica e l'Agenzia Spaziale Italiana presentano al Palazzo delle Esposizioni di Roma una grande mostra che racconta la scienza, gli uomini e i grandi esperimenti che oggi studiano l'Universo.
In mostra potrete trovare telescopi e rivelatori di radiazione cosmica, ospitati negli ambienti più estremi del pianeta per decifrare e interpretare le parole dell'Universo: la luce e le particelle elementari che ininterrottamente ci raggiungono, eco di eventi remoti, avvenuti a distanze e tempi inimmaginabili. Questi segnali sono rivelati con esperimenti situati nelle profondità del mare, nelle viscere delle montagne, sugli altopiani più elevati del pianeta o in immense distese desertiche. E oltre, nello Spazio, dove sofisticati osservatori orbitano intorno alla Terra puntando i loro occhi verso le profondità del cosmo.
Durante il percorso dell'esposizione verrete coinvolti nel lavoro degli scienziati che ascoltano e interpretano i messaggi del Cosmo per misurare le dimensioni e l'età dell'Universo e studiare la sua composizione, per immaginare come si evolverà o risalire indietro nel tempo fino ai primi istanti della sua vita, ricreandoli, addirittura, in laboratorio.
Gli scienziati di oggi e di ieri accompagneranno virtualmente il pubblico per scoprire soprattutto quello che non sappiamo, quali siano le grandi sfide scientifiche del nostro tempo che impegnano i ricercatori di tutto il mondo. E le domande ancora aperte, i misteri che da sempre hanno affascinato l'uomo anche quando, per guardare verso il cielo, aveva solo i suoi occhi.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Codice, comprendente una breve storia degli Enti di ricerca  che in Italia  studiano  la fisica delle particelle elementari, l'astrofisica e le scienze spaziali  e numerose interviste a scienziati italiani sulle frontiere della conoscenza dell'Universo

Isola di Panarea, il vulcano è attivo.

Secondo recenti studi , l'isola non corre alcun pericolo.
"ROMA (29 ottobre) - Il vulcano di Panarea si “muove”, si sta deformando ed è attivo. Lo ha scoperto una ricerca condotta dall'Istituo Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e pubblicata sul Bullettin of Volcanology. Il vulcano di Panarea entra così a far parte dei vulcani italiani di secondaria importanza, come i Colli Albani, Roccamonfina, il Vulture.
«Nel 2002 abbiamo avuto i primi sospetti che Panarea fosse in realtà un vulcano attivo - spiega il geologo Marco Anzidei, uno degli autori della ricerca - Infatti in quell'anno il mare di Panarea cominciò a ribollire e a riempirsi di gorghi e si osservò per la prima volta la risalita di gas profondi ad alta temperatura dalla composizione chimica tipicamente magmatica. Fino a quel momento il vulcano era stato classificato come non attivo. Oggi le deformazioni orizzontali e verticali sono la conferma definitiva che il vulcano non dorme affatto. Si tratta comunque di deformazioni piccole e che non destano preoccupazioni particolari per la sicurezza dell'isola».
Il vulcano di Panarea periodicamente può rilasciare gas e fluidi caldi ed è direttamente collegato al sistema vulcanico delle Eolie. «Come per tutte le aree vulcaniche attive, non si può escludere che si possano verificare deformazioni del suolo di maggiore entità» ha aggiunto Anzidei.
D'altra parte, da un punto di vista geologico l'ultima eruzione di Panarea è relativamente recente: «appena» 10.000 anni fa." (Il Messaggero)

Roma- Mostra "Il Telescopio di Galileo"

Si apre a Roma oggi nell'ambito dell'Anno dell'Astronomia, una interessante mostra sul Telescopio di Galileo" e sulle tecniche antiche di costruzione delle lenti.
"A ripercorrere, a 400 anni di distanza, quei giorni epocali ci pensa la grande mostra ''Il Telescopio di Galileo. Lo strumento che ha cambiato il mondo'' che si svolgera' a Roma dal 31 ottobre al 6 gennaio 2010 nella sede di Palazzo Incontro in Via dei Prefetti 22.(Adn Kronos)


 "L'esposizione e' stata proposta a Firenze dal 4 marzo 2008 al 31 gennaio 2009 e successivamente allestita a Pechino, Filadelfia e Stoccolma con grande successo. Presenta fedeli repliche di antichi strumenti, molti dei quali conservati presso il Museo di Storia della Scienza di Firenze, oltre a importanti documenti e manoscritti." (Ansa)

martedì 27 ottobre 2009

Studi sul nesso tra attività solari e terremoti

"Già negli anni '20 un sismologo italiano tentò delle previsioni, ricorrendo alla forza di marea. Si tratta del faentino Raffaele Bendandi (1893-1979). Bendandi scrisse un primo libro che pubblicò completamente a sue spese nel luglio 1931. Tale libro, intitolato 'Un principio fondamentale dell'universo' era dedicato all'attività solare e conteneva il primo caposaldo su cui egli basava le sue ricerche, il ciclo undecennale che venne interpretato come un battimento delle sollecitazioni mareali prodotte dai pianeti che ruotavano attorno al Sole.

La variabilità delle altre stelle venne spiegata attraverso lo stesso principio e descritta in un secondo volume ancora inedito. Essendo anche il fenomeno sismico inquadrabile sotto lo stesso ragionamento, nella situazione di non poter divulgare le previsioni dei terremoti, Raffaele Bendandi volle probabilmente fissare un primo principio che, se apprezzato, gli avrebbe permesso di far riconsiderare le sue previsioni. Nello studio dei terremoti si occupò del fenomeno delle variazioni di inclinazione del terreno e degli effetti dei moti planetari sui movimenti della crosta terrestre. Strettamente legato a questi fu lo studio della migrazione della posizione del polo. La soluzione dell'enigma del ciclo undecennale solare costituì uno dei suoi maggiori argomenti, assieme a quello delle stelle variabili.

