Un team di ricercatori danesi, tedeschi, olandesi, norvegesi e svedesi, coordinati da Karoline Kabel e Matthias Moros del Leibniz-Institut für Ostseeforschung Warnemünde, ha lanciato un nuovo allarme per il già stressato ecosistema del Mar Baltico: «Un ulteriore global warming potrebbe portare allo sviluppo di maggiori fioriture algali blu-verdi e alla comparsa di condizioni con minore presenza ossigeno».
In diverse aree del Baltico le fioriture algali sono già un grosso problema e sono collegate all'aumento di vaste "dead zone", prive di ossigeno e dove ormai la vita è praticamente scomparsa. «In densità molto elevate, le fioriture algali possono decolorare l'acqua e prevalere, avvelenare o asfissiare le altre forme di vita nel mare», sottolineano i ricercatori.
Negli ultimi anni gli scienziati hanno notato un aumento dell'estensione e del numero delle enormi fioriture algali blu-verdi o di cianobatteri, dovute in parte ad una maggiore immissione nel Baltico di sostanze nutrienti, soprattutto fosforo e azoto, provenienti dall'agricoltura intensiva. Ma anche le variazioni della temperatura sono un fattore chiave di questo disastro ambientale. Il team ha presentato su Nature Climate Change nuove prove a sostegno di questa teoria. Gli scienziati sottolineano «Il ruolo svolto dalle temperature nel favorire l'incremento di sostanze nutrienti» dicono che «Un aumento senza sosta della temperatura non potrà che far peggiorare il problema».
Il bollettino scientifico dell'Ue Cordis scrive che il team di ricerca per i suoi studi ha utilizzato un nuovo metodo, il TEX-86, che ha reso possibili stimare con precisione le temperature del passato: «Le analisi di composti biologici sensibili alla temperatura trovati nei sedimenti potrebbero essere quindi usate per quantificare i passati cambiamenti della temperatura, in tempi in cui i termometri non erano disponibili. L'interpretazione delle informazioni sedimentarie è stata ulteriormente supportata dall'applicazione di modelli di ecosistemi, che sono stati usati per calcolare la sensibilità dell'ecosistema alla combinazione di temperatura e concentrazioni di sostanze nutrienti nel mar Baltico».
Eystein Jansen del Bjerknes centre for climate change di Bergen, in Norvegia, sottolinea che «Per isolare l'effetto della temperatura, gli scienziati hanno dovuto far andare a ritroso nel tempo le loro ricerche fino a un periodo precedente all'agricoltura industrializzata su larga scala, prima che l'aumentato apporto di sostanze nutrienti avesse un'influenza importante. questo studio combina simulazioni di modelli di ecosistemi con studi sui climi del passato: "Si tratta di un lavoro eccitante e all'avanguardia che mostra l'utilità di combinare studi sulle naturali variazioni climatiche del passato con quelle che avvengono adesso e quelle che potrebbero avvenire in futuro. La maggior parte delle acque che scorrono lungo la costa della Norvegia meridionale hanno origine nel Baltico, quindi i risultati possono avere implicazioni anche in uno scenario più vasto».
Il Bjerknes centre spiega che «utilizzando campioni di sedimenti che coprono gli ultimi 1000 anni di sedimentazione nel mar Baltico, gli scienziati essi sono riusciti a svelare periodi caldi nel passato anch'essi caratterizzati da fioriture algali e basso contenuto di ossigeno. Lo studio si spinge fino al periodo caldo medievale: da 1.000 a 800 anni fa. Nel periodo successivo, spesso chiamato la "Piccola era glaciale", le temperature nel Baltico crollarono di 3-4 gradi. Durante questa ondata di freddo le condizioni nel Baltico erano molto più salubri, fino a che le fioriture e le condizioni deossigenate non emersero nuovamente nel 20° secolo».
Sembra però che la presenza di fioriture algali vari da zona a zona: a giugno i ricercatori del Centro di ricerca marina del Finnish environment institute hanno annunciato che «il rischio di fioriture algali blu-verdi al largo della costa della Finlandia, specificatamente nel Golfo di Finlandia e attorno alla sua imboccatura, questa estate è prevalentemente moderato, molto inferiore rispetto alla scorsa estate., mentre non sono previste grandi fioriture nel Golfo di Botnia». Ma hanno anche fatto notare che «nelle zone a sud del Mare dell'Arcipelago e in quelle a nord del Mar Baltico vero e proprio c'è un notevole rischio di fioriture algali».
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