Seoul (AsiaNews/Agenzie) - La Corea del Nord è al limite della sopravvivenza: dopo mesi di siccità, le inondazioni che hanno colpito come ogni anno il Paese hanno distrutto abitazioni, ridotto in maniera drastica la quantità di acqua potabile a disposizione della popolazione e danneggiato in maniera irreparabile le poche colture sopravvissute a interi mesi senza acqua. Almeno 90 le vittime accertate e 60mila gli sfollati.
È il risultato della visita di un team delle Nazioni Unite nel Paese, che per la seconda volta in un mese ha chiesto alla comunità internazionale di donare "almeno 198 milioni di dollari americani" per le prime necessità.
Lo staff ha visitato le province più colpite, dove migliaia di case sono state spazzate via dalla pioggia e la popolazione è costretta a dormire in ripari di emergenza. Inoltre, sempre secondo i dati Onu, i due terzi dei nordcoreani continua a vivere con una continua e cronica mancanza di cibo.
Per Francis Markus, portavoce della Croce Rossa per l'Asia orientale, la criticità maggiore riguarda l'acqua potabile: "È un problema serissimo. Il sistema idrico è saltato e se non si interviene subito tutti i danni relativi all'acqua si abbatteranno sul Paese". Il riferimento è a malattie, coltivazioni distrutte e danni agli abitanti.
Gli organismi internazionali si sono appellati alla generosità delle nazioni occidentali, ma il problema è che la Corea del Nord - con le sue continue provocazioni militari - si è inimicata Stati Uniti e Corea del Sud. I due, maggiori donatori degli ultimi anni, hanno bloccato l'invio di aiuti umanitari come punizione per il programma atomico e i vari interventi bellici scatenati da Pyongyang.
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