Bendandi ipotizzò anche l'esistenza di cinque nuovi pianeti: quattro extra-nettuniani ed uno situato fra il Sole e Mercurio. L'esistenza dei primi quattro fu dedotta dall'osservazione dei terremoti, mentre quella dell'ultimo dall'attività solare [...] Dopo la Seconda guerra mondiale, attraverso una bussola ed alcuni radio ricevitori su onda corta, ma probabilmente anche prima attraverso strumenti per la ricetrasmissione radio-telegrafica, realizzò osservazioni sistematiche delle interferenze elettromagnetiche che accompagnavano le tempeste solari e che, qualche volta, sembravano essere associate ai terremoti. Anche Jim Berkland, come riportato nel libro di Cal Orey, considera la manifestazione delle anomalie elettromagnetiche, le variazioni del campo magnetico terrestre e gli altri disturbi a bassa frequenza come quei segnali che gli animali sono in grado di percepire prima di un terremoto e che li spinge ad abbandonare l'area interessata dall'evento.

Raffaele Bendandi fu uno dei primi a riconoscere tali anomalie come responsabili di strani effetti sugli esseri viventi. Dal 1950 inaugurò, infatti, un nuovo genere di osservazioni sull'aumento di aggressività delle forme influenzali e sulla recrudescenza della criminalità, legate all'attività solare. Si servì delle scoperte di Giorgio Piccardi (1895-1972) per giustificare l'effetto dei vari tipi di radiazioni solari sulle forme viventi. Introdusse un nuovo genere di previsioni meteorologiche e compì utili osservazioni sulle esplosioni nelle miniere, ma, soprattutto, comprese tutti questi argomenti in un quadro più ampio che egli chiamò "crisi cosmica".

L'attività di pochi scienziati è paragonabile a quella di Raffaele Bendandi, innanzitutto per i risultati ottenuti, cioè per i contributi alla previsione dei terremoti, dell'attività solare e delle 'crisi cosmiche'".

L'aspetto più innovativo delle indagini eseguite da Bendandi è il nesso tra attività solare e sismi, tra attività solare e comportamento di uomini ed animali.




Per quanto riguarda l'attrazione gravitazionale della nostra stella, della luna e dei pianeti, siamo inclini a ritenere che Bendandi enfatizzasse una forza quale la gravitazione. A tutt'oggi, tra le forze fondamentali dell'universo, quella gravitazionale appare la più arcana, non essendo mediata, a differenza delle altre, da particelle. E' stata ventilata l'ipotesi dell'esistenza dei gravitoni, particelle “messaggere” della gravitazione, ma tali corpuscoli non stati sperimentalmente rilevati. La teoria gravitazionale classica si deve ad Isaac Newton ed è per questo motivo definita anche legge di Newton. "Essa è enunciata nel modo seguente: due corpi si attraggono in ragione diretta al prodotto delle masse ed in ragione inversa al quadrato delle distanze. La teoria gravitazionale classica non riesce a spiegare alcuni fenomeni cosmici, lascia insoluto il problema relativo all'origine delle forze di attrazione e quello dell'analogia formale tra campo di gravitazione e campi elettromagnetici. Albert Einstein elaborò una nuova teoria gravitazionale in cui quella classica rientra come caso particolare... Per Einstein le azioni gravitazionali non sono più istantanee, ma si propagano con la velocità della luce e tale velocità diminuisce quanto più ci si avvicina alla massa. Le prove sperimentali della teoria gravitazionale relativistica sono tuttora oggetto di discussione, poiché non sono accettate da tutti come dimostrazioni definitive della validità della teoria".(J. Gribbin)

E', come si nota, questione complessa e controversa che, in questa sede, non occorre approfondire. [1] Qui mi limito a ricordare che alcune incongruenze della fisica relativistica potrebbero essere risolte, reintroducendo il concetto di etere: in fondo, il campo quantistico, che è un medium continuo presente in ogni dove nello spazio, ricorda l'etere. Le particelle, in tale contesto, sono condensazioni locali del campo, concentrazioni di energia temporanee. Il "vuoto" quindi non è vuoto, essendo simile ad un oceano ribollente di energia. Scrive Thirring: "Il campo esiste sempre e dappertutto, non può essere eliminato. Esso è il veicolo di tutti i fenomeni materiali. E' il 'vuoto' dal quale il protone crea il mesone pi greco. L'esistere ed il dissolversi delle particelle sono forme di moto del campo”. Perfetto: l'etere, espulso dalla porta con l'esperimento di Michelson e Morley, rientra dalla finestra sotto forma di 'vacuum'.

Recentemente l'ingegnere Maurice Cotterel, esperto della civiltà Maya, è approdato a conclusioni simili a quelle del faentino, pur probabilmente senza conoscere gli studi dell’italiano Bendandi. Cotterel afferma che il Sole emette dodici tipi di radiazioni durante l’anno ed il fenomeno crea dodici tipi di campo elettromagnetico che influiscono sui bioritmi e sulla secrezione di melatonina. Inoltre le macchie solari favoriscono la proliferazione dei virus influenzali e squilibri psicologici. Come si può constatare, l’ingegnere statunitense ha individuato effetti identici dovuti all’attività solare a quelli identificati da Bendandi. Cotterel ritiene che nel 3313 a.C., anno in cui cominciò il Quinto sole dei Maya e che corrisponde alla “nascita di Venere”, il campo magnetico del nostro astro si rovesciò ed il pianeta ciprigno invertì la rotazione del suo asse.



L’obiezione che viene di solito mossa a Bendandi è la seguente: il Sole, i pianeti e la Luna non possono esercitare un’azione tale da scatenare sismi sulla terra, essendo l’interazione gravitazionale molto debole. Se, però, con Bearden, Haramein e molti altri, ipotizziamo l’esistenza di un etere iperdimensionale, si comprende come pianeti quali Giove e Saturno possano influire sul Sole e sugli altri globi. Questo perché, stando a vari scienziati, Saturno e Giove possiedono quasi tutto il momento angolare (circa il 99 per cento) del sistema solare. Haramein rammenta che le equazioni di Einstein non comprendono né il momento angolare-torsione né l’effetto Coriolis. Escludendo la torsione dall’universo (tutto ruota nel cosmo, dalle galassie, agli astri, dai pianeti agli elettroni), si perde una notevole quantità di energia che i corpi celesti irradiano nel vacuum. Così, reintroducendo l’etere, si sopperirebbe al deficit energetico collegato all’estrema debolezza dell’azione gravitazionale: tra l’altro, Pierluigi Ighina sosteneva che la scienza accademica non aveva compreso la gravità.""

tratto da Fonte


lunedì 26 ottobre 2009

Allarme su Facebook:terremoto in arrivo nelle Marche, ma la Protezione Civile smentisce.

Voci incontrollate su Facebook su un possibile «devastante» terremoto che domani dovrebbe colpire le Marche hanno generato un allarme tanto diffuso quanto ingiustificato fra la popolazione  che la Protezione civile regionale ha dovuto diffondere una nota per spiegare che «la notizia in questione non ha origine dalle istituzioni scientifiche o dalle competenti amministrazioni pubbliche». E che «il monitoraggio sismico effettuato costantemente ormai da anni su tutto il territorio italiano e nelle Marche non evidenzia a oggi alcuna attività anomala o significativa».

Tutto nasce da un flash apparso sul social network il 14 ottobre scorso, e trasformatasi presto in un tam tam incontrollato. All'origine, supposte previsioni del geologo Giampaolo Giuliani, lo stesso che ha condotto studi sul rilascio del gas radon nel Gran Sasso ed è rimasto coinvolto in una serie di polemiche nei mesi del terremoto dell'Aquila. Lo stesso Giuliani ha subito smentito di aver fatto previsioni su un sisma nelle Marche, ma il popolo della rete ha continuato ad almanaccare sul terremoto alle porte.

La sala unificata della Protezione civile regionale sta ricevendo telefonate alla media di una ogni quarto d'ora, in cui i cittadini, soprattutto giovani, chiedono consigli e rassicurazioni. C'è perfino chi piange, e chi riferisce di aver avuto indicazioni su epicentro e magnitudo del sisma: una scossa di magnitudo 5.4 sulla scala Richter davanti a Porto San Giorgio, con effetti nelle province di Fermo e Ascoli Piceno. Gli operatori si sforzano di tranquillizzare chi chiama (nelle Marche è ancora vivo il ricordo del terremoto, quello sì reale e devastante del 2007) e di riportarlo alla calma. E stasera una nota del Dipartimento regionale ricorda che «lo stato attuale delle conoscenze sismologiche non consente di fare alcuna previsione deterministica. Pertanto non è possibile indicare quando potrà verificarsi un terremoto. Tutto ciò è stato anche recentemente confermato nel rapporto finale della Commissione scientifica internazionale nominata dal Dipartimento nazionale della Protezione civile, dopo il terremoto dell'Aquila».
26 ottobre 2009

Israele provoca terremoto a Cipro.Terremoti come arma strategica.

Una forte scossa di terremoto è stata avvertita a Nicosia,  il 17 Settembre 2009,la capitale di Cipro. La scossa è stata di 4.5 gradi sulla scala Richter l’intensità della scossa di terremoto distintamente avvertita oggi dalla popolazione residente ai piani alti degli edifici della capitale cipriota alle 17:09 locali (le 16:09 in Italia). Lo hanno reso noto radio locali citando esperti del Dipartimento di ricerche geologiche di Cipro. La scossa odierna segue di appena tre settimane quella avvertita la mattina dello scorso 25 agosto nella parte sudoccidentale dell’isola, in particolare nelle località costiere di Limassol e Pafos. Anche l’intensità di quel sisma, il cui epicentro era stato individuato in mare tre km al largo della costa di Limassol, era stato di 4.5 gradi sulla scala Richter.


Esperto cipriota: esperimenti sismologici. La forte scossa di terremoto avvertita oggi sull’isola di Cipro alle 17:09 locali (4.5 gradi sulla scala Richter e durata circa 20 secondi) potrebbe essere stata provocata artificialmente da esperimenti sismologici realizzati in Israele. È quanto sostiene il Cyprus Mail citando Kyriakos Solomi, del Dipartimento di ricerche geologiche di Cipro, secondo cui a partire dalla fine di agosto la Divisione di sismologia dell’Istituto di Geofisica del ministero dell’Infrastruttura israeliano aveva in programma di simulare un terremoto nell’area meridionale del deserto del Negev.


Fatti esplodere 80 tonnallate di esplosivo. Secondo l’esperto, la simulazione sarebbe avvenuta facendo detonare 80 tonnellate di esplosivi. Scopo del progetto è quello di migliorare le capacità di lettura sismica ed acustica dei terremoti che possono registrarsi nello Stato ebraico e intorno ad esso, per un raggio di 1.000 chilometri. Misurazioni dell’intensità del sisma artificiale sono prese anche in altri Paesi tra cui Cipro, Grecia, Francia e Germania.
Secondo notizie di stampa israeliana, questi esperimenti sono finanziati dal Dipartimento della Difesa Usa e dall’Università delle Hawaii allo scopo di migliorare la comprensione del comportamento delle onde sonore nell’atmosfera e mettere a punto le attrezzature sismografiche israeliane per consentire così di lanciare un pre-allarme in caso di terremoto. Sempre secondo le stesse fonti, negli ultimi anni gli scienziati israeliani hanno creato numerose simulazioni di terremoti per calibrare le proprie attrezzature. Tra queste, una nel giugno 2004 in cui vennero fatte detonare 32 tonnellate di esplosivi nel Negev e nel giugno del 2005 quando ne furono fatte scoppiare 20 tonnellate nella Galilea meridionale.

Il 50% del territorio dell'Abruzzo, è ricco di petrolio.


Il 50% del territorio abruzzese è a rischio trivellazione per estrazione di petrolio. A lanciare l’allarme è Maria Rita D’Orsogna del Dipartimento di matematica dell’Università californiana di Northridge.
Secondo l’appello lanciato dalla ricercatrice, c’è il rischio di trasformare la regione in un immenso pozzo petrolifero che andrebbe ad intaccare anche il parco nazionale della Majella, e quello del Lazio ed dell’Abruzzo. Spiega la D’Orsogna: «Il petrolio abruzzese è di qualità scadente. È un fango fortemente corrosivo e denso. L’indice API è 12. Il petrolio migliore del mondo è quello texano ad indice 40. Quello peggiore sono le sabbie del Canada con indice 8. Dunque, il petrolio abruzzese giusto un po’ meglio delle sabbie bituminiche dell’Alberta».
Spiega ancora la D’Orsogna: «L’idea dell’Eni è quella trasformare 15 ettari di terra a Montepulciano doc ad Ortona in una raffineria di petrolio creata apposta per desolforizzare le schifezze del sottosuolo abruzzese. Questo centro deve sorgere a 500 metri dal mare. Si parla di costruirne altri due nella piana di Navelli e nel Teramano».
La ricercatrice racconta che la Basilicata dove si trivella da 15 anni, sta morendo: «Io vorrei che per una volta in Italia fossimo preventivi e fermassimo il degrado ambientale prima di iniziare a contare i morti».
Il rapporto guadagno petrolifero/perdita agricoltura è secondo la ricercatrice di Northridge infinitamente basso: «Ad Ortona, il petrolio porterà a 30 posti di lavoro (l’ha detto l’Eni stessa) a fronte di 5000 famiglie nei vari comuni attorno alla proposta raffineria impiegate nell’agricoltura che perderanno il loro sostentamento, per non parlare del turismo e della pesca del luogo. Il petrolio abruzzese non è una risorsa per l’Abruzzo, ma per l’Eni» e conclude: «Un sondaggio fatto dal governo centrale mostra che il 75% degli abruzzesi è contrario alle trivelle. La terra non è dell’Eni ma degli Abruzzesi. Grazie ad altre opere già portate avanti (fra cui la centrale turbogas di Gissi), l’Abruzzo già produce più energia di quanto gli serva. Il petrolio non può coesistere con l’Abruzzo che conosciamo oggi».

Nuove immagini di meteoriti caduti in poco meno di 1 mese

In meno di 1 mese si sono verificati altri due fenomeni nel cielo ascrivibili all caduta di meteoriti.
Il 30 Setttembre in Argentina:  "quotidiani di Buenos Aires hanno oggi pubblicato le foto e ripreso i racconti fatti da tanti testimoni delle regioni della Pampa, Mendoza, Rio Negro e San Luis, i quali hanno detto di aver identificato chiaramente una luce di forte intensità, una «stella», visibile in un raggio di 500 chilometri, che ha fatto capolino nel cielo argentino per più di mezzora, prima di venire a contatto con l’atmosfera terrestre ed esplodere."




Fonte



In Germania il 13 Ottobre 2009
Lo scorso martedì mentre il fotografo amatoriale, l’olandese Robert Mikaelyan, era intento a fotografare una vecchia fabbrica di zucchero all’ora del crepuscolo, nel cielo esplodeva una meteora. La prontezza di Robert gli ha consentito di riuscire ad immortalare il raro evento. Centinaia di abitanti olandesi e tedeschi hanno riferito di aver visto la palla di fuoco nel cielo circa alle 19.00 ora locale.
Gli esperti ritengono che i pezzi del meteorite possano essere precipitati nel Mare del Nord.

ecco la foto....
Fonte

Immagini cratere provocato dal metorite caduto in in Lettonia.

Ecco alcune foto del cratere da impatto:


Lettonia -Cade meteorite, filmata esplosione.

NEWS SPAZIO :- Venti metri di cratere, profondità 10 metri. E' quello che resta di un meteorite che è precipitato ieri domenica 25 ottobre 2009 vicino alla cittadina di Mazsalaca nel distretto di Valmieran in Latvia.

Secondo le notizie pubblicate dall'agenzia di stampa russa Ria Novosti non ci sono feriti. Ancora non si sa se si tratta di un asteroide o di un satellite artificiale, nel qual caso è possibile che possano esservi tracce radioattive. La zona è stata isolata al pubblico e personale del Latvian Radiation Centre e delle forze armate sono state inviate sul posto.



Fonte RIA NOVOSTI

Cliccate qui per le foto del cratere.

VIDEO DELL?ESPLOSIONE

Dalla Russia nuovo dispositivo per dissolvere le nubi e controllare il clima


Dopo l'articolo precedente dove si parlava di eliminare la neve a Mosca, ecco ora la prova definitiva.

Dalla Russia nuovo dispositivo per dissolvere le nubi e controllare il clima

Ieri, 23 ottobre, sul canale rainews 24 (digitale terrestre) è stato trasmesso un servizio molto interessante che prova in maniera inequivocabile come la Russia abbia un ruolo peculiare nella manipolazione del clima mediante l'irrorazione aerea di sostanze tossiche.
Il servizio cita una novità: l'invenzione da parte dello scienziato Alexander Chizhevsky di un dispositivo per manipolare il clima con delle antenne senza aver alcun bisogno di irrorare i cieli con tonnellate di sostanze chimiche sparse sopra le nubi.
Il sistema elettronico funziona in questa maniera: un processo di ionizzazione controlla la formazione dei corpi nuvolosi portatori di pioggia. Nel servizio televisivo è stata mostrata l'efficace funzionalità dell'impianto di ionizzazione. Inoltre lo scienziato, inventore dell'apparecchiatura, ha vantato il fatto che l'impianto in funzione consuma solamente 100 watt.
Nel corso dell'intervista il giornalista dice a Alexander Chizhevsky: "GRAZIE A QUESTA INVENZIONE, NON SARÀ PIÙ NECESSARIO SPARGERE TONNELLATE DI SOSTANZE CHIMICHE SOPRA LE NUBI"
Lasciamo ai lettori le conclusioni.
Leggi qui l'articolo originale in inglese.
Fonte: en.rian.ru - rainews 24 (digitale terrestre)

Mosca, niente più neve?


Chi da tempo sogna di fare un viaggio a Mosca per vedere la neve fioccare sulla Piazza Rossa rischia di non poter più realizzare il proprio desiderio. Per volere del sindaco la neve potrebbe infatti essere messa al bando dalla capitale della Federazione Russa, e le cupole della Cattedrale di San Basilio ricoperte da un candido velo resteranno solo un ricordo nelle vecchie cartoline offerte ai turisti.

L’IDEA - Yuri Luzhkov, primo cittadino di Mosca dal 1992, ha dichiarato che senza la neve gli inverni moscoviti peserebbero meno sulle casse della città, che tra l’altro diventerebbe decisamente più vivibile. Ed è per questo che ha pensato di proporre il lancio di un programma di controllo meteorologico che, in pratica, sfrutterà le tecniche già autorizzate dall’amministrazione cittadina per «rompere le nuvole» e garantire giornate di tempo buono in occasione di feste ed eventi importanti.
SPARARE ALLE NUVOLE – Così la neve sarebbe definitivamente bandita da Mosca grazie alle sostanze – di solito ghiaccio secco o nitrato d’argento – che vengono sparate nelle nuvole per indurre la pioggia ed evitare che grandini, come qualcuno fa per esempio per proteggere le vigne prima della vendemmia. Senza contare che – fa notare ancora il sindaco – un aumento delle precipitazioni gioverebbe non poco alle campagne circostanti la città, che avrebbero così raccolti più generosi. Di parere opposto sono proprio gli abitanti delle regioni confinanti, i quali temono che l’aumento delle piogge finisca col causare allagamenti e danni. Ma alla fine la politica di taglio delle spese proposta dal sindaco potrebbe avere la meglio, dato che – stando alle stime di Luzhkov – il programma per il controllo meteorologico costerebbe solamente un terzo di quanto viene speso ogni anno per ripulire la città dalla neve.
Autrice: Alessandra Carboni / Fonte: www.corriere.it

domenica 25 ottobre 2009

Scoperto un buco sulla Luna.


POTREBBE SCORRERE IN PROFONDITÀ PER CENTINAIA DI METRI CREANDO UNA CAVITÀ MOLTO STABILE

Scoperto un buco sulla Luna

L'ha individuato una sonda giapponese. Sarà la futura abitazione per gli astronauti?







MILANO - Hanno trovato un buco sulla Luna e lo hanno fotografato. È il primo ad essere scoperto dopo anni di ipotesi e ricerche sulle fotografie raccolte in quasi mezzo secolo di esplorazioni spaziali. A riuscirci è stata la sonda giapponese Kaguya che per due anni, e sino al giugno scorso, ha ripreso in continuazione mari e valli seleniche. Un apposito team di planetologi della Jaxa, l’agenzia spaziale nipponica, era al lavoro proprio con questo fine: trovare buchi lunari. E ci sono riusciti aprendo un interessante panorama di possibilità per quanto riguarda i piani della colonizzazione di cui si parla sempre più insistentemente.


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mercoledì 21 ottobre 2009

Parma terremoto previsto da un geologo del luogo.

Terremoto: la scossa era stata prevista da un geologo parmense
mercoledì, ottobre 21, 2009
By Marco Frico
Un fulmine a ciel sereno, o un terremoto che rientrava nel quadro della prevedibilità? Ne parla il geologo parmense Valentino Straser che da ormai vent’anni si occupa dei precursori sismici, cioè di quei segnali che anticipano l’arrivo di un terremoto. Il terremoto di ieri mattina che ha scosso l’Appennino parmense «è compatibile – spiega Straser – con lo schema di previsione, basato sia sui precursori elettromagnetici che su particolari configurazioni planetarie». Lo studio della combinazione di grandezze fisiche, come le variazioni del campo elettromagnetico locale, ha permesso a Valentino Straser di definire valori particolari rilevati durante i terremoti. Tali valori sono definiti «jackpot» nella più recente ricerca dello studioso parmense, che è intitolata: «A jackpot for the forecast of earthquakes the seismic swarm in the North-Western Apennine».

L’analisi dei dati condotta sistematicamente da Straser ha consentito di indicare per i giorni a cavallo della metà di ottobre, un elevato rischio sismico per la zona del Parmense, che rientra nel distretto sismico della Valtaro. Seppure con un lieve ritardo, l’evento si è verificato. E la zona epicentrale è stata colta nel segno. Le ricerche condotte da Valentino Straser godono di profonda stima in ambito internazionale, in particolare negli ambienti scientifici degli Stati Uniti d’America, dell’India, dell’Africa e dell’Oceania. Una recente pubblicazione testimonia l’interesse riscosso dagli studi di Straser. La rivista scientifica internazionale New Concepts in Global Tectonics, Newsletter, no. 52, pubblicata nel mese di settembre (www.ncgt.org), ha affrontato il delicato tema dei precursori sismici e la necessità di costituire una rete di ricerca internazionale per la mitigazione del rischio sismico nelle aree soggette a maggiore vulnerabilità.

Fra le tematiche affrontate dalla rivista scientifica, figura l’urgenza di adottare alcuni segnali pre-sismici, come ad esempio certi valori dei campi elettromagnetici locali, per la previsione dei terremoti. Nell’elenco degli studiosi a scala mondiale figura anche il nome del geologo parmense, con l’elenco degli studi (alcuni condotti in collaborazione con l’Assessorato provinciale alla Protezione Civile di Parma) e dei metodi pubblicati in questi ultimi anni da riviste scientifiche.

Meteorite finito nel camion Usa, è datato oltre 4 miliardi di anni

Tony Garchinski, 30 enne residente in Ontario, una mattina si è svegliato, ha aperto la porta della sua abitazione e ha visto pezzi di vetro e rocce nere sparsi per terra vicino all’autocarro di sua madre. Con i nervi a fior di pelle ha raccolto le pietre e le ha portarte dentro casa per poi disporle una a una sul tavolo della cucina. Quella più grande misurava quanto una pallina da golf.

Garchinski avrà pensato che fosse opera del solito vandalo al colmo della frustrazione. Ha telefonato alla polizia di Grimsby e poi ha compilato il modulo per la denuncia. Con la bile che gli saliva in corpo è andato a far riparare il parabrezza.

La vicenda potrebbe finire qui e non meriterebbe di essere raccontata. Questa storia però esce fuori dall’ordinario perché proprio il giorno prima un gruppo di astronomi dell’università dell’Ontario aveva avvistato una specie di “palla di fuoco brillante”, luminosa mille volte più della luna piena, mentre sfrecciava in mezzo al cielo stellato sopra Grimsby.

I ricercatori qualche tempo dopo hanno chiesto agli abitanti del paese di denunciare qualsiasi pezzo di meteorite trovato all’interno della loro proprietà. A quel punto il signor Garchinski ha capito di avere per le mani qualcosa di proveniente da chissà dove.

Gli astronomi dell’università hanno confermato il sospetto: il vandalo che ha mandato in frantumi il parabrezza del camion di Garchinski è un meteorite che risale a 4,6 miliardi di anni fa. Al momento gli astronomi non sono in grado di ricostruire quale sia stato il percorso che l’oggetto dello spazio ha compiuto fino ad arrivare alla Terra.

“E’incredibile – ha affermato uno dei ricercatori – come il meteorite sia arrivato fin qua. E’ come se avessimo fatto un viaggio nello spazio con un’astronave per poi tornarcene a casa con queste rocce come souvenir da un altro mondo”.

domenica 4 ottobre 2009

Scoperto supervulcano spento in Valsesia

SCOPERTO DA RICERCATORI ITALIANI E AMERICANI
Scoperto supervulcano spento in Valsesia
È unico al mondo: mostra tutto l'apparato profondo, permette di capire i meccanismi di alimentazione


ROMA - Scoprire un antico e gigantesco vulcano nelle Alpi Occidentali, tra le vallate e i rilievi della Valsesia, non è da tutti giorni. Ma trovare che questo «supervulcano fossile» espone tutto il suo sistema di alimentazione, «dalla cima agli inferi», come dicono soddisfatti gli scopritori, è ancora più eccezionale. La straordinaria avventura scientifica è frutto di una collaborazione italo-americana che ha come rispettivi capi il geologo James Quick, prorettore all’università di Dallas, e Silvano Sinigoi, professore di petrografia all’Università di Trieste.
continua:

venerdì 2 ottobre 2009

Tromba d'aria a Lipari

MALTEMPO: TROMBA D'ARIA A LIPARI

(AGI) - Lipari, 2 ott. - Attimi di paura a Lipari per un tromba d'aria che si e' abbattuta ieri sera sul centro abitato, in corso Vittorio Emanuele, e ha investito due locali, l'Eden Bar l'Avant Garde. Le fortissime folate di vento hanno lettaralmente spazzato via gli ombrelloni, mentre una trentina di avventori, tra isolani e turisti, sono fuggiti precipitosamente. Nessun ferito, ma danni ai due esercizi. Dopo la tromba d'aria, le Eolie sono state colpite da un nubifragio che ha allagato alcune zone di Lipari: via Roma, Santa Lucia, Calandra.

Mediterraneo caldissimo, +0,6° C.

ROMA - Il Mediterraneo si riscalda più degli oceani. Pochi giorni fa il Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) aveva misurato l'aumento della temperatura della superficie degli oceani nel periodo giugno - agosto: 0,6 gradi sopra la media del secolo. Oggi, dalla Settimana della scienza organizzata dall'Associazione Frascati Scienza, è arrivata la valutazione dell'aumento del Mediterraneo: 1 grado rispetto alla media degli ultimi 30 anni. I dati Enea - Cnr, sempre relativi al periodo giugno-agosto, sottolineano l'accelerazione del riscaldamento delle acque superficiali.

Per il Tirreno poi è stata un'estate di record: più 2 gradi rispetto alla media degli ultimi 30 anni. Un mutamento che non si misura più solo confrontandolo con il lungo periodo (la serie storica degli ultimi 150 anni, quelli in cui sono stati raccolti i dati), ma anche rispetto all'immediato, agli ultimi decenni. E ormai non si scalda più solo il velo delle acque superficiali: il cambiamento riguarda gli strati più profondi del mare, quelli che regolano i meccanismi di base.

"Il riscaldamento delle acque di fondo, quelle sotto i mille metri, dove risiede la memoria degli eventi climatici del passato, caratterizza soprattutto la parte occidentale del bacino mediterraneo", precisa Vincenzo Artale coordinatore della ricerca. "Per quanto riguarda il futuro dell'area mediterranea si prevede per i prossimi decenni un'intensificazione del riscaldamento e un aumento delle piogge molto intense durante l'inverno".

La crescita della temperatura è un segnale di destabilizzazione. Un'altra conseguenza dell'aumento della concentrazione di anidride carbonica è l'acidificazione delle acque. Il pH degli oceani si è abbassato di 0,1 unità, con la possibilità che scenda di ancora 0,5 unità a fine secolo se non si riducono le emissioni di gas serra. Molti organismi che si costruiscono uno scheletro calcareo - coralli, molluschi, crostacei e molti organismi planctonici - potrebbero avere problemi di stabilità perché il calcare si scioglie nell'acqua acida. Dunque la capacità degli oceani di catturare carbonio formando la vita potrebbe indebolirsi ancora di più accelerando ulteriormente la crescita dell'effetto serra. E' un altro messaggio per il vertice delle Nazioni Unite sul clima che si apre oggi a New York: al vertice di Copenaghen mancano meno di tre mesi.

(22 settembre 2009)

Terremoto di 3,5 gradi Richter nel frusinate.

Terremoto, paura nel frusinate
Scossa di 3,5 gradi con epicentro a Sora

ROMA (30 settembre) - Una scossa di terremoto di 3.5 gradi è stata registrata alle 21.52 in provincia di Frosinone. Le località più vicine all'epicentro sono Campoli appennino, Broccostella e Sora. Il sisma, avvertito anche ai Castelli, non ha provocato danni. A riferirlo la sala situazione Italia del Dipartimento della Protezione civile.

Maltempo in Sicilia, crolli nel messinese.

ROMA (1 ottobre) - Decine di strade allagate, auto sommerse dall'acqua, un'impalcatura crollata in piazza Santa Cecilia: sono le conseguenze del violento nubifragio che si è abbattuto su Palermo nel pomeriggio, gettando di nuovo la città nel caos: il 21 settembre un altro nubifragio aveva paralizzato la circolazione. I vigili del fuoco hanno ricevuto centinaia di richieste di intervento. In serata situazione molto difficile a Messina e provincia, dove sono crollate due palazzine. Una persona sarebbe dispersa in mare.

Allagamenti, strade bloccate e frane a Messina e in diversi comuni della zona ionica e tirrenica. La strada statale 114 è interrotta in più punti per alcuni smottamenti, con alcune auto bloccate nel fango e nell'acqua. Diversi torrenti sono straripati a Itala e a Scaletta e hanno trascinato a valle delle autovetture. Un'auto è finita sui binari all'altezza di Giampilieri-Scaletta; la tratta ferroviaria è interrotta. Un treno proveniente da Catania è fermo sui binari all'altezza di Alì Terme. Diversi allagamenti si registrano in abitazioni private e il fango misto a pietrisco ha bloccato diverse strade comunali a Messina e provincia. Tutti i tecnici della Protezione Civile sono dislocati in diversi punti critici e sono in continuo collegamento con l'unità di crisi che è stata istituita in Prefettura a Messina. La Protezione Civile ha attivato inoltre a Messina un presidio fisso del dipartimento regionale che risponde a tutte le chiamate di richiesta di soccorso.

Decine di persone sono bloccate all'interno di auto e pullman nelle strade statali all'altezza di Giampilieri e Roccalumera e lungo l'autostrada A18. La Protezione civile segnala situazioni difficili. La città di Messina è isolata a sud. Per via delle frane riversate sulle strade, i vigili del fuoco faticano a raggiungere i mezzi rimasti impantanati nel fango e nell'acqua. I centralini dei pompieri sono in tilt e la Protezione civile ha allertato uomini e mezzi per i soccorsi.

Una palazzina è parzialmente crollata a Scaletta, comune di 2.500 abitanti in provincia di Messina. L'edificio si trova in via Roma. L'unità di crisi istituita in Prefettura sta monitorando la situazione assieme alla Protezione civile; non ci sarebbero feriti. Una frana si sarebbe abbattuta su una palazzina, nel comune di Santo Stefano Briga. Secondo informazioni non confermate dalla Protezione Civile potrebbe esserci una vittima.

Carabinieri, soccorritori e tecnici stanno cercando di raggiungere a piedi lungo i binari ferroviari i comuni di Roccalumera e Tremestieri, in provincia di Messina, dove per il violento nubifragio si sono verificate alcune frane che impediscono ai soccorsi di arrivare con mezzi a motore.

Le motovedette della Capitaneria di porto e della polizia stanno perlustrando la costa di Capo Scaletta, dopo avere raccolto una segnalazione secondo cui una persona potrebbe essere dispersa perchè l'auto sulla quale si trovava sarebbe finita in mare. La vettura sarebbe caduta nel torrente in piena che l'ha poi trascinata in mare.

Fiumi d'acqua hanno invaso le strade di Palermo e bloccato la circolazione in piazza Indipendenza, viale Regione Siciliana, a Partanna, Mondello e Brancaccio. In corso dei Mille i pompieri hanno salvato un uomo rimasto intrappolato nell'auto impantanata. La circolazione è paralizzata in diverse zone della città. Allagati box e scantinati, ma anche il pronto soccorso dell'ospedale Buccheri La Ferla.

Diversi automobilisti sono rimasti bloccati in via Oreto, in via Orsa Minore, in via Messina Marine, viale Regione Siciliana. In via Ciaculli sono dovuti intervenire i carabinieri per trarre in salvo un uomo, bloccato in un'autoambulanza rimasta in panne. Il paziente, che era sotto ossigeno, è stato estratto e affidato ad un'altro mezzo del 118.

Blocchi stradali all'angolo tra via Galatea e via Nettuno per la protesta dei cittadini contro il mancato arrivo dei mezzi di soccorso. Situazione drammatica anche nella borgata di Belmonte Chiavelli, di nuovo interessata da frane e dove gli abitanti, appena rientrati nelle proprie abitazioni dopo l'emergenza maltempo dei giorni scorsi, si sono trovati nuovamente con le case allagate.

Dalle 17 è stata sospesa la circolazione dei treni sulla rotta Palermo-aeroporto Punta Raisi per l'allagamento dei binari tra le stazioni di San Lorenzo e Tommaso Natale. La circolazione dei treni è stata sospesa anche tra Brancaccio e Villabate per l'allagamento dei binari. La circolazione è stata riattivata intorno alle 19,30. Chiuso temporaneamente l'aeroporto Falcone-Borsellino, con dirottamento di cinque voli dallo scalo del capoluogo a quelli di Catania e Trapani. I passeggeri sul volo proveniente da Forlì, atterrato a Trapani, sono rientrati a Palermo con i pullman. Durante il nubifragio, la visibilità dalla torre di controllo dello scalo era di circa 300 metri.

Nella provincia di Palermo la Coldiretti denuncia campi allagati e danni a coltivazioni di frutta, verdura ed ai vigneti ma anche gravi problemi per la viabilità nelle campagne. La Coldiretti si è attivata per l'assistenza alle aziende e per la verifica dei danni nelle campagne colpite dalla violenza delle piogge che hanno determinato una nuova emergenza dopo i disastri provocati dal maltempo nei giorni scorsi.

Allagamenti e disagi si sono registrati anche a Trapani, Valderice e Mazara del Vallo. Dopo quella della scorsa settimana, si è verificata, per il maltempo, un'altra frana sulla A18 Messina-Catania in direzione Catania all'altezza del km 7, nell'area adiacente il villaggio di Santa Margherita a Messina. Terra, fango e detriti hanno invaso entrambe le corsie della carreggiata. Il Cas ha chiuso immediatamente il tratto in entrambi i sensi di marcia.

giovedì 1 ottobre 2009

Clima - Il Po è più caldo di 2 gradi dal 1960 ad oggi.

CLIMA:RAPPORTO,IL PO E'PIU'CALDO DI 2 GRADI DAL 1960 AD OGGI
(ANSA) - BRUXELLES, 28 SET - Dal 1960 ad oggi la temperatura media annuale nel bacino del fiume Po e' cresciuta di circa due gradi. Se il trend attuale dovesse confermarsi, le previsioni indicano una salita di ulteriori 3-4 gradi entro la fine del secolo. Questo uno dei dati sugli effetti dell'allarme clima che si riferiscono al grande fiume italiano, contenuto nel rapporto intitolato ''Cambiamento climatico regionale e adattamento - Le Alpi affrontano la sfida della modifica delle risorse idriche'', pubblicato dall'Agenzia europea per l'Ambiente (Eea). Nel volume si affrontano alcuni casi regionali di grandi bacini a livello Ue che vengono alimentati dall risorse idriche sulle Alpi, rilevando gli impatti climatici registrati. Il caso del Po non e' l'unico italiano citato, c'e' anche l' Adige, la cui temperatura media annuale, nel periodo 1926-2006, e' cresciuta tra 1,3 e 1,5 gradi, mentre le precipitazioni annue sono diminuite di circa il 10%. Precipitazioni che, secondo uno studio del 2007 citato dal rapporto, nel periodo fra 1975 e 2006 nel Po sono crollate del 20% su base annuale e del 35% tra i mesi di gennaio e agosto. Trend analoghi sono stati rilevati nei dati sulla portata per la sezione di Pontelagoscuro sul delta dello stesso fiume, con una diminuzione del 20% e un ulteriore declino del 40% nella stagione estiva. Le cose a monte del Po, cosi' come per l'Adige, non sembrano andare meglio, visto che e' stato riscontrato un calo significativo della neve fresca e del volume dei ghiacciai alpini che li alimentano. Nello specifico, per quanto riguarda il Po, dal 1860 ad oggi e' stata registrata una perdita del 40% della superficie dei ghiacciai che lo interessano. La ridotta disponibilita' d'acqua causata dai cambiamenti climatici ha contribuito quindi al deterioramento della condizioni del grande fiume, in primo luogo con la perdita della capacita' di auto-pulizia, poi con l' intrusione del cuneo salino al di la' del delta. Per affrontare l'impatto dei periodi di siccita' nell'intero bacino quindi, tra tutti gli organismi coinvolti nella gestione e' stato quindi stabilito un protocollo di coordinamento, in particolare per il bacino alpino, che determina gran parte della portata del Po. (ANSA). Y62-GU
28/09/2009 12:45

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Esiste un legame subdolo tra terremoti lontani?



Valutazione del rischio sismico

Un legame subdolo fra terremoti lontani


I risultati di una ricerca ventennale indicano che la resistenza di una faglia e il rischio sismico a essa collegato possono essere influenzati da eventi che avvengono anche dall'altra parte del globo

Terremoti di grande intensità che avvengono in regioni remote sono in grado di esercitare effetti negativi sulla capacità di "tenuta" di faglie che si trovino anche all'estremo opposto del globo. E' questa una delle più significative scoperte di una ricerca pubblicata su "Nature" proprio all'indomani dei terremoti che hanno colpito le Samoa e Sumatra.

Com'è ben noto, la possibilità di prevedere i terremoti si è sempre scontrata con la complessità che caratterizza l'attività sismica del pianeta, una complessità talmente elevata da nascondere le relazioni che potrebbero esserci almeno fra alcuni di essi.

Ora, a conclusione di uno studio iniziato oltre vent'anni fa, un gruppo di geologi della Carnegie Institution, della Rice University e dell'Università della California a Berkeley è riuscito a individuare una "subdola" e sfuggente relazione che li può collegare.

Paul Silver, Taka'aki Taira, Fenglin Niu e Robert Nadeau, i coordinatori dello studio, sono riusciti infatti a monitorare sottili cambiamenti nella resistenza di una faglia profonda, un fattore centrale per il verificarsi dei terremoti che finora però non era possibile misurare dalla superficie terrestre.

Con sismometri di altissima precisione i ricercatori sono infatti riusciti a osservare la presenza di piccoli progressivi cambiamenti nelle onde sismiche che si propagano lungo la zona della faglia di San Andreas, particolarmente nella regione circostante Parkfield. Questi cambiamenti sono indice di un indebolimento della faglia e corrispondono a periodi di aumento della frequenza di lievi terremoti lungo la faglia.

"I terremoti si verificano quando una faglia cede, o a causa dell'aumento dello stress o a causa dell'indebolimento della faglia stessa. I cambiamenti nella resistenza della faglia sono molto più difficili da misurare dei cambiamenti nello stress, specialmente per le faglie profonde. Il nostro risultato apre eccitanti possibilità di monitoraggio del rischio sismico e di comprensione delle cause dei terremoti", ha spiegato Taira.

La sezione della faglia di San Andreas studiata dai ricercatori, quella in prossimità di Parkfield, è per i geologi un "sorvegliato speciale", tanto che si sono dotati di una estesa e sofisticata rete di sismometri di ultima generazione e di altri strumenti di rilevazione di svariati parametri geofisici.

Le registrazioni relative ai numerosi piccoli terremoti che interessano la regione hanno in particolare rivelato che all'interno della zona di faglia esistevano aree con fratture riempite di fluidi. Ciò che ha attirato l'attenzione degli studiosi è il fatto che di tanto in tanto queste aree si spostavano leggermente. E che proprio durante questi periodi, le serie di piccoli e ripetuti terremoti diventavano più frequenti, un fatto che indicava un indebolimento della faglia.

"Il movimento del fluido in queste fratture lubrifica la zona di faglia e quindi la indebolisce", spiega Niu. "Lo spostamento complessivo dei fluidi è di appena dieci metri a una profondità di tre chilometri, e quindi sono necessari sismometri particolarmente sensibili per rilevare questi cambiamenti."

I ricercatori hanno anche notato che in due occasioni questi spostamenti si sono verificati dopo che la zona di faglia era stata disturbata dalle onde sismiche provenienti da due imponenti terremoti avvenuti a grande distanza, uno dei quali era quello che nel 2004 ha interessato Sumatra e le isole Andamane: la pressione esercitata da quelle onde sismiche è stata sufficiente a provocare uno spostamento dei fluidi nella sezione della faglia di San Andrea sotto osservazione. "E' possibile dunque che la forza della faglia e il rischio di terremoti si influenzato da eventi che avvengono dall'altra parte del globo", ha concluso Niu. (gg)


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